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Pescara, 25/07/2024
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Data: 31/10/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Teramo ko per le scosse, scatta la fuga. Primi sfollati già negli hotel della costa, si preparano 500 camere

TERAMO Sono 180 nel solo Comune di Teramo e nelle frazioni le persone che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni, dichiarate inagibili, dopo il sisma di ieri mattina. Il sindaco Maurizio Brucchi ha immediatamente attivato il Centro operativo comunale, e ha messo a disposizione tre aree di ricovero notturno per un totale di 300 posti: a regolare l'accesso a queste zone, riservate agli sfollati teramani operatori della Protezione civile e dai vigili urbani. Oltre all'Acquaviva, il Campo scuola e grazie alla collaborazione dell'Università anche l'Ospedale veterinario di Piano D'Accio sono stati aperti dalle 18 di ieri e hanno assicurato pasti, servizi igienici e brandine per la notte. «Il bilancio delle abitazioni inagibili è destinato a salire dice Brucchi lo sapremo solo mano a mano che vigili del fuoco e protezione civile avranno terminato i controlli sulle centinaia di segnalazioni già ricevute». Tante le strade transennate, per il rischio crollo di cornicioni, tra queste anche vico del Nardo, vicino al liceo classico. Le aree di ritrovo sono state prese d'assalto dai teramani, moltissimi hanno scelto di dormire in auto: oltre all'area del Campo di Atletica della Gammarana, anche il Palasport di San Nicolò, il campo di calcio di Colleatterrato Basso, il Parco della Scienza, Piazzale san Francesco, Madonna delle Grazie, l'area degli impianti dell'Acquaviva.
Il sindaco, in mattinata, ha emanato un'ordinanza con cui ha sospeso tutte le manifestazioni, comprese le funzioni religiose: don Aldino, il parroco del Duomo, ha celebrato la Messa e anche il battesimo della piccola Alessia, in piazza Martiri, così come hanno fatto molti altri preti, solo la Chiesa della Cona è rimasta aperta. Sono stati chiusi anche tutti i cimiteri: a Cartecchio solo pochi familiari, accompagnati da vigili urbani e da personale della Team, sono stati ammessi a partecipare alla tumulazione di una donna e sono entrati da un ingresso secondario, visto che quello principale è pericolante. Ieri pomeriggio alle 17,30 Brucchi ha partecipato ad un vertice in Prefettura, disponendo, per oggi, l'apertura degli uffici pubblici solo per le pratiche urgenti e non rinviabili. Oggi inizieranno i monitoraggi sulle scuole, e il sindaco deciderà se riaprirle o meno lunedì 3. Chiusi oggi l'ufficio del Giudice di pace e il Tribunale civile.
PONTI
Sorvegliato speciale anche il ponte San Gabriele: oltre ai controlli del Genio Civile Brucchi ha richiesto l'intervento dei tecnici del Dicomac. La Provincia ha chiuso la biblioteca Delfico e il centro per l'impiego, all'Istituto Pascal si registrano problemi nelle stesse aule lesionate nel 2009 e poi con il sisma del 24 agosto scorso. Nelle frazioni, la situazione più critica si registra a Rapino e Spiano. In provincia si fa drammatica invece la situazione degli sfollati (tantissimi a Montorio al Vomano, uno dei centri piu' colpiti). Eppoi i crolli delle chiese e le lesioni gravi riportate dal patrimonio immobiliare teramano. Aumentano le zone rosse tra Civitella del Tronto, il borgo che ha fatto registrare anche il crollo della chiesa di San Lorenzo, Montorio (tutto il centro storico almeno fino a domani), Isola e altri centri perlopiù montani. Addirittura per precauzione è stato fatto evacuare il reparto di rianimazione al San Liberatore di Atri: le attività verranno momentaneamente svolte all'Utic.
Evacuati paesi interi come Frattoli nel comune di Crognaleto, centro che nel sisma del 24 agosto fu fatto sgomberare per metà. Un anziano di 78 anni è rimasto bloccato in casa parzialmente crollata a Castiglione Messer Raimondo: i vicini l'hanno aiutato ad uscire fuori. Ferito un teramano per un coppo caduto in testa a Rapino ma non risultano lesioni gravi. Nei pressi di Cortino ormai non ci sono più case agibili, fa sapere il sindaco Minosse, una situazione che ricorre abbastanza nei centri montani più vicini all'epicentro. Il record della abitazioni relativamente giovani che hanno subito danni notevoli si registra un po' dappertutto.
RIFLESSI
A Montorio al Vomano, uno dei centri piu' colpiti, il sindaco Gianni Di Centa chiede aiuto ai geologi per comprendere come mai nel suo centro i riflessi dei terremoti siano così devastanti. È lui che conta più sfollati, circa duemila, ed è lui che ha chiuso tutto il centro storico che ingabbiava già una zona rossa che man mano, con le ultime scosse, si stava allargando sempre più. A Cortino il sindaco Gabriele Minosse appare smarrito: «La situazione è bruttissima, ci sono tanti sgomberati, alcuni solai hanno ceduto, le chiese sono ko, ad Elce non ci sono più case agibili» e chiede strutture di ricovero per i suoi concittadini, non tende si sgola. Giuseppe D'Alonzo a Crognaleto fa evacuare Frattoli ed è preoccupato per il solito ponte di Aprati. Anche lui fa il tour tra le sue frazioni: «Tra i massi che rotolano sulle strade». «C'erano persone con i calcinacci sulle spalle che non volevano andare via dalle strade, la gente è anziana e non molla la presa così facilmente». A mezzogiorno aveva chiesto 150 letti per i suoi novecento residenti attuali. «Dateci gli alberghi» urla ancora Di Centa da Montorio, man mano che cresce il numero degli sfollati. La voce del sindaco di Civitella del Tronto, Cristina Di Pietro, è rotta dall'emozione e racconta la sofferenza del suo borgo, considerato tra i più belli d'Italia ma molto fragile: «Abbiamo decretato la zona rossa che coinvolge tutto il paese».

