PESCARA Una norma «ingiusta da cambiare in fretta»: la Cgil si rivolge ai parlamentari per modificare il principio introdotto nel 2012 che stabilisce pesanti sanzioni al trasporto pubblico locale per le regioni cosiddette non virtuose. Il conto pesa come un macigno sull'Abruzzo: 8 milioni di euro di penalità a cui si aggiungono ulteriori 2 milioni di euro di tagli da scontare nel 2016. Una cambiale che è destinata a pesare anche sui bilanci dei prossimi anni, su cui saranno scontate le sanzioni relative al 2015 e al 2016 (mentre quelle appena pagate sono relative alle annualità precedenti). «Un paradosso nell'anno epocale della riforma e della nascita di Tua», sostiene il sindacato, tanto più che l'origine del male non è stato possibile individuarlo. La sanzione ha colpito infatti l'Abruzzo (e altre cinque regioni), perché non si è raggiunto il rapporto minimo di ricavi-costi del 35%, ma non è dato sapere quali e quante delle 50 aziende private che contribuiscono alla valutazione fatta dall'Osservatorio ministeriale, hanno provocato lo squilibrio nei conti. «Gli unici dati resi noti, in relazione al triennio 2012/2014, sono solo quelli forniti da Tua per le tre aziende ante fusione- lamenta la Cgil-. Da questi dati, peraltro, si evince che Arpa aveva raggiunto l'obiettivo e la Gtm lo aveva sfiorato per poco. Per le altre 50 aziende di trasporto pubblico locale (pubbliche e private) il dato è segreto: ci sembra assurdo che a fronte di un servizio pubblico, le aziende possano pretendere la garanzia di riservatezza».