ABRUZZO. «Tutta l'operazione da 6,9 miliardi di euro è finanziata dal privato. Il pubblico ci mette, da parte sua, una serie di misure fiscali e di decontribuzioni previste già nel nostro ordinamento. Quindi nessuna 'legge speciale', ma solo l'applicazione delle norme che ci sono».
Così l'Ad di Strada dei Parchi spa, Cesare Ramadori, al termine dell'audizione in Commissione Ambiente del Senato, che si è svolta nel pomeriggio, sul progetto di messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 che interessano il Lazio e l'Abruzzo, presentato dopo il sisma de L’Aquila del 2009, diventato legge nella Stabilità 2012.
Sul progetto che prevede più gallerie e meno viadotti, in Abruzzo si è aperto un dibattito, anche dai toni polemici, in alcuni territori e tra le forze politiche.
Nei mesi scorsi il Ministero per l’Ambiente ha ribadito più volte che il maxi progetto ha poco a che vedere con la messa in sicurezza antisismica
http://www.primadanoi.it/news/abruzzo/568775/autostrade--toto-si-rassegna-e-rinuncia-al-progetto-da-6-miliardi-.html tanto che il gruppo Toto nelle scorse settimane ha deciso di presentare un progetto coerente alle richieste formulate. Dunque attenzione focalizzata tutta sulla sicurezza sismica e nessun allungamento della concessione. I dettagli di quanto proposto non sono ancora noti ma il ministero conferma che l’istruttoria «è in corso».
Ma la società pare che non abbia ancora archiviato il progetto mastodontico (inviato di «propria iniziativa e senza alcuna richiesta»).
Infatti ieri la Commissione Ambiente del Senato, presieduta dal senatore Giuseppe Mariniello ha audito per quasi 50 minuti l' amministratore della concessionaria dell'imprenditore abruzzese Carlo Toto.
«Noi ci siamo mossi seguendo gli obblighi di una legge dello Stato contenuta nella Finanziaria del 2012, che ha attribuito a questa arteria il ruolo di asse strategico per la Protezione Civile in caso di cataclismi» ha aggiunto Ramadori.
«Abbiamo elaborato delle soluzioni che puntano prima di tutto a rendere sicura l’autostrada e capace di resistere anche ad eventi tellurici importanti. Abbiamo fatto dei progetti che tengono conto del valore ambientale delle aree attraversate, puntando ad un piano che riduca al massimo possibile il consumo di suolo. Ci siamo preoccupati di tutelare le riserve idriche del sottosuolo, scegliendo percorsi che passano a monte delle falde. Inoltre, puntando a ridurre i dislivelli tipici di un’arteria di montagna, intendiamo abbattere anche i consumi di carburante per auto, pullman e Tir. Dando un contributo importante alla riduzione delle immissioni di CO2. Aumentando i caselli e non tagliando fuori nessuna comunità, area geografica o paese. Per i consumatori abbiamo predisposto un piano che prevede un aumento della tariffa pari al 0,50% all’anno al netto dell’inflazione».
«Perché il piano abbia gambe per camminare da solo» ha concluso Ramadori «è necessario che si possa avere l’estensione di 15/20 anni dell’attuale concessione. E non 45, come è stato scritto sulla stampa. Infine, e non da ultimi, i temi economico sociali. Il piano porta con sé una possibilità non da poco, 20 mila posti di lavoro per tutto l’arco della durata dei lavori, stimata in dieci».