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Data: 03/11/2016
Testata giornalistica: Regioni.it
Terremoto in centro Italia - Terremoto: vertice a palazzo Chigi con i presidenti delle regioni colpite

“Sono stato a Norcia qualche settimana fa, col Sindaco, col Vescovo, con la Presidente della Regione. Oggi si stringe il cuore pensando a quella piazza piena di macerie. Ma ricostruiremo. Ricostruiremo tutto, ricostruiremo tutti insieme”, è “il giorno dopo” l’ulteriore e prolungata scossa di terremoto che scuote l’Italia centrale, è il 31 ottobre . il presidente del consiglio, Matteo Renzi annota nella sua E-News “Ci sono dei momenti in cui le divisioni politiche contano zero e si lavora tutti nella stessa direzione”.
Il Consiglio dei ministri straordinario è stato convocato per le 17 del 31 ottobre, presenti anche i 4 presidenti di Regione, il commissario Errani e il capo della Protezione Civile Curcio. La ricostruzione dopo il terremoto sarà, promette, “a regola d'arte. Con il controllo dell'opinione pubblica e di tutti i cittadini. Non va sprecato nemmeno un centesimo e dobbiamo dimostrare chi siamo: persone che, a differenza di alcune vicende del passato, sanno fare opere pubbliche senza sprechi e senza ladri”.
Le forze di opposizione, M5s, Forza Italia e sinistra italiana, hanno assicurato – sia pure con distinguo e precisazioni - la loro disponibilità ad approvare tutti gli interventi necessari per le zone colpite dal sisma.
La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, dopo la riunione del Consiglio dei ministri, sottolinea che “Il Presidente del Consiglio ed il Governo hanno pienamente colto la straordinarietà dell'emergenza che stanno vivendo i nostri concittadini e, per questo, sono grata al presidente Renzi e al Governo di aver annunciato un provvedimento che va nella direzione di accelerare i tempi in tutta questa prima fase dell'emergenza in modo da consentire l'assistenza alla popolazione attraverso i 'container' in prima battuta e poi con la predisposizione di casette”. Per la presidente Marini "superata la fase dell'assistenza ai cittadini, i provvedimenti annunciati consentiranno la realizzazione di tutti gli interventi necessari di messa in sicurezza del patrimonio danneggiato, nonché di dare risposte ai fabbisogni del settore agricolo e zootecnico e di tutte le attività economiche e produttive. Una linea - ha aggiunto - che cerca di comprendere la fase di profonda emergenza che le nostre popolazioni stanno vivendo, anche in condizioni climatiche particolarmente difficili, e che ci pongono questioni nuove che impongono risposte molto rapide. Per noi, infatti, ci sono prima di tutto i cittadini che attendono atti e fatti concreti”. Marini ha espresso “apprezzamento per la modalità con la quale il presidente Renzi e il Consiglio dei ministri ci stanno affiancando e per il grande coinvolgimento delle Regioni in questa fase di gestione dell'emergenza e di definizione di provvedimenti che devono dare certezza di risorse e di procedure per gestire l'emergenza e avviare la ricostruzione. Un grazie al presidente del Consiglio anche per la vicinanza manifestata verso la popolazione colpita dal sisma. E ancora un grazie - ha concluso - alla Protezione civile nazionale e al commissario straordinario per la ricostruzione per l'attenzione in tutte queste fasi di gestione dell'emergenza”.
“Questo terremoto ci insegna che dobbiamo assolutamente pensare ad un modello di ricostruzione che per scuole, ospedali e edifici pubblici che svolgono funzioni operative, sia improntato a norme antisismiche per fare in modo che reggano a qualunque scossa". È quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso della conferenza stampa che ha svolto a Preci, all Centro Caritas, per fare il punto della gestione dell'emergenza a 48 ore dalla scossa di terremoto che ha ulteriormente, e gravemente, danneggiato i principali centri della Valnernina, da Norcia a Preci, Cascia e causato danni anche in moltissimi altri comuni di tutta la regione. Nel corso dell'incontro con i giornalisti la presidente Marini, ha ricordato che “l'Umbria ha subito in due mesi tre distinti terremoti, l'ultimo dei quali ha avuto una potenza che, secondo i dati in possesso dell'Osservatorio Bina di Perugia, non si registrava da mille anni”. “Una cosa deve essere certa: non consentiremo l'abbandono di queste aree, dei suoi paesi e borghi”, ha proseguito Catiuscia Marini, nel corso di una conferenza stampa a Preci.
