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Data: 15/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensioni, salgono i contributi per uscire prima senza penalità (le novità sulle pensioni - guarda)

ROMA Anticipo della pensione (Ape) senza costi anche per un'ampia platea di lavoratori impegnati in mansioni faticose quali edili, infermieri, operatori socio-sanitari, ferrovieri, maestre d'asilo, fino alla soglia di 1.350 euro lordi, ma solo a condizione che abbiano maturato 36 anni di contributi. Questa è l'ultima novità del tavolo sulle pensioni che si è riunito ieri mattina in vista della manovra. Una novità che risponde alla logica di estendere questo beneficio a più categorie: per compensare il maggior esborso per lo Stato il governo ha scelto di alzare l'asticella dei requisiti contributivi, che dai 20 di riferimento per la pensione di vecchiaia sono cresciuti a 30 per i disoccupati, i lavoratori disabili o con parenti disabili a casa da assistere e appunto a 36 per i lavori considerati gravosi in questo contesto (classificazione che non coincide con quella tradizionale dei lavori usuranti, per i quali ci sono norme diverse).

LE CARRIERE DISCONTINUE L'effettiva portata di questa limitazione dovrà essere valutata visto che comunque si parla di persone che hanno almeno 63 anni di età: potrebbero risultare penalizzati coloro che hanno avuto una carriera particolarmente discontinua, con lunghi periodi di disoccupazione non coperta da contributi figurativi. La soglia di reddito di 1.350 euro lordi circa è quella connessa al valore dell'ammortizzatore sociale Naspi, che era stato già citato nel precedente verbale con i sindacati: al di sotto di questo livello l'intero ammortamento della rata sarà a carico dello Stato grazie ad un apposito bonus fiscale in cifra fissa, al di sopra ci sarà via via un costo crescente, ma limitato, da pagare. Con tutta probabilità i dettagli non saranno scritti nella legge di bilancio, ma rinviati ad un provvedimento successivo. Il meccanismo dell'Ape diventerà operativo dal primo maggio del prossimo anno, ma potranno usufruirne coloro che hanno il requisito di età al primo gennaio. Alla esatta definizione delle categorie ammesse all'Ape social dipenderà anche l'applicazione della soluzione trovata per i lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni. Chi si trova in questa situazione e allo stesso tempo fa parte delle categorie agevolate potrà lasciare il lavoro con la pensione anticipata con 41 anni di contributi, invece dei 42 e mezzo richiesti per gli uomini (per le donne sono 41 e mezzo).

LA TRATTATIVA La trattativa tra sindacati e governo, coordinata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, si conclude quindi con alcuni risultati concreti ma anche con qualche polemica. A proposito dei requisiti contributivi fissati a 30-36 anni la Cgil ha accusato l'esecutivo di essersi «rimangiato la parola». Cisl e Uil chiedono invece che sia concretizzato nei prossimi provvedimenti il lavoro fatto al tavolo. Per quanto riguarda l'Ape volontaria, è confermata la volontà del governo di intervenire per via fiscale anche a beneficio di questa platea, seppur con intensità minore. In particolare un credito d'imposta dimezzerà il peso di interessi e polizza assicurativa, anche se non è ancora chiaro se l'effetto sarà diretto o da usare in dichiarazione dei redditi. Obiettivo è mantenere intorno al 4,6 per cento il costo medio, in termini di riduzione della pensione definitiva, per ogni anno di anticipo: vuol dire che all'inizio l'onere potrà essere un po' maggiore e nel tempo andrà a ridursi in percentuale per il prevedibile futuro aumento dei trattamenti pensionistici legato all'inflazione.
Saranno invece definiti già con la legge di bilancio gli altri provvedimenti, in particolare quelli che riguardano coloro i quali già si trovano in pensione. L'aumento della cosiddetta quattordicesima sarà del 30 per cento i pensionati che già usufruivano di questa somma aggiuntiva avendo un reddito fino a 750 euro mensili. Chi si trova tra 750 e 1.000 avrà l'attuale importo senza aumenti.

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