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Pescara, 25/07/2024
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Data: 18/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Strada parco, il chilometro della spesa

«Ci si conosce tutti, come in un paese, sempre le stesse facce, mese dopo mese». Cantava così Jovanotti, parlando più di vent'anni fa della gente della notte. Strofa che ben si intona con altri contesti di vita quotidiana. I mercati rionali, catalizzatori di facce note e saluti automatici, fanno parte di questo lato della medaglia. Fino a 15 mesi fa quello di piazza Duca, che si snodava tra via Luigi Cadorna, viale Kennedy e le perpendicolari che attraversano la chiesa del quartiere, era proprio il ritrovo settimanale di chi si conosceva, si salutava, attendeva il mercoledì per scambiare quattro chiacchiere con vicini di casa visti mille volte ma di cui dopo una vita forse non si conosceva neanche il nome. Era tutto un «Signò, com'è andata la settimana», «I nipotini tutto bene?», «Con la pensione non ci lamentiamo, tiriamo avanti» e via andare. Non ritrovarsi in quel piccolo alveare di strade era di fatto impossibile. Ma poi qualcosa è cambiato. Da un lato l'Istituto Misticoni-Bellissario su viale Kennedy e le scuole elementari davanti alla chiesa; dall'altro via Luigi Cadorna, unico sbocco verso il mare nel lungo tratto di via Nazionale che porta da via Gioberti a Santa Filomena, che il mercoledì mattina congestionava il traffico, erano sempre stati problemi da risolvere. E il cambio di destinazione, l'idea di usare la strada parco, luogo solitamente attraversato da pedoni e ciclisti, era sembrata una buona soluzione per tutti, con gli abitanti della zona finalmente risparmiati ogni martedì sera dal valzer della macchina da spostare chissà dove per lasciare posto agli ambulanti il mattino successivo. Ma non si era ancora fatto i conti con la lunghezza di quella strada che favorisce la dispersione scoraggiando, va da sé, l'aggregazione.
LE SPINE DEL PERCORSO
Un mercato non più sviluppato in ampiezza, in un triangolo ideale di bancarelle e su vie molto raccolte, ma su un binario d'asfalto dritto ed estremamente lungo da punta a punta, che stravolge l'essenza di quella giornata di trattative familiari e sorrisi collettivi. «Il mercato è molto dispersivo e ci penalizza - racconta Guerino Prosperi, ambulante di Villanova di Cepagatti -. Non può partire da piazza Duca e finire all'angolo di viale Muzii. Tanti pensionati non ce la fanno a percorrere un tratto di strada così lungo, di solito scendono da casa, così va a finire che comprano un po' di frutta e verdura e risalgono dopo un sguardo fugace tra le bancarelle della zona. Ve l'immaginate adesso una persona anziana percorrere tutto il mercato con le buste della spesa cariche? Non parliamo più di qualche centinaio di metri, ma di un paio di chilometri».
LE NOTE STONATE
Se la strada parco ha tolto più di qualche impiccio alle scuole limitrofe e agli automobilisti, sicuramente ha scoraggiato gli affari. «Nel mio tratto - continua il signor Guerino, venditore di capi di abbigliamento per donna - ad esempio non ci sono coltivatori, notoriamente accentratori di clientela. Questi sono prevalentemente concentrati all'altezza di via Cadorna, il che limita fortemente il passaggio visto che mi trovo a un chilometro abbondante da loro». Mugugni, lamentele e oggettive difficoltà che comunque non scoraggiano le vendite o l'arte di arrangiarsi. Non spengono i colori né annullano i sapori che improvvisamente ammantano la strada parco. Vicino i venditori di frutta e verdura, c'è anche un artista di strada: strimpella la chitarra, canta senza microfono e ha un cappello sull'asfalto. In tanti lo salutano e gli lasciano una moneta. Lui ringrazia con un cenno della testa e continua a intonare vecchi e nuovi successi. Forse sta pensando che la gente del mercato, nonostante i cambiamenti e gli spostamenti di zona, è davvero un po' come quella della notte, perché lo riconoscono tutti, come in un paese. Settimana dopo settimana, mese dopo mese.

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