“Resto convinta - ha detto Marini - della positività della scelta di consentire ai cittadini di poter trascorrere questi giorni in una confortevole e più sicura collocazione alberghiera, tant'è che sono già oltre mille coloro che hanno trovato accoglienza negli alberghi sia del Trasimeno che di altre città. In ogni caso il nostro compito è quello di garantire a tutti, comunque, anche a quelli che per ragioni diverse o non vogliono o non possono lasciare la Valnerina, una sistemazione adeguata. Per questo abbiamo chiesto ed ottenuto tende collettive che sono state montate e si stanno montando in queste ore. Questo per l'immediato, mentre abbiamo già avviato tutte le procedure per realizzare delle aree con container, dove poter trascorrere l'inverno, prima della realizzazione dei villaggi con le casette, che auspicabilmente saranno allestiti per la primavera-estate".
“Per quello che riguarda la Regione Umbria siamo certi di stare intorno probabilmente intorno a 5mila persone e 3mila da assistere, concentrate in una parte ben definita del territorio regionale” ha detto la la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha risposto ai giornalisti al termine della riunione con il governo a Palazzo Chigi.
Matteo Renzi, è tornato a parlare con i giornalisti, dopo la visita privata a Preci con la moglie Agnese, accompagnato dal capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, dal commissario per la ricostruzione Vasco Errani e dal presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, ha detto che “La prima emergenza è quella psicologica. C'è l'emergenza della ricostruzione, ma ce la faremo. Dovremo fare le cose nel modo più serio e lo faremo. Velocizzeremo le regole e le procedure, ma ci vorrà tanto tempo, ma la prima emergenza è per le persone che sono provate. Tutta l'Italia deve essere vicina a tutte le zone colpite”.
“Tutti chiedono di restare il più possibile qui, è comprensibile. Abbiamo messo a disposizione gli alberghi, che non sono qui vicino, ma si tratta di una distanza di almeno un'ora, quindi ci sono tante preoccupazioni legate anche alla lontananza e alla sicurezza. Loro vogliono delle soluzioni ponte in attesa delle casette, ma dall'altro lato c'è i problema che qui siamo in montagna e fa freddo, quindi bisogna studiare dei moduli che siano disponibili a breve. Cercheremo delle soluzioni coinvolgendo i sindaci. Ci vuole tanta energia e forza da parte nostra, sapendo che è una sfida non facile”. “La ricostruzione si farà, ma non deve sfuggire a nessuno l'entità del sisma. Siamo sollevati del fatto che non ci siano morti, ma è un mezzo miracolo. Il terremoto di 6.5 e' peggio dell'Irpinia, quindi meno male che siamo in una realtà ben ricostruita. Intanto oggi dobbiamo venire incontro alle esigenze delle persone. Nessuno immagina di promettere miracoli, sono qui per dire non che sara' facile, sara' lunga ma la ricostruzione la faremo tutti insieme”.
“Dobbiamo ricostruire le case e le chiese. San Benedetto a Norcia è il patrono d''Europa, ma oggi non è più solo il patrono ma il simbolo d'Europa. L'Europa va ricostruita esattamente come va ricostruita quella chiesa. Un pezzettino alla volta ricostruiremo tutto senza promettere miracoli, perché chi promette miracoli alimenta false aspettative”, ha aggiunto Renzi.
Il 1° novembre a Macerata una ulteriore riunione sulla situazione delle aree terremotate della provincia cui partecipano il presidente della Regione Luca Ceriscioli, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, il commissario per la ricostruzione Vasco Errani, il prefetto e i sindaci della zona. Curcio ha illustrato ai sindaci i criteri per l'assegnazione dei container e poi delle casette ai terremotati. Altro tema all'ordine del giorno, le scuole: molte quelle già dichiarate inagibili, mentre la gran parte di quelle che il sisma non ha reso inutilizzabili non dovrebbero riaprire, salvo casi particolari, prima del 7 novembre.
