ABRUZZO. Il trasporto abruzzese nel caos: nel turbinio di accuse e smentite sui numeri di bilancio e sul presunto risanamento delle società pubbliche, si abbatte anche la cattiva notizia dei tagli delle risorse statali.
Alcune regioni penalizzate a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi di efficientamento del trasporto locale previsti dal Decreto ministeriale, hanno mobilitato i propri parlamentari e i risultati sono arrivati all'istante. In Abruzzo, invece, nessuno si è mosso.
La regione è stata interessata per il 2016 da un taglio complessivo di risorse pari a circa 10 mln di euro, circa 8 mln frutto della penalizzazione per il mancato raggiungimento degli obiettivi e altri 2 mln a seguito di una riduzione dello stanziamento complessivo del Fondo Nazionale trasporti.
Taglio che ha indotto il Governo Regionale ad intervenire (non senza polemiche e giuste rimostranze di studenti, lavoratori e pensionati) con tagli ai servizi e con aumenti tariffari.
La novità dell'ultim'ora la illustrano Franco Rolandi della Filt Cigl e Sandro del Fattore di Cgil Abruzzo: per alcune regioni interessate da queste penalizzazioni, i famosi tagli previsti dal Decreto, sono usciti dalla porta principale e sono poi rientrati come d’incanto dalla finestra (peraltro con gli interessi) attraverso risorse straordinarie definite nel recente Decreto Legge Fiscale emesso dal Governo.
Infatti attingendo al Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, il governo Renzi ha assegnato alla Regione Campania 600 milioni come contributo straordinario 2016 per ripianare il debito con la società di trasporto ferroviario Eav e 90 milioni alla Regione Molise a copertura dei debiti nei confronti di Trenitalia.
LA RIFORMA DEI TRASPORTI IN ABRUZZO SNOBBATA DAL GOVERNO RENZI
«Davvero una beffa per l'Abruzzo», dicono Rolandi e Del Fattore, «che, pur dovendo gestire per il trasporto pubblico locale una situazione molto simile e non propriamente idilliaca, frutto peraltro di decenni di malgoverno e di aziende pubbliche mal gestite dalla politica, si è tuttavia rimboccata le maniche e senza bussare al governo con il cappello in mano, ha dato origine alla più importante riforma dei trasporti e alla nascita dell'azienda unica regionale con grandi sacrifici da parte dei lavoratori del settore ma anche dell'utenza cui sono stati destinati, purtroppo, aumenti tariffari e tagli ai servizi».
La politica molisana non ha esitato più di tanto a mobilitare i propri parlamentari affinché tornassero con gli interessi quei finanziamenti sottratti da una «norma profondamente ingiusta, iniqua e priva di chiari elementi di trasparenza per ciò che riguarda il meccanismo di individuazione delle “regioni canaglia”», dicono i sindacati. «Analogo atteggiamento hanno assunto con successo i politici campani. E i 22 parlamentari (14 deputati e 8 senatori) abruzzesi? Al momento, tranne alcuni segnali sporadici di interessamento al problema, non si registra un chiaro e trasversale impegno ad adoperarsi a difesa del diritto alla mobilità di lavoratori, studenti e pensionati abruzzesi».
D’AMICO NON CONVINCE
E dopo la denuncia dei grillini sulla situazione disastrosa dei debiti di Tua spa e la risposta del presidente D’Amico anche Febbo e Sospiri rincarano la dose e accusano il presidente di sviamento e predicono nuovi intoppi.
«D’Amico ha evitato di parlare delle gravi difficoltà e delle disfunzioni che si ripercuotono su tutte le attività del quotidiano. Ad oggi Tua ha accumulato ben 20 milioni e 700 mila euro di debiti scaduti verso i fornitori. A questo si va ad aggiungere la pesante situazione dei conti corrente dell’Azienda che sono praticamente a secco. L’Azienda del presidente D’Amico riesce a garantire a malapena solo il pagamento degli stipendi e del carburante ma c’è chi dubita si possa mantenere gli impegni con regolarità fino alla fine dell’anno».
«Mancano i pezzi di ricambio – denunciano Febbo e Sospiri – perché Tua non riesce a pagare i propri fornitori e questo ha determinato un grave deficit all’interno del parco mezzi se consideriamo che a oggi sono 198 gli autobus fermi che richiedono una manutenzione che non è possibile fare poiché le ditte creditrici non vogliano più fornire i propri servizi.
All’entusiasmo del Presidente D’Amico fanno eco inspiegabilmente alcune organizzazioni sindacali che conoscono bene tutte le problematiche sopra evidenziate e il malessere palpabile tra i lavoratori soprattutto del personale viaggiante ; ci auguriamo che questo silenzio non sia collegato con l’assegnazione di prossime grafiche con i “parametri” ».