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Pescara, 25/07/2024
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Data: 15/10/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Pronto il piano pensioni. La Cgil: parola rimangiata. Il governo propone l’uscita anticipata agevolata con almeno 30 anni di contributi. Il sindacato: «Sono troppi». La partenza dell’Ape è prevista il primo maggio 2017 (l'articolo in pdf)

ROMA Pacchetto pensioni in via di definizione alla vigilia della settimana cruciale per la legge di Bilancio. Il reddito di 1.350 euro lordi è il tetto stabilito per l’anticipo pensionistico senza penalizzazioni (Ape social), insieme a nuove categorie tra i lavori usuranti e una differenziazione tra lavoratori attivi e disoccupati. Il nuovo round tra governo e sindacati è terminato con una fumata grigia per le critiche della Cgil. I criteri di accesso, secondo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti «tengono in equilibrio le categorie coinvolte e le coperture». Gli stanziamenti, illustrati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, ammontano a 1,5 miliardi nel 2017 e 1,6 nel 2018, per complessivi sei miliardi nel triennio. Il meccanismo scatterà dal primo maggio del prossimo anno, sia per l’anticipo agevolato sia per quello su base volontaria con penalizzazione. «Discussione ancora aperta» commentano i sindacati che parlano di «passi in avanti» ma, nel caso della Cgil, di marcia indietro. Il giudizio critico prende di mira il requisito contributivo di 36 anni se si rientra nelle categorie dei lavori gravosi e 30 anni se si è disoccupati. «Sull’Ape agevolata il governo ha cambiato le carte in tavola» si legge in una nota della delegazione della Cgil presente all’incontro, denunciando che questi criteri non erano mai emersi durante i confronti precedenti e semmai l’orientamento individuato in sede tecnica era più vicino al requisito dei 20 anni. «Criteri inventati all’ultimo giro per escludere le persone» commenta irritata la leader Susanna Camusso. Da Palazzo Chigi smentiscono questo numero ma è verosimile che, come sempre quando si va a stringere, la coperta risulti più corta. Lo schema illustrato ieri, secondo Poletti, «si avvicina molto all’ipotesi di partenza». Il ministro del Lavoro smorza la tensione ricordando che «in questa legge Bilancio il tema pensionistico è presente in maniera significativa» con una riforma dove «non si chiedono soldi ai pensionati ma se ne danno e si riduce l’età di pensionamento per chi fa un lavoro particolarmente pesante o rischioso». La platea dell’anticipo gratuito però si restringerebbe, nonostante l’ampliamento delle categorie dei lavori usuranti estese alle maestre delle scuole d’infanzia, infermieri di sala operatoria, edili, macchinisti e autisti di mezzi pesanti. Per Domenico Proietti della Uil si tratta di un “buon lavoro” anche se «cercheremo di limitare gli anni di contributo e di ritoccare verso l'alto il tetto di reddito». La Cisl con Annamaria Furlan, giudica soddisfacente il passo avanti fatto nell’incontro di ieri, anche se c’è da “proseguire con il lavoro” per arrivare a un provvedimento in linea con il verbale d'intesa firmato tra governo e sindacati il 28 settembre scorso. Un punto sul quale insiste la Cgil che per dare una valutazione definitiva, si riserva di poter verificare il testo e gli articolati della legge di Bilancio.

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