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Pescara, 25/07/2024
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Data: 30/10/2016
Testata giornalistica: Il Centro
La lezione dell’Abruzzo all’Emilia di Mauro Tedeschini

Capita spesso di vedere l’Abruzzo sottoposto a confronti impietosi: l’economia, se paragonata a quella di ’locomotive’ come la Lombardia o l’Emilia, fa una magra figura; così come la sanità pubblica, se comparata con la Toscana, viene rappresentato come un vecchio ospedale di provincia che si batte contro una modernissima clinica svizzera. Ma non tutti i paragoni vedono questa terra perdente e l’episodio capitato qualche giorno fa nella mia Emilia, in quel di Gorino, la dice lunga in questo senso. La vicenda è nota: gli abitanti di quel borgo di pescatori, sul delta del Po ferrarese, si sono opposti con tanto di barricate all’arrivo di un pericoloso (si fa per dire) gruppo di profughi, formato da 12 donne e 8 bambini. Le scuse accampate per costringere il prefetto a dirottare altrove la temuta comitiva sono le più varie: il paese è piccolo e la crisi della pesca non consente di sfamare altre bocche; il turismo (a novembre?) può essere danneggiato dalle inquietanti presenze; fino all’inevitabile domanda che ci si sente sempre proporre in questi casi, ovvero “perché proprio qui”? Con onestà devo dire che quella che era un tempo la civile e ospitale Emilia dovrebbe prendere esempio dai tanti borghi d’Abruzzo che si sono fatti carico di ospitare i migranti e di offrire loro un sorriso e un pezzo di pane, anche se il reddito pro-capite non è più alto di quello di Gorino e il numero di abitanti si conta in decine o centinaia. Qui sopravvive l’antica abitudine di “dividere il pane che non c’è” e ci pensano gli anziani a ricordare a tutti che anche questa, fino a pochi decenni fa, era terra di un’emigrazione disperata. Purtroppo i media continuano a misurare il valore delle regioni solo in base a dati economici. Che contano, perbacco. Ma la vita vera è fatta anche di amore e di solidarietà E qui ce n’è da vendere. Buona domenica a tutti.

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