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Data: 02/11/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Norcia, notte in tenda «I bagni? Nel bosco»

NORCIA «Siamo disperati e abbandonati. Siamo nella m». Non è più il tempo delle belle parole, Maria Elena, artigiana come il marito, ha trascorso la notte nelle tende di Norcia vicine al palasport insieme ai quattro figli. E la ripete quella parola che inizia con la m. E non ce l'ha solo con il terremoto: «Si guardi intorno, qui nelle tende ci sono una quarantina di persone. Ma non c'è un bagno. Quando dobbiamo fare i nostri bisogni, dobbiamo aspettare che faccia buio e andare in una zona nascosta. A mangiare andiamo alla mensa, laggiù, ma qui non ci hanno portato nulla. Le nostre cose sono rimaste nelle case venute giù, non abbiamo neppure gli abiti per cambiarci. Vi pare vita, questa?». Scusi, signora, ma perché non avete accettato di andare negli hotel sul lago Trasimeno? «Ma che siamo deportati? Non possono aiutarci qui, almeno con il minimo indispensabile? Non chiediamo tanto».
DORMIRE TUTT I INSIEME
A un paio di chilometri, lungo una strada piena di salumifici e prosciuttifici, la protezione civile ieri sera stava finendo di montare un'altra tendopoli, questa ben organizzata, con cucina e bagni chimici. È però un dormitorio, non è divisa per famiglie. Alberto Cardaioli, uno degli operatori della protezione civile umbra, scuote la testa: «Molti verranno qua, anche se siamo un po' lontani dal centro. Gli hotel? Voi non la conoscete la gente di Norcia. Da qui non si stacca, vuole restare nella sua terra, non c'è niente da fare». Altre tende sono state allestite nelle frazioni. In attesa dei container, attesi prima di Natale, saranno messi a disposizione 400 posti.
LA PAURA
In un'altra giornata di tensione, con la scossa del mattino che ha tenuta alta la paura, «ma è solletico rispetto alla sventola di domenica, quando i mobili si ribaltavano», un dato salta agli occhi: la mobilitazione della protezione civile e delle associazioni di volontariato che vi fu ad Amatrice, dopo il terremoto del 24 agosto, quando in un lampo furono montate tendopoli, ospedali da campo, arrivarono anche troppi generi alimentari e capi di abbigliamento, a Norcia come a Visso non c'è stata. La piccola tendopoli vicina al palasport, che è in realtà la risposta dopo il primo sisma estivo, è al buio e senza bagni, abbandonata e quasi dimenticata. Negli hotel, secondo gli ultimi dati diffusi dalla presidente dell'Umbria, Catiuscia Marini, sono andati in 1.200. Giura il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno: «Spostarsi negli alberghi è la scelta più sensata. Chi c'è già e chiama chi è rimasto qua, spiega che lì si sta bene. Così molti si stanno convincendo a partire». La maggioranza però rifiuta sia le tende, sia gli hotel, e resta a Norcia affidandosi a soluzioni che rischiano di essere insostenibili quando a fine settimana arriverà il maltempo. Molti continuano a dormire in macchina, magari davanti alle abitazioni inagibili perché temono i furti degli sciacalli.
NOZZE D'ORO IN CAMPER
Parecchi hanno acquistato o affittato una roulotte. Come Domenico Coccia, geometra in pensione, 78 anni, che insieme alla moglie ha piazzato un camper vicino al palazzo dove nel suo appartamento non si può entrare. «Me l'hanno prestato. Festeggeremo cinquant'anni di matrimonio nel camper, sempre meglio della macchina. L'errore imperdonabile che qui è stato fatto, dopo il sisma del 24 agosto, è sottovalutare cosa stava succedendo, le tende sono state rimosse. Invece bisognava prepararsi a scosse più violente. Si voleva cancellare tutto, lo posso anche capire, per non danneggiare il turismo». In mattinata, a Norcia, è stata celebrata la messa. Domenico, perché non se ne va in hotel? «Lo chiami amor di patria». In un'altra zona del paese se ti affacci dalla strada vedi due casette di legno e pensi di essere in una fiaba.

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