Primi sfollati già negli hotel della costa, si preparano 500 camere

GIULIANOVA I primi sfollati del terremoto già a Giulianova. Sono 15, teramani, arrivati ieri sera con un autobus all'hotel Corallo. Ma già in mattinata in molti, dalle zone interne, sono sciamati verso la costa. C'è chi può contare sulla seconda casa, solitamente occupata d'estate e chi si rivolge a parenti ed amici per cercare di trovare una soluzione alternativa. Ma, oltre a chi può scegliere liberamente di scendere sulla costa, ci sono anche quelli che lo dovranno fare per forza, per poter contare sulla tradizionale ospitalità delle strutture turistiche giuliesi. Per questo il sindaco Mastromauro è stato sollecitato dal prefetto Patrizi e successivamente dal funzionario della stessa Prefettura, Bonanni, ad accertare la disponibilità delle strutture ad ospitare gli sfollati, quanti si apprestano a lasciare le case sbriciolate o pericolanti, come avvenne dopo il terremoto de L'Aquila (si pensi che a Giulianova l'allora capo della Protezione civile, Bertolaso, proprio per accogliere gli sfollati aquilani , aveva dislocato il suo vice, Gabrielli). E già nella mattina il sindaco ha potuto annunciare la disponibilità di 183 le camere (a due letti) grazie al lavoro sinergico svolto dal Comune con l'assessore al turismo, Grimi, e con il presidente della Consulta per il turismo, Marco Di Carlo. Già da oggi la dotazione di alloggi in hotel ed alberghi salirà a 191 camere, fino ad arrivare tra domani e dopo domani, ad una disponibilità complessiva di ben 533 camere. In sostanza è arrivata la disponibilità sia degli alberghi che sono aperti e rimangono tali per tutto l'anno ma anche da chi, avendo ormai archiviato la stagione turistica, richiamando il personale e risistemando tutto in breve tempo.
L'ORGANIZZAZIONE
«Un buon successo di disponibilità ed anche organizzativo - ha dichiarato l'assessore Grimi- visto il breve tempo occorsi per ottenere i rimi significativi risultati». Contatti anche con gli altri sindaci della costa e nel pomeriggio è stata ufficializzata la disponibilità da parte delle principali organizzazioni turistiche albensi come la Costa dei parchi di Rivo Ciabattoni e la Federalberghi di Giammarco Giovannelli. Piena adesione alla richiesta del prefetto è poi arrivata dagli altri Comuni costieri teramani. «Noi abbiamo fornito - aggiunge il sindaco Mastromauro - il numero di camere e letti disponibili direttamente al Di. Coma.C. di Rieti. il coordinamento delle attività di assistenza che dal 28 agosto si è spostato in prossimità dell'area più interessata dal sisma. Si tratta di una struttura sovra-regionale di supporto ai centri istituiti a livello provinciale o intercomunale, che a loro volta supportano i centri operativi istituiti dai sindaci nei propri territori. Nell'ambito della Di.Coma.C operano anche i referenti delle strutture di protezione civile delle Regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, per partecipare alla definizione delle attività da e garantire una risposta operativa omogenea sui territori interessati dall'emergenza.

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