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Pescara, 25/11/2024
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Data: 28/10/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Padoan: «Ecco perché sforiamo». Manovra, il governo risponde alla lettera della Unione: «Deficit più alto per terremoto e profughi»

ROMA Il governo italiano non molla e difende la sua linea in Europa. Le spese per far fronte all’emergenza migranti e per mettere in sicurezza il territorio di fronte al rischio sismico, sotto gli occhi di tutti dopo le ultime scosse in Centro Italia, sono da considerarsi «circostanze eccezionali» e, come tali, possono «largamente» spiegare lo scostamento di bilancio rispetto ai target e spingere quindi il deficit oltre il livello concordato con l’Ue. La lettera di risposta del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ai rilievi avanzati da Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis solo due giorni fa, si concentra ancora una volta proprio sui dettagli di queste voci, motivando esattamente perché il governo ritiene, con la legge di Bilancio, di rispettare in pieno le regole europee. E perché non intende modificare i saldi stabiliti. Migranti e sisma sono due spese che, nei calcoli del governo già presentati a Bruxelles con il Documento programmatico di bilancio, valgono lo 0,4% del Pil. Per questo l’anno prossimo il deficit nominale arriverà al 2,3% contro l’1,9% indicato fino a pochi mesi fa in accordo con la Commissione. Le stesse spese extra influiscono anche sul deficit strutturale, il vero parametro che interessa Bruxelles e che rappresenta l’oggetto del contendere del dialogo tra le parti. L’economia italiana sta ancora vivendo condizioni cicliche di difficoltà, esordisce Padoan nella lettera, e questo suggerisce «un più graduale aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine» che comunque, assicura il ministro, «rimane il pareggio strutturale nel 2019». Ma è soprattutto sugli sbarchi e sull’accoglienza dei rifugiati che il titolare del Tesoro insiste per convincere la Commissione. «Il numero dei migranti in arrivo in Italia nel 2016 è oltre tre volte quello del 2013 e ancora più alto del 2011-2012, il periodo seguente alla Primavera Araba», sottolinea Padoan. Le spese per le operazioni di salvataggio, prima assistenza e cure sanitarie, protezione ed educazione per oltre 20mila minori non accompagnati sono stimate complessivamente in 3,3 miliardi di euro nel 2016 e a 3,8 miliardi nel 2017 (0,22% del Pil), scrive ancora il ministro non spostandosi di una virgola rispetto a quanto già messo nero su bianco nel Documento programmatico. Ma la gestione dei confini europei, insiste stavolta con tono quasi categorico, «dovrebbe essere un problema di responsabilità comune». Concetto che, evidentemente, considerando i contributi Ue di appena un centinaio di milioni, non viene, almeno finanziariamente, condiviso. Problema non secondario è quello della messa in sicurezza del territorio e di 42mila scuole post sisma. Alla luce dell’impatto «distruttivo» dei terremoti e della «sofferenza» causata alla popolazione, spiega Padoan, il governo intende portare avanti, in modo più rapido e incisivo rispetto al passato, un ulteriore programma antisismico, del valore di 2,8 miliardi. Il giudizio definitivo della Commissione arriverà il 16 novembre, ma a mancare ancora - in Italia - è il testo definitivo della manovra.

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