La distanza tra l'assessore alle partecipate e il manager a capo della municipalizzata più grande, e malandata, di Roma, si chiama macrostruttura. E cioè la riforma dei dirigenti varata da Atac. Per questo motivo, e non solo, l'amministratore unico della società, Manuel Fantasia, e l'assessore Massimo Colomban sarebbero già ai ferri corti. Una tensione carsica che ormai è uscita allo scoperto, al punto che ne sono consapevoli sulla Prenestina, quartiere generale di Atac, come in Campidoglio. Radio-Comune racconta anche che il neo responsabile delle partecipate arrivato dal Veneto avrebbe chiesto in qualche modo il cambio di Fantasia, che però non si tocca, a quanto pare, perché legatissimo all'assessore ai Trasporti Linda Meleo, sempre più «Raggio magico». E quindi? Si cerca una convivenza complicata. Sapendo che ci sono visioni diverse su molte cose tra l'assessore che controlla e il massimo dirigente della controllata.
VECCHIO CORSO A partire per esempio dalla pedina del direttore generale. Ruolo vacante, nonostante nelle settimane scorse il Comune avesse annunciato l'arrivo di un nuovo manager addirittura attraverso un bando internazionale. La linea, con il passare del tempo, sembra essere mutata a Palazzo Senatorio. E quindi l'idea di nominare un direttore generale è passata da «non essere una priorità» a «se ne può fare addirittura a meno». Con l'ingegnere nucleare Fantasia, dunque, che è l'unico ad avere in mano le chiavi di Atac. Dove sta andando avanti la riforma della macrostruttura, tra diverse polemiche interne legate alle nomine dei dirigenti scelti dal nuovo corso. Nomine che non sarebbero state condivise con il resto della truppa pentastellata, almeno la parte più rappresentativa, ma nemmeno con Colomban.
Alcune mosse interne alla società infatti hanno provocato più di un malumore. L'accusa rivolta a Fantasia dalla fronda M5S (e subito ripresa polemicamente da alcuni esponenti del Pd) è che con Fantasia siano tornati al vertice di Atac alcuni manager legati alla gestione di Alemanno. «Il quadro dirigente di Parentopoli», attaccano i dem.
IN AULA Non c'è però solo il fronte interno da tenere a bada. Sono i movimenti intorno ad Atac a impensierire il Campidoglio, soprattutto dopo l'approvazione dell'ordine del giorno in Senato che apre in qualche modo la strada all'ipotesi commissariamento. L'assessore Meleo ieri è tornata sull'argomento, con toni piuttosto netti: «È vergognoso che le stesse persone che hanno portato Atac a questo punto, adesso ne vogliano il commissariamento. L'obiettivo di questa amministrazione è proteggerla, insieme a tutto il servizio pubblico». I consiglieri di Fratelli d'Italia (Ghera, De Priamo, Politi e Figliomeni) chiedono intanto «un consiglio comunale straordinario». Domani in conferenza dei capigruppo il M5S porterà una mozione proprio sulla municipalizzata, la risposta all'ordine del giorno approvato a Palazzo Madama.