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Data: 26/10/2016
Testata giornalistica: Mapero'
Di Matteo va alla guerra

Un assaggio di quello che sarà. Luciano D’Alfonso non ha più una maggioranza, il centrosinistra è in libera uscita e ieri si è visto: i tre ribelli fanno sul serio. Non scherzano, proprio per niente. In Consiglio regionale all’Aquila l’assessore Pd Donato Di Matteo, reduce da due anni di bocconi amari, ha preso coraggio ed è scoppiato: in aula ha sparigliato i giochi e ha fatto un contropiede memorabile al consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, bloccando il suo progetto di legge sulla montagna e facendolo rispedire in commissione. E la mattina, in giunta regionale, un altro scontro: il presidente della Regione Abruzzo D’Alfonso ha tentato di prendere di petto due dei tre ribelli, gli assessori Andrea Gerosolimo e lo stesso Di Matteo, che gli hanno però risposto picche.

Il problema è politico, e non va affrontato davanti agli altri assessori, semmai in una riunione di maggioranza o soltanto con loro tre. La lettera parla chiaro: gestione accentratrice e verticistica del governatore, nessun coinvolgimento di consiglieri e assessori, insomma il presidentissimo facciotuttoio a loro non gli sta più bene, proprio per niente.

E il pressing sui tre ribelli di D’Alfonso, che ieri ha pubblicato le foto sue e di Gerosolimo a Roma, anche allo scopo di insinuare una ricucitura, finora non ha sortito effetti: il presidente non è riuscito a sparigliare il gruppo, nonostante abbia tentato l’impossibile. Gero non può per la seconda volta rimetterci la faccia venendo a patti con Dalfy (dopo averlo fatto lo scorso anno, quando ottenne il rimpasto e la poltrona da assessore), Olivieri va facendo mostra di tenere duro nonostante gli siano arrivate blandizie di ogni sorta e Di Matteo ieri ha fornito un assaggio di quello che verrà. Ai suoi fedelissimi l’assessore ha detto che lui andrà avanti, e che certo al punto in cui stanno le cose non accadrà che qualcuno torni sui propri passi in cambio di una delega o di una poltrona. Quindi D’Alfonso è inutile che si affatichi.

I tre stanno preparando una piattaforma programmatica da sottoporre a Dalfy, e su quella si giocheranno la loro partita.
E ieri Di Matteo, nel pieno dei lavori del Consiglio regionale, si è scatenato contro Pietrucci che aveva chiesto che venisse inserito all’ordine del giorno del Consiglio il suo progetto di legge sulla “Rete escursionisti, sentieristica, alpinisti, speleologica, torrentistica Abruzzo per lo sviluppo delle zone montane”.

“Sono dispiaciuto perché sono assessore con delega alla Montagna e non sapevo nulla di questa iniziativa che, quindi, non è condivisa dalla maggioranza ma è estemporanea, avviata dalla presunzione di chi pensa di poter fare tutto”, ha tuonato Di Matteo chiamando Pietrucci “giovanotto”.

E Pietrucci ha risposto per le rime: ha accusato l’assessore di essere un pozzangherista (tipico termine dalfonsiano) e di censurare l’attività legislativa dei consiglieri regionali, “se ci sono problemi in maggioranza, se ne discuta in altra sede, qui si lavora per gli interessi degli abruzzesi”. Ma per tutta risposta Di Matteo si è alzato e se n’è andato.
A dare manforte è arrivato poi Olivieri, il terzo ribelle, che ha denunciato i ripetuti tentativi di D’Alfonso di dividerli e convincerli a tornare nei ranghi:

“Il presidente ha parlato con noi singolarmente. A noi interessa che ci convochi in tre per parlare delle cose che non vanno, stiamo aspettando una sua chiamata. Se non lo fa, faremo le nostre valutazioni”.

E tanto per dimostrare che non scherza, ha abbandonato l’aula a lavori appena iniziati, facendo mancare il sostegno alla maggioranza perché, ha detto,

“D’Alfonso si sottrae al confronto su un disagio molto grave che riscontrano tutti, ma che solo noi abbiamo il coraggio di denunciare: il grande accentramento di potere nelle sue mani, che lascia noi consiglieri senza impegno politico, senza la possibilità di esprimere il nostro ruolo”.

ps: ore contate per la maggioranza. Perchè anche se hai uno stuolo di yesman intorno e ti capita però uno che ha poco o nulla da perdere, un altro che ha capito che i Dalfy passano e lui resta, e un terzo che punta tutto sul jolly, allora rischi di essere spacciato per davvero.

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