“Poco meno di un mese fa abbiamo organizzato un convegno aperto alla politica abruzzese e molisana (parlamentari e consiglieri regionali) per spiegare i gravi effetti della norma nazionale introdotta nel 2012 e resa operativa dal DPCM del 2013 in base alla quale sono stati resi operativi nuovi meccanismi di premialità e penalità nei criteri di distribuzione dei circa 4,9 miliardi di risorse che il Fondo nazionale trasporti riserva annualmente alle regioni italiane a statuto ordinario”. Così in una nota la Fit-Cgil Abruzzo.
“La norma che ha prodotto concretamente i primi effetti a partire da quest’anno, ha penalizzato sei regioni a statuto ordinario (Abruzzo, Campania, Basilicata, Puglia, Molise e Marche) sottraendo importanti risorse ( (vedi tabella )) che in base ad un principio di vasi comunicanti, sono state ridistribuite alle restanti regioni cosiddette virtuose.
Per fare un esempio concreto che ci riguarda da vicino – prosegue la nota – l’Abruzzo è stato interessato per il 2016 da un taglio complessivo di risorse pari a circa 10 mln di euro dei quali circa 8 mln frutto della citata penalizzazione e altri 2 mln a seguito di una riduzione dello stanziamento complessivo del Fondo Nazionale trasporti. Taglio che ha indotto il Governo Regionale a intervenire (non senza polemiche e giuste rimostranze di studenti, lavoratori e pensionati) con tagli ai servizi e con aumenti tariffari.
La novità dell’ultim’ora tuttavia, è che per alcune regioni interessate come l’Abruzzo da queste penalizzazioni, i famosi tagli previsti dal Decreto, sono usciti dalla porta principale e sono poi rientrati come d’incanto dalla finestra (peraltro con gli interessi) attraverso risorse straordinarie definite nel recente Decreto Legge Fiscale emesso dal Governo. Infatti attingendo al Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, il governo Renzi ha assegnato alla Regione Campania 600 milioni come contributo straordinario 2016 per ripianare il debito con la società di trasporto ferroviario Eav e 90 milioni alla Regione Molise a copertura dei debiti nei confronti di Trenitalia.
Davvero una beffa per l’Abruzzo che, pur dovendo gestire per il trasporto pubblico locale una situazione molto simile e non propriamente idilliaca, frutto peraltro di decenni di malgoverno e di aziende pubbliche malgestite dalla politica, si è tuttavia rimboccata le maniche e senza bussare al governo con il cappello in mano, ha dato origine alla più importante riforma dei trasporti e alla nascita dell’azienda unica regionale con grandi sacrifici da parte dei lavoratori del settore ma anche dell’utenza cui sono stati destinati, purtroppo, aumenti tariffari e tagli ai servizi.
Dal citato convegno di Vasto, vi è stata chiaramente una diversa reazione da parte della politica abruzzese e di quella molisana. Quest’ultima, infatti, non ha esitato più di tanto a mobilitare i propri parlamentari affinché tornassero con gli interessi quei finanziamenti sottratti da una norma
profondamente ingiusta, iniqua e priva di chiari elementi di trasparenza per ciò che riguarda il meccanismo di individuazione delle “regioni canaglia”. Analogo atteggiamento hanno assunto con successo i politici campani. E i 22 parlamentari (14 deputati e 8 senatori) abruzzesi ?? Al momento, tranne alcuni segnali sporadici di interessamento al problema, non si registra un chiaro e trasversale impegno ad adoperarsi a difesa del diritto alla mobilità di lavoratori, studenti e pensionati abruzzesi”.