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Data: 16/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
La crisi dell'Atac - Atac, allarme sui bilanci il buco sale a 120 milioni

Allarme per i conti di Atac. Il 2016 si sta chiudendo con dati preoccupanti, nonostante il taglio delle corse deciso dall'amministrazione comunale alla luce della situazione di difficoltà dell'azienda ereditata. La proiezione del passivo di quest'anno, vale a dire la differenza tra ricavi e costi, secondo alcune fonti interne potrebbe aggirarsi, come tendenziale, sui 120 milioni di euro. Certo, è una proiezione pessimista, perché prende atto di 50 milioni di crediti inesigibili, e c'è chi invece riposiziona il rosso a meno della metà. Ma c'è anche un problema di interessi che l'Atac ormai è costretta a pagare alle banche: interessi anche del 4,60 per cento.
NUMERI
Osserva Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini, preoccupato per i contraccolpi che le difficoltà di Atac potrebbero avere sul bilancio del Comune: «Da quello che mi risulta, le perdite del 2016 andranno ben oltre i cento milioni. Questo avviene soprattutto perché non si sta facendo nulla per recuperare l'evasione del pagamento del biglietto, che potrebbe dare linfa vitale in un'azienda che non riesce neppure a fare con puntualità la manutenzione, visto che di 1.920 mezzi, 600 sono fermi perché vecchi, ma altri pagano la mancanza di riparazioni». Le cifre che ballano su Atac sono differenti: se c'è chi sostiene che lo squilibrio dei conti per il 2016 sarà di 120 milioni, in azienda c'è anche chi sostiene che in realtà i passaggi del piano industriale saranno, se non centrati, comunque avvicinati: si dovrebbe chiudere l'anno con meno 50 milioni di euro. Per Atac la giunta è già dovuta intervenire con una serie di misure molto severe, ma che sono apparse inevitabili. In primis, in una sorta di operazione verità alla luce dei mezzi realmente a disposizione, sono state tagliate circa 3.000 corse con l'orario invernale. Ma non c'è solo un problema operativo, per un'azienda che ha chiuso il 2015 con 70 milioni di perdite e 1,3 miliardi di debiti.
L'altro giorno la giunta è dovuta intervenire d'urgenza perché proprio in queste ore sarebbe scaduto il debito con quattro istituti bancari per 167 milioni di euro che avrebbe potuto causare il default dell'Atac.
SALVATAGGIO
L'esecutivo si è mosso rinviando di fatto l'applicazione del piano di rientro dell'azienda che, rispetto al debito di 429 milioni di euro che Atac ha nei confronti di Roma Capitale, inizierà i pagamenti non a luglio 2017, come era inizialmente previsto, ma nel 2019. In questo modo sono state liberate delle risorse che consentono di dare garanzie ai quattro istituti bancari e andare alla rinegoziazione del debito da 167 milioni in scadenza. Ma questa situazione esplosiva dell'Atac, su cui sta lavorando anche il nuovo assessore alle Partecipate, Massimo Colomban, rischia anche di complicare la stesura del bilancio di previsione 2017 di Roma Capitale, che ha già chiesto al governo un margine di 200 milioni sul patto di stabilità.
BILANCIO
Ieri l'assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo, ha descritto in questo modo la situazione con un post su Facebook: «Stiamo mettendo a fuoco tutte le problematiche segnalate dalla ragioneria generale del Comune per poter procedere, entro la fine del mese, a una dettagliata revisione delle poste di bilancio al fine di approvare le variazioni necessarie per garantire risorse e spazi di spesa adeguati fino alla fine dell'anno. Parallelamente stiamo predisponendo il bilancio di previsione 2017 che vogliamo portare all'approvazione in Assemblea capitolina entro i termini di legge». E sul confronto con il governo: «Partirà un dialogo con il ministero dell'Economia e delle Finanze per la concessione di spazi finanziari per circa 200 milioni di euro, come sempre avvenuto negli ultimi anni, destinati alla copertura dei debiti fuori bilancio ereditati dalle precedenti amministrazioni».

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