«Voglio denunciare la convenzione che regola la gestione dell'interporto d'Abruzzo perché si tratta di un mostro giuridico che ha cancellato l'alea imprenditoriale. Inoltre scaverò a fondo per indagare i motivi che hanno fatto sì che per anni non ci sia stato un capitolo di bilancio nel quale iscrivere gli introiti derivanti dall'accordo». È quanto dichiara il presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso al termine della riunione convocata per analizzare i contenuti della convenzione per la gestione della struttura situata a Manoppello. All'incontro erano presenti Generoso Di Leo, dell'Avvocatura dello Stato, l'esperto legale del Comitato Regionale Tecnico Amministrativo Vincenzo Mastrangelo, il direttore generale della Regione Cristina Gerardis, la dirigente dell'Avvocatura regionale Stefania Valeri, il commissario straordinario e il direttore di Arap Giampiero Leombroni e Antonio Sutti e la direttrice del Dipartimento trasporti della Regione Maria Antonietta Picardi. «Intendo sottoporre a lettura giuridica questa convenzione ha specificato D'Alfonso mettendo ciascuno davanti alle proprie responsabilità poiché mi risulta che non sia stato mai pagato il canone di utilizzo della struttura. Ma chiederò anche un esame approfondito a Procura, Corte dei Conti e Anac per capire come mai negli anni passati non sia stato aperto un capitolo di bilancio mirato alla riscossione di quanto previsto dall'accordo e per quale motivo sia stato concepita una convenzione a pendenza unilaterale». L'atto era stato firmato nel gennaio 2008 all'epoca della giunta Del Turco.