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Data: 31/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Terremoto, 400 senza casa si abbassa viadotto dell'A25

L'AQUILA L'incubo è lì. Come se fosse fuori dalla porta. Come se bussasse a intervalli sempre più regolari, come se non conoscesse una misura e una fine. L'Abruzzo è di nuovo faccia a faccia con il terremoto. Ancora, dopo sette anni e mezzo dalla catastrofe dell'Aquila. Uno scossone interminabile e violentissimo ha strappato la gente dal sonno della prima domenica con l'ora solare. La situazione, anche per l'Abruzzo, è di allarme severo. Ci sono nuovi danni, in modo particolare si sono aggravate le condizioni di alcuni edifici già segnati dalle precedenti scosse, nella terra di frontiera del Teramano, ma anche nel centro dell'Aquila che è ancora alle prese con la ricostruzione e persino nel Chietino. Ci sono almeno 400 sfollati. E soprattutto c'è la paura per i possibili scenari evolutivi. Il meccanismo a domino con cui si sono innescate le faglie, almeno dal 24 agosto in poi, non fa escludere nulla. Nemmeno, come ha ribadito la Commissione grandi rischi nell'ultima riunione di valutazione, la possibilità che si attivino altri segmenti: tra questi ce n'è anche uno tutto abruzzese, che più o meno transita nell'alta valle dell'Aterno. Così come viene tenuto sotto particolare osservazione il tratto che congiunge la Laga con il Gran Sasso, da troppo tempo ormai silente.
SCENARI
Un quadro di grande stress emotivo per la popolazione che viene ulteriormente appesantito dalle cosiddette previsioni. In rete si sovrappongono le valutazioni dello studioso del radon, Giampaolo Giuliani, con quelle di altri modelli che si basano, ad esempio, sull'allineamento dei pianeti o su algoritmi di carattere statistico. Un tam tam che innesca, é il caso di dirlo, reazioni di massa. Ieri proprio Giuliani si è affrettato a smentire una presunta previsione di una scossa di 7.5 gradi.
I CONTROLLI
La macchina della sicurezza non si è ovviamente mai fermata. La sala operativa della Regione, in stretto contatto con la Dicomac di Rieti, ha continuato a ricevere segnalazioni di criticità e a gestire i sopralluoghi. Sono stati aperti tutti i Centi operativi comunali e disposte molte chiusure precauzionali. Particolare attenzione, come sempre, è stata riservata agli invasi e alle opere infrastrutturali legate alla viabilità. Su richiesta del Dipartimento di Protezione Civile sono state attivate ed inviate otto squadre cinofile nelle zone dell'epicentro. Altre squadre sono state attivate squadre a supporto dei Comuni per attività di monitoraggio ed eventuale assistenza ai cittadini. In tutti i comuni le verifiche andranno avanti anche nei prossimi giorni. Sono state preallertate circa 30 organizzazioni di volontariato con disponibilità per la partenza. Il ponte sulla ss 538 per Amatrice è interrotto: si accede solo per Montereale. I controlli sulle dighe hanno dato esito negativo. Il viadotto Sorgente, all'altezza di Popoli, lungo l'autostrada A25, ha subito un abbassamento del piano viabile di circa cinque centimetri. Il sopralluogo dei tecnici ha rilevato uno spostamento del cilindro d'appoggio di 10/12 centimetri. Una squadra di venti uomini, fra tecnici e operatori di Strada dei Parchi, ha proceduto a una sistemazione provvisoria con degli appoggi, per mezzo di due piattaforme Bridge. La ho comunicato la stessa società.
GLI AIUTI
La Regione Abruzzo ha inviato una cucina mobile a Montorio, una tensostruttura a Pietralta, duecento coperte a Teramo, con il contestuale supporto di una squadra tecnica. Brande e lettini sono stati inviati in cinque Comuni del Teramano. La Regione ha inoltre predisposto un elenco di strutture convenzionate per il trasferimento degli sfollati. È chiaro che già da oggi si avrà un quadro più chiaro delle necessità. Al momento, complessivamente, sono 400 gli sfollati abruzzesi, a cui si devono aggiungere tutti coloro che non passeranno, per paura, la notte nella propria abitazione. Il report è stato fornito dall'assessore regionale Mario Mazzocca. «Abbiamo sollecitato i sindaci a trovare posti sicuri - ha detto - lasciando perdere le tende, viste le temperature basse». Purtroppo c'è da segnalare una polemica che è partita direttamente dall'Aquila, per bocca della senatrice pentastellata Enza Blundo che si è trovata al centro di attacchi feroci per un suo post sul terremoto, dovendo poi cancellare e riscrivere il pensiero affidato a Facebook e - nonostante questo - subire la reprimenda del suo stesso movimento. «Il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1, ancora menzogne per interessi economici di Governo», tuona di prima mattina la senatrice, adombrando un possibile complotto visto che - sono sue parole - «anche il terremoto che ha distrutto L'Aquila fu addomesticato a 5.8. Il tutto per non risarcire i danneggiati al 100%». Il post, subito rilanciato su Twitter, è diventato in poco tempo oggetto di critiche del web. Il Pd ha attaccato pesantemente, a tutti i livelli; ma anche i capigruppo Senato e Camera dei Cinque stelle l'hanno sconfessata.

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