Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/07/2024
Visitatore n. 738.564



Data: 16/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Province, dipendenti alla Regione: trasferimento nel caos

L'AQUILA - Dal primo ottobre avrebbero già dovuto essere in carico alla Regione, secondo quanto stabilito dall'accordo firmato a giugno tra l'assessore regionale Andrea Gerosolimo e il ministro Giuliano Poletti: un passaggio necessario e temporaneo, fino al dicembre del 2017, per far poi confluire i 177 dipendenti dei Centri per l'impiego, attualmente ancora in forze alle Province, nella cosiddetta agenzia unica. Ma il passaggio di consegne non è ancora stato perfezionato, con le Province che nicchiano sulla firma della convenzione presumibilmente in attesa che il referendum del 4 dicembre, sancisca o meno la loro definitiva scomparsa. Anche perché la Regione ha già in mente di riorganizzare e riequilibrare le forze in campo che vedono, ad esempio, alcuni Centri per l'impiego della provincia dell'Aquila sovradimensionati rispetto a quelli di Chieti.
Insomma per alcuni dipendenti dei Centri per l'impiego si potrebbe prospettare il trasferimento di qualche chilometro e questo basta per congelare l'inchiostro delle penne di qualche dirigente che dovrebbe firmare il passaggio.
URGENZA
Che l'operazione sia necessaria e urgente, lo ha sottolineato ora anche il Comitato di pilotaggio del Patto per lo sviluppo, organismo di cui fanno parte anche datori di lavoro e sindacati, che ha rivolto un accorato appello affinché la procedura sia conclusa nel più breve tempo possibile. Nel limbo tra i due enti (Province e Regione) restano poi anche gli 84 addetti della polizia provinciale e dei settori caccia e pesca, anche questi in forza alle Province e in attesa di transitare nelle fila della Regione. Con una differenza, però, che in questo caso il passaggio è stato già sancito da un accordo del 5 settembre scorso tra Regione e Province, senza però che le funzioni siano state effettivamente trasferite da un ente all'altro. «Colpa della giunta regionale che non ha ancora emanato gli atti formali dell'intesa raggiunta in sede di Osservatorio regionale e accompagnata da un dettagliato elenco nominativo di personale» denunciano i sindacati che, per questo, hanno ufficialmente proclamato lo stato di agitazione chiedendo al prefetto l'apertura della procedura di raffreddamento. «Il ritardo accumulato crea danno ai singoli lavoratori, in sospeso tra due enti - scrivono i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil -, e blocca la fase successiva prevista dal dipartimento nazionale Funzione Pubblica, impedendo anche la mobilità nei confronti dei comuni iscritti in piattaforma nazionale».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it