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Pescara, 25/07/2024
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Data: 02/11/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Lo sfogo di Brucchi: siamo soli, così non ce la possiamo fare. Nel capoluogo ci sono 2.500 richieste di intervento non ancora evase, il sindaco chiede aiuto. «La Protezione civile mandi tecnici per le verifiche, la gente non sa se può rientrare in casa o no». Le mamme: i nostri figli non li riportiamo a scuola

TERAMO «Siamo soli, così non ce la possiamo fare». Le parole del sindaco Maurizio Brucchi traducono l'ansia di una città dove il bilancio del sisma si fa di ora in ora più pesante. Tecnici del Comune e vigili del fuoco da domenica mattina sono impegnati senza sosta nella gestione delle chiamate di emergenza. Basti pensare che le richieste di interventi non ancora evase sono per i vigili del fuoco 1.165 e per il Coc (centro operativo comunale) 1.493, di cui 707 del terremoto del 24 agosto. Le verifiche vanno avanti a ciclo continuo, tanto che non è stato ancora possibile mettere mano agli immobili dell'ente a parte le scuole, ma di questo passo ci vorranno comunque settimane prima che tutti i cittadini ottengano una risposta sullo stato delle loro abitazioni. «Se non si fanno gli accertamenti non possiamo adottare provvedimenti sull'agibilità degli immobili», sottolinea il sindaco, «e i proprietari non sanno se possono rientrare o se devono essere indirizzati verso altre sistemazioni». Il problema dei risarcimenti e dell'eventuale inserimento di Teramo nel cratere sismico verrà dopo: ora bisogna affrontare l'emergenza. «Non mi sfugge il fatto che ci sono centri completamente distrutti», tiene a precisare Brucchi, «ma anche qui da noi il terremoto c'è stato davvero». Non si è sentito solo il riflesso dell'ultima scossa devastante che ha colpito la zona di Norcia. «Il territorio teramano è quello che ha subìto i maggiori danni in Abruzzo», insiste il primo cittadino, «abbiamo bisogno d'aiuto». Dall'Aquila il sindaco Massimo Cialente ha messo a disposizione cinquanta abitazioni rientranti nel progetto "Case" per gli sfollati, anche questi in aumento con il passare delle ore e delle verifiche,ma Brucchi si appella anche alla Regione. Ha chiesto ieri al presidente Luciano D’Alfonso, per le vie brevi e anche formalmente, di aprire a Teramo una postazione avanzata del Cor (Comando operativo regionale di Protezione civile), al fine di rendere più uniformi, coordinati e rapidi gli interventi Finora la gravità della situazione tra Umbria e Marche non ha consentito l'invio di personale a Teramo, ma il sindaco non demorde. «Tutti devono fare la loro parte», insiste, «così non ne usciamo». Serve più personale sul campo, ma è necessario anche ammorbidire i vincoli burocratici che rallentano le attività. Per questo Brucchi ieri ha inviato al governatore D'Alfonso, presente alla riunione del consiglio dei ministri sull'emergenza, un sms indirizzato al premier Matteo Renzi. Il sindaco, descrivendo la situazione critica del Teramano, rivolge un appello al capo del governo perché promuova l'adozione di misure tese a snellire le procedure, in particolare quelle indicate nel Codice degli appalti, soprattutto per garantire verifiche e interventi rapidi nelle scuole. A quanto pare la risposta di Renzi è stata positiva, per cui Brucchi attende l'emissione del nuovo decreto dedicato alla gestione della fase emergenziale. Intanto un'altra area di accoglienza è stata allestita al lago di Cardelli per chi trascorre le notti in camper.


Le mamme: i nostri figli non li riportiamo a scuola. I genitori non mollano, chiedono tensostrutture o moduli per l’attività didattica Slitta la manifestazione di protesta programmata per questa settimana

TERAMO Le mamme teramane non mollano e dopo le ultime scosse sono decise a non riportare i figli a scuola nel giorno di riapertura previsto per lunedì. Chiedono moduli o tensostrutture per la ripresa delle attività scolastiche. Intanto la manifestazione programmata per questa settimana è stata rinviata. Non una battuta d'arresto, precisano le mamme che si dicono sempre più agguerrite, ma solo una pausa di riflessione per consentire alle forze dell'ordine di far fronte all'emergenza della conta dei danni provocati dalla scossa di domenica mattina. «Come gruppo» spiega su Facebook Leda Ragas, portavoce del comitato spontaneo dei genitori, «avevamo intenzione di effettuare volantinaggi e manifestazione entro il 10 di novembre, questo prima del terremoto. Dopo esserci consultate, per rispetto al lavoro delle forze dell'ordine impegnate nell'emergenza attuale, abbiamo deciso di rimandare la manifestazione che stavamo preparando a data da destinarsi. Non ci stiamo fermando, stiamo raggiungendo altri comuni limitrofi e non per unirci in un gruppo regionale, confrontandoci e cercando soluzioni alternative alla realtà di paura e incertezza in cui vogliono farci vivere. Sperando che il sindaco di Teramo e degli altri comuni si uniscano e cerchino di ottenere luoghi sicuri dive far studiare i nostri figli». Continuano le mamme: «Non stiamo mollando, anzi siamo più arrabbiate e determinate che mai, ma comprendiamo che non serva ora una manifestazione, non ora che la crisi comprende tutta la cittadinanza. Al momento giusto torneremo in piazza, nel rispetto dei nostri figli e dei cittadini». La portavoce del comitato precisa inoltre che la protesta non è contro il primo cittadino di Teramo, ma vuole sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità non più rinviabile di opere di messa in sicurezza. «Richiedere moduli per le attività didattiche, o perlomeno scale antincendio, uscite di sicurezza e piani di evacuazione in tutte le scuole è il minimo», dice ancora la portavoce, «rimandare i figli a scuola solo perché non possiamo fare di più è come giocare alla roulette russa. Io non me la sento di giocare con la vita di mio figlio, né con quella degli altri bambini». Una posizione, quella di Leda Ragas, che raccoglie consensi da tantissimi genitori che sulla pagina social del comitato stanno pubblicando le foto dei danni provocati dal sisma alla D'Alessandro o al Pascal con sentimento comune : «Ho paura. Mio figlio a scuola non lo rimando».


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