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Pescara, 25/07/2024
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Data: 19/10/2016
Testata giornalistica: Il Centro
M5S, Di Maio replica: spese trasparenti. Il vicepresidente della Camera contestato dai suoi per i 108mila euro per le attività politiche: «Ne ho restituiti 200»

ROMA Non si sono ancora spente le polemiche per il caso dell’assessore della giunta capitolina, Paola Muraro (gli sms segreti scambiati con il sindaco Raggi) che Luigi Di Maio, big dei Cinquestelle e vice presidente della Camera deve affrontare un’altra grana. Due ex dipendenti della Casaleggio & Co., Nicola Biondo e Marco Canestrari ormai ex Cinquestelle e titolari del blog Supernova hanno pubblicato i rimborsi chiesti alla Camera dai parlamentari grillini. Si è così scoperto che in tre anni, Luigi Di Maio, l’uomo designato come premier, ha chiesto e ottenuto oltre 100mila euro di rimborsi per attività legate ad eventi sul territorio. Soldi spesi in incontri con imprenditori e diplomatici, cene con esponenti di associazioni, voli aerei. Un record nel mondo grillino nato sotto lo slogan della “politica a costo zero”. E che distacca di un bel po’ il secondo classificato: Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza Rai, esponente di spicco dell’ala ortodossa del movimento e considerato antagonista del “governativo e televisivo” Di Maio, di rimborsi in tre anni ne ha chiesti solo 31.600mila euro. La notizia ha scatenato la reazione del Pd, ma anche di una parte del movimento M5S che sembra accumulare settimana dopo settimana una certa dose di malumore nei confronti di Di Maio, componente della famosa triade insieme ad Alessandro Di Battista (i due vivono in simbiosi politica) e a Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto. Struttura a tre voluta da Grillo dopo la “svolta” di Palermo che ha mandato in rottamazione il litigioso “direttorio” a cinque. Il vice presidente della Camera è subito passato al contrattacco. E mentre Roberto Fico, pare sollecitato da Grillo che li vuole “compatti” prima del referendum, si è affrettato a precisare che «nel movimento Cinquestelle non ci saranno mai correnti», smentendo così di essere il leader della fronda, Di Maio ha parlato di «spese trasparenti». «Ho restituito in tre anni e mezzo 204.582,62 euro – ha scritto in un lungo post sul blog di Grillo - è capitato anche che abbia pagato alberghi, biglietti aerei e dei treni per viaggi istituzionali e biglietti aerei-treni per eventi sul territorio, senza farli rimborsare alla Camera, anche se ne avrei avuto diritto. Gestisco due cariche, ma lo Stato ne paga solo una». E ancora. «Sono meno di 3mila euro al mese». Ma i mal di pancia fanno capolino anche sul web dove i militanti continuano a parlare di lotta agli sprechi e di attività politica “francescana”. La cifra non è alta, ma stride con l’idea dell’uno-vale-uno e del fatto che ci sia qualcuno nel movimento che sia legittimato a spendere più degli altri in quanto “leader telegenico”. Beppe Grillo che formalmente è tornato a fare il capo politico a tempo pieno, sta cercando di ricomporre le due anime del movimento. Ma fa sempre più fatica. Roberto Fico vorrebbe ritornare allo spirito originario dei Cinquestelle contro la spinta governativa del duo Di Maio-Di Battista e si sarebbe rivolto a Grillo. Ma avrebbe confessato agli amici: «Sapete cosa mi ha risposto Grillo? Ci riuniamo in una stanza tui, io e Luigi. Voi vi dite le cose che vi stanno sullo stomaco e poi riprendiamo a lavorare». Ma fino a che punto, si domandavano ieri alcuni militanti sulla rete, Grillo è disposto a tollerare la leadership di Luigi Di Maio?

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