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Pescara, 25/07/2024
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Data: 02/11/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Allarme dei sindaci: «Qui crolla tutto» Decreto del governo per appalti più veloci `

NORCIA Fare presto. Il governo sta preparando una modifica al decreto sull'emergenza terremoto e si punta a accelerare al massimo le risposte, perché con un territorio così vasto interessato dalle scosse, il percorso che era stato immaginato per Amatrice va reso più rapido. Ecco allora che si punta ad appalti più veloci, pur garantendo la trasparenza. Spiega un parlamentare del Pd, Fabio Melilli, che viene proprio da una delle province martoriate dal terremoto, Rieti: «I cittadini cominciano ad essere impazienti, è giusto velocizzare le procedure per gli interventi urgenti». Il premier Renzi è il primo a saper bene che non c'è tempo da perdere, non a caso la riunione dem della Leopolda fissata per il fine settimana sul referendum, cambierà tema, che diventa: «Ricostruire il Paese», con ospiti imprenditori e architetti (forse, lo stesso Renzo Piano).
RINFORZI
Ad Accumoli e in altre 5 frazioni, dopo la scossa del mattino il sindaco ha ordinato l'evacuazione, al grido «qui crolla tutto»: una ottantina di persone non se ne era ancora andata. «È un calvario, non finisce mai», l'appello lanciato a sua volta dal sindaco di Ussita, «e anche le strade sono un disastro».
I Comuni sono in grave difficoltà nell'operazione di verifica delle case danneggiate, perché le richieste sono decine di migliaia. Per capire: dopo il sisma del 24 agosto, sono arrivate 70mila richieste, ma solo 28mila sono state smaltite. Ora ne arriveranno, si prevede, altre decine di migliaia, forse centomila. Per questo il governo consentirà l'assunzione di personale di rinforzo.
Dopo il primo atto del Consiglio dei ministri dell'altro giorno, la protezione civile ha emesso una nuova ordinanza che estende l'emergenza ai comuni colpiti dal sisma il 30 ottobre. Questo sblocca alcune misure necessarie ad aiutare chi ha perso la casa, dai 600 euro di aiuto alle famiglie che trovano autonomamente una abitazione alla sospensione del pagamento di mutui. C'è poi il nodo delle scuole, in molti paesi le lezioni sono sospese. Ieri il commissario per il terremoto, Vasco Errani, ha spiegato: «Serviranno quindici giorni per verificare l'agibilità di tutti gli istituti». Il problema è che magari l'edificio è stabile, ma le famiglie sono sparse negli hotel perché il paese è zona rossa.
I MODULI
«Nessuno verrà escluso, nessuno verrà dimenticato. La prossima soluzione? I moduli». A sorpresa, il premier Renzi, con la moglie Agnese, è arrivato in visita privata nelle zone dell'ultimo terremoto quando il sole del pomeriggio era alto e gli animi ancora agitati. Alla fine della messa celebrata dal suo buon amico l'arcivescovo Renato Boccardo e da Don Luciano nei campi attorno a Preci comune chiuso per sisma, il presidente del Consiglio ha ribadito la linea, gli aiuti e soprattutto le soluzioni per gli sfollati: «Tutti chiedono di restare il più possibile vicino a casa loro. Giustamente è molto bello che lo chiedano e lo ha fatto anche don Luciano durante la messa. Allora voglio dirlo subito: nessuno immagina alcuna deportazione». Sempre accesa, la macchina dell'ascolto vuole Renzi impegnato a sentire anzitutto la voce dei sindaci, gli amministratori più a contatto con i residenti della Valnerina.
Il premier: «Cercheremo di trovare delle soluzioni coinvolgendo i sindaci, il nostro obiettivo è fare le cose insieme». Si parte da una constatazione: «Gli alberghi messi a disposizione delle popolazioni colpite dal sisma sono a una distanza massima di un'ora, un'ora e un quarto». Ma la resistenza a partire è legata alla paura di vedere la casa saccheggiata da sciacalli e balordi. Ma la risposta c'è già. Ancora Renzi: «Mi rendo conto che la prima preoccupazione è quello che succederà alla casa nella lontananza. Noi abbiamo portato qui molti più carabinieri e poliziotti».
Tutti però, i rimanenti e i partenti, hanno un obiettivo preciso: la casetta di legno in cui trascorrere almeno quattro-cinque anni o forse tutta la vita, come succede a Rasiglia di Foligno, dove il terremoto fece male nel 1997. Renzi lo sa: «Tutti vogliono le casette che hanno però un arco di tempo tra i sei e sette mesi di realizzazione. Perciò serve una soluzione ponte. Dall'altro lato c'è il problema legato al fatto che non si può stare nelle tende, seppure coibentate, a dicembre, considerato che già adesso fa freddo e tra pochi giorni comincerà a piovere. Quindi l'obiettivo è studiare dei moduli che possano essere messi subito a disposizione».

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