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Pescara, 25/07/2024
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Data: 19/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Inps: crollano i posti fissi, licenziamenti in aumento

ROMA Continua inesorabile il calo delle assunzioni a tempo indeterminato, e prosegue senza sosta la crescita dell'utilizzo dei voucher. Anche gli ultimi dati dell'osservatorio sul precariato dell'Inps relativi ai primi otto mesi dell'anno, evidenziano le difficoltà perduranti dell'occupazione in Italia. A fronte di una ripresa debolissima, il mercato del lavoro non decolla: le nuove assunzioni stabili calano di 395.000 unità (-32,9%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e si contraggono del 35,4% (-109.827) anche le trasformazioni da contratto a termine a indeterminato.
LA TENAGLIA
Non c'è decontribuzione che tenga, e a poco servono le regole più flessibili del Jobs act. Purtroppo invece corrono i licenziamenti: quelli per giusta causa o giustificato motivo oggettivo (relativi ai contratti stabili) da gennaio ad agosto sono state 46.255, contro le 36.048 dello stesso periodo dello scorso anno, ovvero il 28% in più. Che le imprese siano ancora strette nella tenaglia della paura della crisi e dei consumi bloccati, lo dimostra anche il dato sui voucher, i buoni lavoro da 10 euro (al lavoratore vanno 7,50, il resto sono contributi e assicurazioni): in questi otto mesi ne sono stati venduti 96,6 milioni, con un incremento del 35,9%.
Complessivamente nei primi otto mesi dell'anno ci sono state 3.782.000 nuove assunzioni, 351.000 in meno rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-8,5%). La riduzione più consistente si è avuta per i nuovi posti stabili: mentre nel 2015 da gennaio ad agosto ci fu un milione e duecentomila persone che ottenere un contratto a tempo indeterminato, quest'anno sono stati solo in 805.00, un dato inferiore persino al corrispondente periodo del 2014 (circa 877.000).
Il 32,8% dei nuovi posti fissi (pari a 330.262 contratti) ha usufruito della decontribuzione del 40% per nonn meno di due anni; lo scorso anno con lo sgravio contributivo totale la quota di assunzioni che ne usufruì fu attorno al 60%. In calo anche le assunzioni stagionali passate dalle 483.000 del 2015 a poco meno di 447.000 quest'anno (-7,4%).
Sono aumentate invece le assunzioni a termine e quelle in apprendistato, rispettivamente pari a 57.533 (+2,5%) e 22.053 (+18%).
LA FRENATA
Il confronto con il 2015 è perdente anche se si guardano i dati della variazione netta: le nuove assunzioni (tutte le tipologie di contratto) superano di 703.000 posizioni le cessazioni (pensionamenti, esuberi, licenziamenti, dimissioni); nel 2015 il saldo fu migliore per 110.000 unità. E anche in questo caso si nota la brusca frenata dei nuovi occupati a tempo indeterminato: il saldo tra assunzioni e cessazioni resta sì ancora positivo, ma solo per 53.000 unità, l'88% in meno rispetto all'anno scorso quando nello stesso periodo il saldo fu di 466.000 unità.
I dati ovviamente preoccupano i sindacati. E se la Cisl chiede di fare un tagliando sulle misure per il lavoro, Cgil e Uil puntano il dito contro l'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, il cui effetto - sostengono - si vede nei diecimila licenziamenti in più per giusta causa.

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