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Pescara, 25/07/2024
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Data: 19/10/2016
Testata giornalistica: Il Centro
E altri due cinghiali finiscono contro un’auto e un pullman. Sbucati sulla Lanciano-Val di Sangro e sulla Trignina, sono stati travolti e uccisi

SAN SALVO Altri due incidenti stradali a causa dei cinghiali (morti) Il primo si è verificato lunedì sera, intorno alle ore 20, sulla strada provinciale Lanciano-Val di Sangro, in prossimità dell'incrocio per Brecciaio di Sant'Eusanio del Sangro. Un’auto ha investito un cinghiale che attraversava la strada. L'auto proveniva da Atessa e viaggiava in direzione Lanciano, alla guida c'era una donna. Il cinghiale è sbucato all'improvviso. Inevitabile l'impatto, l'ungulato è morto sul colpo. Sul posto sono arrivati i carabinieri di Lanciano, e l'ambulanza del 118 che ha trasportato la donna all'ospedale "Renzetti" dove i medici le hanno diagnosticato lesioni lievi. Il secondo incidente è avvenutosulla Statale Trignina (km 50, nei pressi del bivio per Canneto - Roccavivara). Un ungulato maschio adulto di diversi quintali è finito contro un pullman di linea con a bordo decine di operai diretti verso la zona industriale di Piana Sant'Angelo a San Salvo. Il pullman, partito da Castiglione Messer Marino, era a metà del suo percorso. Il cinghiale è arrivato dalla campagna, dopo aver attraversato il guardrail: colpito in pieno dal mezzo, è rimasto sulla carreggiata. Il pullman ha riportato danni al paraurti e alla carrozzeria. Nessuna conseguenza per i viaggiatori. L'incidente ha rinfocolato le polemiche. «E' assurdo che non si riesca a trovare un modo per salvaguardare gli esseri umani», hanno protestato ieri alcuni pendolari. Una polemica che Vinicio Blasetti di Confagricoltura riprende ricollegandosi alla filiera avviata dal parco Velino Sirente sul riutilizzo della carne di cinghiale. «Dopo anni di inerzia il parco Sirente Velino, sembra abbia risolto il problema, tuttavia omette di divulgare l’entità dei danni nel suo territorio, non riconosce le proprie responsabilità su quelli causati dalle numerose popolazioni di cinghiali e cervi appena fuori dall’area protetta, omette di dirci quanti sono i cinghiali e cervi», afferma. Blasetti ricorda che in Abruzzo nel periodo di caccia vengono abbattuti migliaia di cinghiali e che più di mille sono stati abbattuti dalle attività di selecontrollo «che, quest’anno, per colpa della solita follia burocratica è iniziata tardi». «Il Parco con i suoi 100 esemplari parla di esempio virtuoso, mentre i danni alle coltivazioni sono aumentati a livello insopportabile con la Regione che li paga con il contagocce», riprende. «Abbiamo chiesto al Parco di avere una gabbia a Massa D’Albe, come previsto nel piano del parco, ma la nostra richiesta ha avuto un diniego perché nel territorio non abbiamo danni, forse non è un danno che dal 1995 non è più possibile coltivare all’interno ed all’esterno del Parco?», domanda Blasetti. Ricordando come la filiera delle carni di cinghiale non può essere appannaggio di pochi soggetti: «Occorre realizzare accordi di filiera controllati dal pubblico per fare in modo che parte dei proventi possano essere destinati a finanziare l’attività di prevenzione e gestione effettuata dai selecontrollori e, nei casi estremi, il risarcimento dei danni».

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