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Pescara, 25/07/2024
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Data: 28/10/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Teodoro: «Sindaco, 28 mesi di delusioni». Duro attacco in aula: «Ma non passeremo all’opposizione». E Pignoli ironizza: sulle delibere decidono le mogli

PESCARA Un'azione amministrativa apparsa «opacizzata a causa di scelte politiche non sempre coerenti». Un sindaco «compiaciuto più dallo sfoggio di colte citazioni letterarie che dai risultati alquanto deludenti dei suoi 28 mesi di vita governativa». E, infine, un’«inaspettata disattenzione» nella gestione dei problemi concreti della città. La resa dei conti interna alla maggioranza di centrosinistra si consuma durante il primo consiglio comunale convocato dopo il rimpasto. Piernicola Teodoro, capogruppo della lista "Scegli Pescara-Lista Teodoro", rompe il silenzio dopo il siluro dalla giunta della nipote Veronica e attacca pubblicamente il sindaco Marco Alessandrini. Un affondo a gamba tesa, qualche minuto dopo la presentazione in aula dei nuovi assessori Loredana Scotolati, Stefano Civitarese e Antonella Allegrino, che si risolve tuttavia con un confuso esercizio di equilibrismo politico in nome del rispetto del patto con gli elettori. «Non lasceremo il centrosinistra», dice Teodoro al termine del suo lungo intervento, «questa soddisfazione non gliela daremo. Non abbandoneremo la maggioranza, dove ci sono tante brave persone, anzi rafforzeremo il nostro impegno per partecipare a quel processo di rinnovamento che sinora a causa del suo scarso contributo è stato poco incisivo e deludente. Saremo qui per correggere gli errori, verificare e migliorare ogni proposta o per respingerla se non sarà rispondente ai bisogni della città». È il preludio della battaglia a colpi di emendamenti che, con l'avallo del consigliere Massimiliano Pignoli, blocca fino a tarda sera la discussione dell'assise civica. Le critiche di Teodoro al primo cittadino passano in rassegna alcuni degli aspetti più delicati che hanno contraddistinto la vita amministrativa degli ultimi due anni e mezzo: dal «modo approssimativo e confuso con il quale è stata gestita la vicenda della balneazione, rimediando anche l'intervento della Procura» al problema della sicurezza e della mobilità con l'area del mercato di piazza Muzii «trasformata da luogo di ritrovo dei cittadini a un saloon a cielo aperto in cui si susseguono scene di far west a cadenza settimanale», senza dimenticare gli interinali di Attiva «abbandonati al proprio destino». A un sindaco paragonato a «Bruto in Senato che ha pugnalato chi gli ha consentito di vincere le primarie evitando brusche separazioni interne» Teodoro contrappone le proposte del proprio gruppo consiliare e i risultati ottenuti dalla nipote Veronica «che a dispetto della sua giovane età ha svolto il suo ruolo con impegno e passione». «Per recuperare il suo rapporto con la città», rimarca rivolgendosi sempre ad Alessandrini, «ha pensato di estromettere l'assessore al Patrimonio che lei stesso ha nominato dopo aver preteso e imposto a questa lista il nome di una donna che fosse espressione di una nuova generazione politica. Una nomina di cui si è vantato davanti all'opinione pubblica, presentandola come il vero elemento rinnovatore che avrebbe caratterizzato la sua esperienza di governo». Lo scontro con Teodoro non è l'unico della giornata politica. Incredulo, senza replicare alle provocazioni forse per evitare di ampliare la spaccatura della maggioranza, il sindaco incassa in silenzio prima la protesta dei consiglieri di centrodestra e poi l'aspro botta e risposta tra la capogruppo del Movimento 5 stelle Enrica Sabatini e lo stesso Piernicola Teodoro. Incoraggiato dall'intervento velenoso di Teodoro, il centrodestra si schiera compatto tra i banchi dell'opposizione indossando le magliette con la scritta "Disfunzioni funzionali stop, Alessandrini dimettiti" in riferimento alla risposta data dal primo cittadino all'inviato delle Iene che lo aveva incalzato sull'ordinanza di divieto di balneazione postdatata. Subito dopo è la volta della consigliera pentastellata Sabatini che s’infila nella resa dei conti interna al centrosinistra prendendo di mira i teodoriani e la richiesta di risarcimento danni di 250 mila euro a suo carico. Ma l'accenno all'episodio fa scattare nuovamente Teodoro che chiede al presidente del consiglio comunale Antonio Blasioli la registrazione e la trascrizione integrale dell'intervento forse per farla esaminare dagli avvocati.

E Pignoli ironizza: sulle delibere decidono le mogli

«Da questo momento in poi, ogni volta che dovremo votare una delibera faremo una telefonata alle nostre mogli e chiederemo loro se votare a favore o contro». La frase, scandita al microfono dell'aula consiliare da Piernicola Teodoro, consigliere della lista "Scegli Pescara-Lista Teodoro", racchiude il retroscena dello scontro politico interno alla coalizione di centrosinistra. Prima di cominciare con il gioco degli emendamenti, presentati ieri dai teodoriani su tutte le delibere della maggioranza, Pignoli fa riferimento a un'indiscrezione trapelata all'indomani del rimpasto di giunta. Secondo alcune fonti, sarebbe stata la moglie del sindaco Marco Alessandrini a premere per l'uscita dall'esecutivo della giovane Veronica Teodoro. In particolare la first lady avrebbe decretato il siluro con un sms inviato al marito. «Restiamo nel centrosinistra», ha poi spiegato Pignoli, «ma contro il sindaco Alessandrini. È incompetente e incapace di amministrare la città, basti pensare al problema del mare che ha fatto il giro d'Italia. Inoltre, sono stati spesi due pesi e due misure visto che il sottoscritto non è stato nominato assessore per un esposto, mentre sindaco e vice sono rimasti al loro posto nonostante l'inchiesta sulla balneazione». «Valuteremo ogni singola delibera», rimarca Pignoli, «in base al reale interesse per la città: ci sentiamo liberi di operare. In questi due anni abbiamo sempre fornito suggerimenti al sindaco su politiche sociali, commercio e mare ma non ci ha mai considerato. Basti citare il progetto "Mi impegno per Pescara" da noi promosso che ha ricevuto già migliaia di domande». «Il vero problema dell'amministrazione», ha rilevato Marcello Antonelli (Forza Italia), «è un sindaco “casuale”, ossia che si è ritrovato a ricoprire questa carica per caso e dimostra la propria casualità ogni giorno. Le decisioni vere, inoltre, vengono prese in altri palazzi». «Sarebbe opportuno che rassegnasse le dimissioni», ha chiosato Guerino Testa, «anche alla luce del fatto che la città è in stato di abbandono».

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