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Pescara, 25/11/2024
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01/11/2016
Il Centro
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Renzi: «Sì ai container nelle zone del sisma». Saranno allestiti entro Natale, casette di legno tra la primavera e l’estate. Il governo stanzia altri 40 milioni, nuovo decreto atteso in settimana. Per il premier necessario dire no alle tende, perché c’è il problema del freddo. Scelto il massimo coinvolgimento della popolazione: no a soluzioni calate dall’alto |
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ROMA Container entro Natale e consegna della casette di legno tra la primavera e l’estate per attendere la ricostruzione ma «nell’immediata emergenza» verrà chiesto a chi è stato colpito dal sisma di «spostarsi per qualche settimana». Il governo viene incontro alla richiesta della popolazione che non vuole lasciare le zone colpite e vara un programma in quattro fasi per il dopo terremoto. E intanto stanzia altri 40 milioni di euro che si aggiungono ai 40 milioni stanziati la scorsa settimana e ai 50 stanziati in agosto per il primo terremoto, per un totale di 130 milioni. «Da qui a venerdì ci sarà il nuovo decreto legge il cui spirito sarà quello di semplificare, fare più veloce e non lasciare indietro nessuno», dice Matteo Renzi convinto che in questo momento la cosa più importante sia quella di far capire a chi ha perso tutto che lo Stato è con lui. «Se i cittadini dicono che vogliono andare in tenda diciamo che è un problema sotto Natale», dice Renzi dopo le proteste e la rabbia degli sfollati che rivolevano le tende. «Abbiamo scelto il massimo coinvolgimento della popolazione: non ci sarà nessuna soluzione calata dall’alto», assicura il premier durante la conferenza stampa subito dopo il Cdm. Con lui ci sono Vasco Errani, commissario per il terremoto e Fabrizio Curcio, il capo della protezione civile. Al Cdm hanno preso parte anche i quattro presidenti delle Regioni coinvolte. «Il primo obiettivo ora è quello di semplificare le procedure burocratiche», spiega il premier per questo il Consiglio dei ministri ha esteso i poteri di emergenza per il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Curcio lavorerà a stretto contatto con Errani e sulla ricostruzione e sulle procedure vigilerà l’Anac. Il premier promette inoltre di rafforzare la presenza sul territorio delle forze di sicurezza e dei vigili del fuoco. «Manderemo le forze dell’ordine del Giubileo e manderemo nei territori terremotati più polizia e carabinieri» dice. Quanto alle risorse Renzi ammette che a 36 ore dal sisma il governo non ha ancora chiaro «né il computo dei danni né il numero degli sfollati». Ma rassicura la popolazione: «Le risorse necessarie per far fronte alla emergenza sono già state stanziate nella legge di Bilancio, se ci sarà bisogno di ulteriori risorse le metteremo», dice, sfidando ancora la Ue. Con Bruxelles infatti è in corso un braccio di ferro sulla legge di Bilancio. Roma ha chiesto di scorporare dal computo del deficit le spese sostenute dall’Italia per l’emergenza terremoto e per i migranti. Bruxelles però ha forti perplessità sui numeri della manovra presentata dal governo e anche sulla richiesta di avere maggiore flessibilità. Soprattutto lì dove palazzo Chigi prospetta la necessità di trovare risorse non solo per ricostruire ma anche per mettere in sicurezza il territorio. Oggi però Renzi non ci sta a fare polemiche «lunari» con l’Europa. «Con Bruxelles non c’è nessun braccio di ferro, assistiamo alla solita telenovela», dice. Poi però conferma quanto aveva già detto: «Quello che ci serve noi lo metteremo per ricostruire proprio tutto». «Noi stiamo rispettando le regole europee, ci sono clausole sugli eventi eccezionali, l’Italia consentirà a tutti i sindaci e amministratori di spendere soldi per l’edilizia scolastica perchè con i bambini non si scherza», avverte. «Ricostruiremo tutto, non solo le case ma anche le chiese: Norcia senza chiesa è senza identità. Ma noi non raccontiamo barzellette e sappiamo che sarà un lavoro lungo», ammette. Infine Renzi si dice lieto della collaborazione offerta dalle opposizioni. Una collaborazione che forse non è destinata a durare. Almeno sulle risorse stanziate. «In attesa di conoscere il contenuto del nuovo decreto sul sisma annunciato da Renzi, resta il fatto che al momento i conti non tornano: all'Europa per la ricostruzione post-terremoto il governo ha chiesto di realizzare uno sforamento da 3,4 miliardi mentre lo stanziamento del governo per il terremoto è fermo a circa 1,3 miliardi - di cui 600 milioni sono effettivi per la ricostruzione e 600 per il credito d’imposta e dunque diluiti nel corso dei prossimi anni. Insomma mancano all’appello almeno due miliardi e al momento non è dato sapere dove siano questi soldi», attaccano i parlamentari del M5S.
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