ROMA Il modello è quello già utilizzato per il piano straordinario triennale di assunzione delle maestre d'asilo, che nel solo Comune di Roma ha portato in cattedra oltre 1.100 nuove insegnanti. Il governo, nella legge di Bilancio, si prepara ad un nuovo parziale sblocco del turn over nella Pubblica amministrazione. Ad annunciarlo è stato ieri a Bari, direttamente il premier Matteo Renzi, che ha parlato di concorsi per assumere 10 mila persone ma anche di superare la logica «checcozaloniana» dell'impiegato pubblico. Non si tratterà comunque di uno sblocco generalizzato del turn over, bensì di assunzioni mirate che riguarderanno alcune categorie specifiche. Le Forze dell'ordine, innanzitutto. E poi gli infermieri e forse anche i medici. Si tratta di un primo assaggio di quello che accadrà a partire dal prossimo anno, quando sarà varato il nuovo Testo unico sul pubblico impiego. Nella riforma firmata dal ministro della Funzione pubblica Marianna Madia, si passerà dai piani di assunzioni basati sulle «piante organiche», a quelli basati sui «fabbisogni» delle amministrazioni. Qual è la differenza? Con il criterio delle piante organiche se in un ospedale va via un funzionario amministrativo, va fatto un bando per sostituire quest'ultimo. Magari però, servirebbe un medico in più, invece che un addetto alle buste paga.
IL NUOVO MODELLO
Con i fabbisogni il modello cambia. Si potrà non tener conto di «dove» sono i posti scoperti, ma di quali professionalità c'è più bisogno. La norma annunciata da Renzi che sarà inserita nella legge di Bilancio andrà proprio in questa direzione. Dunque l'attuale tetto alle assunzioni dovrebbe rimanere in vigore. Oggi i ministeri e gli enti pubblici possono assumere personale nel limite del 25% della spesa sostenuta l'anno precedente rispetto al personale che intanto è cessato dal servizio. Un limite, ha detto lo stesso Renzi, che nei ministeri è più che sufficiente. L'ingresso dei fabbisogni non è l'unica novità dei concorsi pubblici che sarà contenuta nel nuovo Testo unico. Le procedure saranno accentrate presso il ministero della Funzione pubblica, e sarà eliminato il requisito minimo del voto di laurea. In campo, invece, entreranno altre valutazioni, come la conoscenza delle lingue straniere, i master o i dottorati di ricerca.
Tornando alla legge di Bilancio, lo sblocco delle assunzioni non sarà l'unica novità che troverà spazio nel testo che il consiglio dei ministri approverà sabato. L'attesa è alta anche per i fondi che il governo stanzierà per il rinnovo del contratto degli statali, bloccato ormai da ben sette anni.
LE ALTRE MISURE
I fondi messi a disposizione dal Tesoro, dovrebbero aggirarsi attorno ai 600 milioni di euro, che aggiunti ai 300 milioni già stanziati lo scorso anno, ma non spesi, porterebbero la dote del rinnovo a 900 milioni. In queste ultime ore ha iniziato a girare anche l'ipotesi che le risorse per il contratto vengano spalmate su quattro anni, fino al 2019, invece che su tre, in modo da ridurre l'impatto. Soldi a parte, ci sono altri nodi sul tavolo della trattativa con i sindacati che ancora non sono stati sciolti. Il principale riguarda il superamento delle norme della legge Brunetta che obbligano a concentrare sui premi la maggior parte del salario accessorio e ad assegnare quest'ultimo con criteri meritocratici molto rigidi. La Brunetta prevede che il 50% dei fondi per i premi venga assegnato al 25% degli statali più meritevoli, mentre per il 25% dei dipendenti con le valutazioni più basse, non ci sarebbe nessun incentivo monetario. I sindacati stanno chiedendo di non preordinare, con una percentuale fissa, una platea di persone che sarebbero escluse dal premio. Dall'altro lato punterebbero ad allargare, fino al 35-40% la quota dei più meritevoli ai quali andrebbe il 50% dell'ammontare dei premi. Risolvere questo rebus è una delle precondizioni per sedersi al tavolo. Entro la fine del mese, comunque, il ministro Madia dovrebbe convocare le sigle per un incontro politico prima di inviare la sua direttiva sul contratto all'Aran, l'Agenzia governativa che si occupa della trattativa con i sindacati.