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Pescara, 25/07/2024
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Data: 25/10/2016
Testata giornalistica: Il Centro
«Un mostro giuridico per l’interporto». Il governatore D’Alfonso rivendica i crediti della Regione e tuona contro una convenzione siglata nel 2008 da Del Turco

MANOPPELLO Una convenzione stipulata nel 2008 fra Regione – con la giunta del governatore Del Turco – e società Intermodale (51 per cento Di Vincenzo e 49% Toto, diversa dalla società Interporto che si occupa del trasporto ferroviario) che ha costruito e gestisce l'Interporto d'Abruzzo è motivo, oggi, di una denuncia da parte del presidente in carica della giunta regionale, Luciano D'Alfonso, il quale ha definito l'accordo «un mostro giuridico che ha cancellato l'alea imprenditoriale. Scaverò a fondo» afferma D’Alfonso, «per indagare i motivi che hanno fatto sì che per anni non ci sia stato un capitolo di bilancio nel quale iscrivere gli introiti derivanti dall'accordo e chiederò anche un esame approfondito a Procura, Corte dei Conti e Anac per capire come mai negli anni passati questo sia accaduto e per quale motivo sia stato concepita una convenzione a pendenza unilaterale». Il presidente D'Alfonso ha espresso queste intenzioni al termine della riunione convocata per analizzare i contenuti della convenzione inerente la gestione della struttura di Manoppello. Riunione alla quale hanno partecipato il referente dell'Avvocatura dello Stato, avvocato Generoso Di Leo; l'esperto legale del comitato regionale tecnico amministrativo, avvocato Vincenzo Mastrangelo; il direttore generale della Regione, avvocato Cristina Gerardis; la dirigente dell'Avvocatura regionale avvocato Stefania Valeri; il commissario straordinario e il direttore di Arap, Giampiero Leombroni con Antonio Sutti e la direttrice del dipartimento trasporti della Regione, Maria Antonietta Picardi. «Intendo sottoporre a lettura giuridica questa convenzione» ha proseguito il governatore «mettendo ciascuno davanti alle proprie responsabilità, poiché mi risulta che non sia stato mai pagato il canone di utilizzo della struttura». Il presidente della società Intermonale, ingegner Gianni Di Vincenzo, interpellato sui fatti, ha rinviato ogni spiegazione per la complessità dell'argomento, ma da fonti informate si è potuto risalire ai contenuti della convenzione. La società Intermodale, secondo gli accordi, avrebbe dovuto versare alla Regione, che è proprietaria dell'area su cui sorge l'interporto, il 24 per cento degli introiti relativi agli affitti dei locali interportuali. Cosa che in realtà non è mai avvenuta in quanto ritiene di essere creditrice verso la Regione di somme ingenti, che superano di gran lunga quelle a debito, relative ai lavori di costruzione dello stabilimento e delle infrastrutture a esso asservite. Inoltre, la società Intermodale ha chiesto una revisione della convenzione stessa ritenendo che essa contenga, nei sui presupposti generali, condizioni capestro. Si profila dunque, a distanza di molti anni dagli accordi, l'apertura di un contenzioso fra le parti che si ritengono entrambe e vicendevolmente creditrici, nonché un procedimento interno alla Regione per la mancata iscrizione in bilancio dei crediti vantati.

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