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Data: 23/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Regione Abruzzo, i debiti ora ammontano a un miliardo di euro

L'AQUILA conti sono ancora in corso, ma la proiezione dei calcoli va nella direzione del miliardo. Quasi un miliardo di euro di debiti. L'Abruzzo si risveglia, con l'accertamento dei residui delle economie vincolate, con un fardello doppio rispetto a quanto era stato calcolato appena un anno fa. Dai 438 milioni di euro che pure la avevano posta come la quinta Regione (dopo Lazio, Piemonte, Sicilia e Molise) più indebitata d'Italia (pro capite), ai 950 milioni di euro e passa che dovrebbero uscire dopo il complesso lavoro di accertamento sui crediti inesigibili che gli uffici regionali stanno completando in questi giorni.
«Se la cifra sarà confermata - commenta l'assessore al Bilancio, Silvio Paolucci (nella foto)- cercheremo di mettere tutto in un unico calderone, sul quale contrattare per un'estinzione del debito in trenta anni». Il passaggio è tecnico-burocratico: dimostrare cioè che si tratta di un riaccertamento straordinario e, in quanto tale, passibile di rateizzazione. Ma è un passaggio fondamentale dal punto di vista politico, perché spalmare in tre decenni quel miliardo consentirebbe di fissare una quota di ammortamento a circa 30 milioni di euro l'anno, meno della metà di quella accantonata quest'anno. Il che vorrà dire maggiore agibilità sui conti e, chissà, sulla pressione fiscale a carico degli abruzzesi. «Di positivo c'è che oggi c'è una maggiore chiarezza e trasparenza sull'entità del debito, anche se sono ancora insoddisfatto del lavoro fatto: mi aspetto che tutti i dipartimenti della Regione facciano un lavoro certosino per ripulire tutti i residui e che soprattutto stabiliscano in fase di programmazione con il Peg questi approfondimenti - continua Paolucci -. E' anche vero però che il lavoro non è semplice, perché per quindici anni non è stato mai fatto». Il fardello era infatti in parte noto e in parte no: ai 438 milioni iscritti in bilancio, vanno aggiunti i 100 milioni detratti dal mutuo autorizzato con legge regionale (ma non acceso), i 174 milioni di euro distratti da fondi finalizzati agli investimenti e già oggetto di un apposito decreto da parte del governo che ne ha consentito il pagamento in trenta anni, 61 milioni di economie riprogrammate per le quali c'è un ricorso della Corte dei Conti che pende alla Consulta, 72 milioni di euro di accantonamenti per le partecipate, altri 72 milioni per la sanità (che però vanno tolti dal conto generale) e altri spicci per qualche milione di euro da varie voci.
PRO CAPITETirando la linea finale, ogni abruzzese passerà da un debito pro capite di 341,7 euro ad uno di oltre 710 euro (tra i 713 e i 750 euro verosimilmente). Il che fa restare gli abruzzesi tra le cinque popolazioni regionali più indebitate, avvicinandoli però di molto al Molise, quarto nella classifica con un debito pro capite di 986,3 euro. Il lavoro di riaccertamento sarà concluso tra una quindicina di giorni, assicura Paolucci, e sarà riferito fino all'annualità 2014. Ci sono insomma ancora due anni da spulciare, «ma quelli non mi preoccupano - aggiunge l'assessore al Bilancio - perché da allora, da quando siamo entrati noi, i conti sono stati tenuti sotto controllo».

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