La violenza viaggia sui bus dell'Atac. Un'aggressione dietro l'altra agli autisti, una ogni cinque giorni, non c'è più differenza tra centro e periferia. Conducenti terrorizzati ormai divenuti bersaglio di pugni e insulti e passeggeri frastornati sempre più spesso testimoni di liti e pestaggi. Dall'inizio dell'anno si contano 40 episodi e la paura non si ferma. Lunedì scorso la rissa sul 990 alla Balduina, l'altra sera scene di panico a piazzale Flaminio. L'autista del bus Atac 495 è costretto ad accostare. Sul mezzo infatti, due immigrati stanno dando in escandescenze: un marocchino è ubriaco, l'altro (romeno) no, ma entrambi hanno deciso di aggredire i passeggeri. Urla, calci, pugni. Tutti giù dall'autobus. Il conducente, 50 anni, mantiene la calma. Vede passare un fuoristrada del Reggimento Lazio dei carabinieri e si sbraccia. I militari lo vedono e intervengono subito. Invitano i due a scendere e a stare calmi. Il marocchino, 27 anni, è fuori controllo. Spintona i militari, sferra calci alla loro jeep, lancia pugni a caso. Alla fine un carabiniere resta ferito, mentre il ragazzo viene arrestato e già ieri è stato processato per direttissima.
LA TENSIONE
Sono circa le 20 di martedì sera quando sulla linea 495 scoppia il panico: due uomini alzano la voce, poi le mani. I passeggeri - a quell'ora il mezzo era pieno - urlano e chiedono aiuto. L'autista accosta proprio su piazzale Flaminio. Invece di uscire dalla cabina e affrontare gli aggressori, si guarda intorno. Nota una macchina dei carabinieri. Dal finestrino fa chiari cenni, chiede il loro intervento. I militari si fermano e riportano la calma. Una calma apparente però: quando i due scendono, vengono verificate le loro condizioni fisico-mentali. «E' stata chiamata un'ambulanza - spiega il capitano della compagnia Trionfale Luca Acquotti - e gli infermieri hanno constatato che uno dei due aveva abusato di alcol. Quando è sopraggiunta l'auto della compagnia stazione Flaminia, l'uomo ha iniziato a tirare calci e pugni. Un militare, colpito alla spalla e alla schiena, è stato portato al Gemelli, dove ha avuto un referto di qualche giorno». Il capitano conferma che è stata «una situazione difficile da gestire e devo dire che l'autista ha avuto sangue freddo, non si è esposto al pericolo». Un altro eroe.
Dall'inizio dell'anno, le aggressioni ai danni di autisti Atac sono già più di 40. Tra evasione del biglietto (circa il 25%) e violenze, il tema della sicurezza sul trasporto pubblico resta centrale. E ormai non si tratta più solo di linee periferiche o notturne, ormai le violenze si registrano ovunque. «L'uomo arrestato è irregolare sul territorio nazionale», conclude il capitano Acquotti.
I PRECEDENTI
La scorsa estate l'allora dg Marco Rettighieri aveva proposto di attribuire agli autisti la qualifica di agente di polizia amministrativa. «La possibilità - disse Rettighieri - è finalizzata sia a rappresentare un utile deterrente» alle aggressioni agli autisti. Il progetto è rimasto nel cassetto. Intanto la violenza sugli autobus non si ferma, chi guida è sempre più esposto al pericolo. Le aggressioni sono cronaca di quasi tutti i giorni. Sul 990, alla Balduina, una conducente donna è riuscita a chiudersi nel gabbiotto mentre un passeggero che sembrava impazzito tirava calci e pugni a tutti. E pochi giorni prima un controllore era stato assalito da un viaggiatore senza biglietto a viale Marconi, tre verificatrici qualche ora più tardi spintonate.
ORARI DI PUNTA
E poi un altro autista preso a pugni e minacciato con una bottiglia alla Romanina perché il bus si era rotto. «Episodi vergognosi che non devono più verificarsi», ha detto l'assessore alla Mobilità Meleo. «L'Atac deve garantire più sicurezza, dobbiamo aspettare che qualcuno venga ucciso?», Micaela Quintavalle, del sindacato CambiaMenti M410 si è stancata di ripeterlo, preferisce non commentare gli ultimi episodi e aspetta che l'azienda faccia qualche passo concreto.
L'Atac assicura però che «la collaborazione con le forze dell'ordine sta comunque dando risultati positivi e i meccanismi di comunicazione funzionano». Ma sui mezzi la tensione è alta, i viaggi sui bus strapieni e sempre in ritardo sono diventati impossibili. Passeggeri perennemente sull'orlo di una crisi di nervi, stretti l'uno all'altra fino a rischiare il collasso, e basta un niente per scatenare la violenza. Negli orari di punta si riesce a entrare solo a spintoni, sul 64 volano insulti a ogni fermata . Autisti impauriti e in balia dei violenti. Si timbra il biglietto per entrare nell'inferno.
Michele Galvani