BRUXELLES La lettera che la Commissione europea intende indirizzare all'Italia, per contestare formalmente alcuni elementi della legge di bilancio 2017, ieri sera era pronta a partire: una pagina o poco più, indirizzata a Pier Carlo Padoan e con in calce le firme di Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, che dovrebbe limitarsi ad una richiesta di informazioni. Almeno questo è quanto si aspettava Matteo Renzi. «La lettera di Bruxelles? Arriverà, la vedrà Padoan», ha detto il presidente del Consiglio al Tg5: «La lettera riguarderà tutta una serie di Paesi, non soltanto l'Italia, per alcune differenze minimali. Noi abbiamo fatto le cose in regola. L'Italia sta rispettando tutte le regole europee, anche se non le condividiamo», ha spiegato Renzi.
I NODI APERTI Secondo ambienti del Tesoro, non dovrebbero esserci richieste esplicite di correzioni. Ma, già di per sé, la lettera costituisce una messa in mora. E, tra le righe, potrebbe annunciare un conto più salato dello 0,1% di aggiustamento strutturale che l'Italia deve realizzare nel 2017, se vuole rientrare nei limiti del Patto di Stabilità. Alle otto di sera la missiva era ancora sulle scrivanie del vicepresidente della Commissione Dombrovskis e del commissario agli Affari economici Moscovici. «Stiamo analizzando le bozze di bilancio che abbiamo ricevuto dagli Stati della zona euro. Durante questa fase non faremo commenti sul contenuto», ha detto una portavoce della Commissione. Ma la sostanza dei rilievi è nota: debito che non scende abbastanza, deficit nominale insufficiente e, soprattutto, saldo netto strutturale che peggiora invece di migliorare. La lettera costituisce un avvertimento e rischia di innescare un scontro nel momento in cui Renzi ha confermato che «la manovra non cambia». Se l'Italia non assumerà impegni concreti questa settimana migliorando il saldo netto strutturale o inserendo meccanismi automatici di correzione per il 2017, il 31 ottobre la Commissione di fatto potrebbe bocciare la manovra, chiedendo una nuova versione del progetto di bilancio da presentare entro 3 settimane. Nel testo, Dombrovskis e Moscovici dovrebbero ricordare gli obiettivi per l'Italia. Lo scorso maggio, per ottenere il via libera alla flessibilità su riforme e investimenti, Padoan era stato costretto a garantire un miglioramento del saldo netto strutturale dello 0,2% di Pil. Di per sé, si trattava già di una concessione della Commissione rispetto allo sforzo dello 0,6% previsto dalle regole per i paesi con un debito oltre il 60% di Pil.
Invece, secondo le cifre trasmesse dal governo, il parametro è destinato a peggiorare dello 0,4%. Anche scontando tutte le spese eccezionali per terremoto e migranti (lo 0,4% di Pil), con un saldo netto strutturale invariato, l'Italia sarebbe a rischio di «deviazione significativa». «Serve uno sforzo strutturale di almeno lo 0,1% di Pil», sintetizza una funzionario. Il conto potrebbe salire se come dicono alcune fonti la Commissione terrà conto solo di una parte delle spese per la crisi dei rifugiati e il sisma. Nel 2016 la flessibilità sui migranti era stata di appena lo 0,04% di Pil contro lo 0,2% indicato dal governo per il 2017. Inoltre, «il piano Casa Italia non può essere scontato», spiega il funzionario: «Solo le spese per la ricostruzione delle zone direttamente colpite dal terremoto sono escluse dai calcoli» del Patto. Anche i dubbi su alcune entrate come le cartelle Equitalia e la voluntary discolsure potrebbero far aumentare lo sforzo strutturale richiesto. Dombrovskis e Moscovici dovrebbero chiedere a Padoan di rispondere entro giovedì o venerdì, confermando la volontà di continuare il dialogo per arrivare ad un compromesso.