ROMA Rimborso del biglietto di bus, tram e treni per i ritardi in città superiori a trenta minuti (un'ora se nelle zone extraurbane) e controlli più severi per combattere l'evasione nei mezzi pubblici. Dalla commissione Trasporti di Montecitorio arriva il primo sì alla riforma del Trasporto pubblico locale del ministro Graziano Delrio, inserita nel decreto Madia sulla riorganizzazione dei servizi pubblici, ovvero smaltimento rifiuti, trasporti cittadini, servizio idrico, distribuzione di energia e gas. Ieri in commissione è stata presentata dal relatore Paolo Gandolfi (Pd) una prima proposta di parere sul provvedimento, che conferma sostanzialmente il testo del governo. Funzione pubblica e ministero dei Trasporti terranno conto dei rilievi dei deputati in vista della formulazione finale del decreto, che attende di essere approvato in seconda lettura dal Consiglio dei ministri. Nel dettaglio, il provvedimento tenterà di introdurre misure severe per le aziende che gestiscono il Tpl, che in caso di ritardi eccessivi o corse saltate dovranno ripagare interamente il titolo di viaggio ai passeggeri.
IL MECCANISMO
Una serie di norme a tutela soprattutto dei pendolari che viaggiano in città o che percorrono le tratte ferroviarie extraurbane. Il diritto al rimborso scatterà stando all'attuale formulazione che dovrebbe essere confermata dopo mezz'ora dall'orario previsto se si tratta di linee urbane; un'ora per quelle fuori città. Non conteranno i super ritardi e le corse soppresse in caso di scioperi, calamità naturali o altri «eventi imprevedibili». Ma per poter funzionare, questa nuova strategia, presuppone che tutte le città in breve tempo si dotino alle fermate e ai capolinea di insegne e cartelli, elettronici o meno, in cui vengano riportati gli orari di arrivo e partenza degli autobus. Per questo, la commissione Trasporti nel suo parere chiede di inserire nel contratto di servizio l'obbligo per il gestore di installare nei mezzi di superficie sistemi satellitari per poter monitorare i percorsi e strumenti in grado di conteggiare il numero dei passeggeri a bordo. Con la riforma del Tpl anche per chi viaggia le regole saranno più stringenti. Le aziende che svolgono il servizio dei trasporti, come Atac a Roma o Atm a Milano, saranno obbligate per legge a stabilire delle maxi-multe. Chi non «striscia» il titolo di viaggio potrà andare incontro a una sanzione fino a 200 euro. E comunque non inferiore a 60 volte il prezzo del biglietto. Nelle aree urbane, il biglietto probabilmente dovrà essere timbrato a ogni corsa. Un'importante novità rispetto ad oggi, dove in tante realtà abbonati o quanti acquistano i titoli di viaggio singoli non devono convalidarlo ogni volta. La misura servirebbe a introdurre il controllo «a vista» del conducente del mezzo, come avviene già in molti altri paesi. Un'ipotesi a cui il governo punta per il contrasto all'evasione, ma che deve ancora essere confermata. Aumenteranno anche i controlli a sorpresa. Le aziende del Tpl potranno incentivare le ispezioni su bus e tram anche affidandosi a soggetti esterni «qualificabili come agenti accertatori». Telecamere di videosorveglianza, dentro i mezzi e sulle banchine di fermata, potranno invece essere utilizzate anche come mezzo di prova per individuare i trasgressori.