Gentile Direttore, Pescara ha a disposizione due tesori che in Italia poche altre città possono vantare: aree di risulta della vecchia stazione ferroviaria e quella dell’ex Cofa (Consorzio ortofrutticolo all’ingrosso). Due “vuoti urbani” entrambi in zone strategiche dove articolare un moderno sviluppo. Il primo è di proprietà del Comune da circa 30 anni, il secondo, disponibile da poco più di un anno, appartiene alla Regione. Bene ha fatto Il Centro a posizionarli in testa alle varie incompiute. Occasioni irripetibili che chiamano a scelte coraggiose e ponderate. Forse la consapevolezza che a decisioni sbagliate difficilmente sarà poi possibile porre rimedio ha indotto le amministrazioni comunali (di diverso colore) che si sono avvicendate a prendere tempo. Ma a questo tergiversare non sono estranee le spinte contrapposte: da un lato chi auspica un utilizzo intensivo delle aree per edilizia residenziale e direzionale, dall’altro ambientalisti e movimenti civici che sperano in uno sviluppo armonico che contempli infrastrutture e spazi usufruibili dai cittadini. In mezzo il Comune cui spetta l’ultima parola. Il contrasto di interessi finora ha portato a una sostanziale paralisi. Di proposte e studi preliminari sono ormai pieni i cassetti. Il sindaco Alessandrini ha annunciato varie forme di consultazioni da cui trarre suggerimenti. Ma poi è il Comune che dovrà fare la sintesi delle scelte di carattere urbanistico che si andranno a prendere. E’ ora di decidere. Lettera firmata