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Pescara, 25/07/2024
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Data: 28/10/2016
Testata giornalistica: Il Centro
I furbetti del cartellino «Ma quale amante, uscivo per servizio»

SULMONA «Mi sono fermato qualche volta a far colazione al bar nella pausa caffè. Ma da qui a dire che ogni giorno avevo incontri galanti con una donna che dicono essere mia amante ce ne passa». Il dipendente comunale che secondo le prove raccolte dalla Guardia di finanza si assentava dal lavoro per amoreggiare tra i vicoli del centro storico con una extracomunitaria, respinge ogni addebito, ammettendo di aver fatto quello che di solito fanno tutti i dipendenti del Comune. «Il lavoro in municipio mi obbliga a lasciare il posto molte volte nel corso della giornata», spiega il dipendente finito nella lunga e variegata lista dei comunali accusati di assenteismo. «Ammetto di non aver mai firmato le uscite proprio perché mi assentavo per causa di servizio. Confermo che in qualche circostanza mi sono fermato a parlare con una conoscente che escludo sia mia amante. Per essere amanti bisognerebbe fare sesso mentre io con questa donna prendevo solo il caffè». Nelle stanze del Comune la tensione resta comunque altissima. Tutti si sentono sotto accusa proprio per la consolidata abitudine di fare una “capatina”, fuori dal Comune magari per acquistare le sigarette o un “gratta e vinci" nella vicina tabaccheria. Ma c’è anche chi, our essendo tra i 46 sotto inchiesta, punta l’indice accusatore nei confronti di quei colleghi non indagati e considerati ligi al dovere, i quali pur restando in ufficio «non lavorano mai per il Comune ma si occupano comunque dei propri affari». «Non si possono mettere alla gogna persone che in ufficio non si risparmiano portando avanti decine di pratiche al giorno», afferma un dipendente, «mentre c’è chi si occupa solo degli affari di famiglia. E poi non riusciamo a capire perché le telecamere non sono state installate anche nella sede distaccata dei trasporti, dove ci sono decine di dipendenti che timbrano il cartellino come e quando vogliono. Così come non le hanno messe nei locali della polizia municipale dove da due anni i vigili urbani timbrano l’entrata e l’uscita dal lavoro e nessuno li controlla. Così come nel tribunale dove è stato montato un orologio solo per due persone mentre viene utilizzato da tanti. Comportamenti da parte della Guardia di finanza che non riusciamo a capire e a giustificare perché la legge è uguale per tutti». Intanto nel calderone dell’inchiesta sarebbero finiti anche cinque dipendenti delle cooperative che garantiscono alcuni servizi per il Comune. I cinque avrebbero vidimato giornalmente, e di primo mattino, i cartellini di alcuni dipendenti che arrivavano tardi al lavoro. A loro le Fiamme gialle non contestano il danno erariale in quanto esterni, ma il favoreggiamento per aver aiutato i comunali a compiere il reato di truffa nei confronti dello Stato. Intanto, ieri mattina in Comune era attesa dal sindaco Annamaria Casini una troupe televisiva di “Mattino 5” per una diretta sulla vicenda che ha creato scalpore in tutta la Penisola. Ma a causa del terremoto la troupe è stata dirottata nelle zone devastate dal sisma. «Non è certo una bella immagine quella che stiamo mandando in giro per l'Italia», afferma il primo cittadino, «vorrei fare tante cose, prendere provvedimenti nei confronti di chi si è reso responsabile di comportamenti davvero ingiustificabili. Ma ho le mani legate. La legge non mi permette di intervenire perché il compito è demandato ai dirigenti. Noi possiamo soltanto dare delle direttive da seguire. Tocca poi ai responsabili dei vari settori farle rispettare». Tuttavia l’inchiesta della Finanza potrebbe consentire al sindaco di intervenire con provvedimenti disciplinari, qualora per le persone tuttora indagate dovessero essere accertate le responsabilità. Si annunciano tempi duri non solo per i dipendenti, ma soprattutto per la macchina amministrativa comunale.

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