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Pescara, 25/07/2024
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Data: 14/10/2016
Testata giornalistica: Prima da Noi
Abruzzo trasporto pubblico: dallo Stato 10 mln di euro in meno. Situazione difficile per il settore già afflitto da mali atavici che non sono stati superati con l’azienda unica

ABRUZZO. L’obiettivo imposto dalla legge nel 2013 di efficientamento dei mezzi pubblici è stato fallito dall’Abruzzo che pagherà caro in termini di minori finanziamenti.
Inoltre la nostra regione dovrà fare i conti con un'ulteriore decurtazione di risorse per circa 2 milioni di euro, in totale 10mln di euro in meno dallo Stato.
Infatti lo stanziamento complessivo del Fondo Nazionale trasporti è stato ridotto di circa 75 milioni di euro la cui quota parte (2,69%) ha interessato la nostra regione cui, a questo punto e, salvo una eventuale compensazione attraverso ulteriori stanziamenti nel bilancio regionale, potrebbero non essere sufficienti i già pesanti provvedimenti adottati di recente dal Governo regionale e che hanno comportato riduzioni dei servizi ma soprattutto sensibili aumenti tariffari a danno soprattutto di studenti, lavoratori e pensionati.
La norma nazionale introdotta nel 2012 e resa operativa dal DPCM del 2013 ha previsto un nuovo sistema basato su meccanismi di premialità e penalità nei criteri di distribuzione dei circa 4,9 miliardi di risorse che il Fondo nazionale trasporti riserva annualmente alle regioni italiane a statuto ordinario, dando origine a partire da quest'anno a consistenti penalità per quelle regioni che nel triennio 2012-2014 non sono state in grado di raggiungere quegli obiettivi che il decreto ministeriale definisce di efficientamento e razionalizzazione. Peraltro le penalizzazioni e quindi le risorse sottratte all'Abruzzo e alle altre cinque regioni a statuto ordinario (Campania, Basilicata, Puglia, Molise e Marche), in virtù di questo principio di vasi comunicanti, saranno ridistribuite alle restanti regioni virtuose.
Un meccanismo che la Filt Cgil contesta aspramente.
Dei tre obiettivi fissati dal Decreto, del resto, l'Abruzzo ha fallito quello relativo all'incremento del rapporto ricavi/costi calcolato analizzando i dati trasmessi all'Osservatorio del Ministero dei trasporti dalle circa 50 aziende di trasporto locale (tra pubbliche e private) che operano in Abruzzo.

Non era difficile prevedere che l'Abruzzo e le altre cinque regioni fossero penalizzate dai meccanismi previsti dal Decreto in quanto non a caso sono Regioni che da lungo tempo presentano un gap proprio sulla rete infrastrutturale e anzichè subire penalizzazioni, dovrebbero invece essere accompagnate in un percorso che consenta loro di recuperare questo indubbio svantaggio.
IL PARADOSSO: NELL'ANNO DI TUA, IL GOVERNO PENALIZZA L'ABRUZZO
«Sconcerta dover constatare che nell'anno in cui l'Abruzzo ha dato origine ad una straordinaria riforma del trasporto pubblico locale, definita da molti addirittura "epocale" e che dato origine alla nascita di TUA», sostengono Sandro Del Fattore e Franco Rolandi della Filt Cgil Abruzzo, «il Governo nazionale, contraddicendo importanti provvedimenti del recente passato in cui queste riforme e queste operazioni erano oggetto di premialità, ha invece deciso di infliggere pesanti riduzioni di risorse alla nostra Regione».
«Ci siamo già rivolti ai rappresentanti delle Istituzioni (parlamentari e Consiglieri Regionali)», aggiungono Rolandi e Del Fattore, «affinchè quei criteri fissati dalla norma vengano al più rivisti, come peraltro chiesto espressamente dalla Conferenza delle Regioni nella seduta dello scorso 29 settembre. Inoltre chiediamo con forza che siano resi evidenti, pubblici i dati su cui si fanno le verifiche sul raggiungimento o meno degli obiettivi su cui poi definire premialità e penalità. Infatti gli unici dati resi noti, in relazione al triennio 2012/2014, sono solo quelli forniti da Tua per le tre aziende ante fusione».
Da questi dati, peraltro, si evince che Arpa aveva raggiunto l'obiettivo e la Gtm lo aveva sfiorato per poco.
Per le altre 50 aziende di trasporto pubblico locale (pubbliche e private) il dato è segreto in quanto le imprese forniscono i propri risultati direttamente all'osservatorio predisposto dal Ministero dei trasporti e le Regioni.
«In questo difficile contesto», chiudono Rolandi e Del Fattore, «abbiamo apprezzato la disponibilità manifestata dalla Regione e dal Consigliere delegato ai trasporti D'Alessandro per venire incontro alle particolari richieste degli studenti e dei lavoratori pendolari che operano nelle fabbriche dislocate sul tutto il territorio regionale affinchè si possano conciliare i sistemi tariffari e l'organizzazione dei servizi con le esigenze e gli orari scolastici e lavorativi».

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