Oltre ogni divisione politica, uniti, pensando alla prevenzione. In questi termini si è espresso Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, parlando a Rainews24 all'indomani del terremoto in Centro-Italia ricordando che "i danni sono enormi e drammatici, credo che il governo si stia muovendo bene, si sta muovendo nella maniera giusta che è di fare quel che è possibile". Bonaccini riferisce di aver telefonato ai presidenti di regioni di centrodestra e di aver trovato massima disponibilità a lavorare insieme: "qui non c'è colore politico, ognuno di noi si mette a disposizione per un grande progetto per il Paese. Bisogna dare una mano, ad esempio, per far capire a una parte della popolazione che deve spostarsi”. Poi si dice certo che il progetto del governo sia positivo: “adesso rispetto al passato vale un criterio: ora o mai più, bisogna pensare alla prevenzione, il progetto di Casa Italia deve trovare una ragionevole speranza di essere portato
Avanti”. Quanto all'Emilia-Romagna, colpita dal terremoto quattro anni fa, Bonaccini spiega: “La ricostruzione sta andando avanti, a parte qualche unità abbiamo ricostruito o ristrutturato tutte le scuole, oltre il 70% degli sfollati vive di nuovo nelle sue case. Bisogna fare le cose per bene, meglio qualche mese in più ma fare le cose bene. In Friuli ci vollero più di dieci anni per la ricostruzione totale”.
“Credo molto all'idea di un'Europa unita, ma come non vedere che quell'Europa dietro la burocrazia e le cifre dimentica la qualità della vita: alcuni temi non possono essere contabilizzati nel rapporto deficit-pil”, ha aggiunto Bonaccini, citando - come esempio di spese che a suo avviso non debbono essere contabilizzate nei rigidi parametri economici -l'accoglienza dei migranti o la ricostruzione post terremoti: “mi auguro che questo aspetto venga colto a Bruxelles”. Il presidente della Conferenza delle Regioni ha poi ammesso che serve anche un grande cambio di mentalità in Italia per quanto riguarda l'attenzione al territorio, e ad esempio, "serve un grande piano per non consumare più territorio vergine”.
Il presidente della regione Marche, Luca Ceriscioli, in un'intervista a Sky Tg24, ha sottolineato "lo sforzo che stiamo facendo nelle Marche non è paragonabile a quello di nessun' altra regione. Gran parte delle scosse sono avvenute nel nostro territorio: tutta la provincia di Macerata, gran parte della provincia di Fermo, tutta la provincia di Ascoli e adesso anche la provincia di Ancona, hanno segnalato danni importanti, e le persone sono uscite di casa. Lo sforzo della Protezione civile è stato imponente”, ha detto il presidente della regione. “Speriamo di poter continuare con questo impegno anche nelle ore successive, perché in realtà uomini e donne sono sotto pressione dal 24 agosto in maniera molto pesante”.
Per ospitare le persone rimaste senza la casa "noi abbiamo allertato tutte le strutture ricettive delle Marche, da Gabicce Mare fino a San Benedetto del Tronto". ha aggiunto il presidente della regione Marche, Luca Ceriscioli, “Se non dovessero bastare ci rivolgeremo ad altre regioni - ha assicurato Ceriscioli -. Per il momento sono sufficienti le nostre, e più avanti vedremo”. La scossa del 30 ottobre, fortissima, è stata quella che ha convinto molte persone ad abbandonare le proprie abitazioni. “E' stato significativo che nelle zone colpite dalla scossa del 24 agosto, Arquata e dintorni, proprio ieri siano partiti i pullman diretti verso le strutture della costa - ha osservato il presidente della regione -. Chi ha avuto mesi per metabolizzare quello che è accaduto, con la terza scossa ha deciso di partire”.
“La dimensione così ampia” del terremoto nelle Marche "fa sì che lo sforzo della Protezione civile sia veramente imponente e sin dalle prime ore lo è stato. Speriamo di poter continuare con questo impegno nelle prossime ore, perché in realtà questi uomini e queste donne sono impegnati dal 24 agosto in maniera molto pesante”, ha detto il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli facendo il punto della situazione poco dopo la scossa di terremoto del 30 ottobre. Certamente “C'è l'attaccamento alla terra, ma la paura rispetto alla scossa sta spingendo verso la scelta di andare via. I numeri veri - ha aggiunto Ceriscioli - li vedremo un po' più avanti, quando le persone smetteranno di dormire in auto e se non hanno una casa dove rientrare avranno bisogno di una risposta. Ma quando arrivano i numeri veri del terremoto nelle Marche sono da far tremare i polsi. I dati aggiornati alla fine della giornata del 31 ottobre parlano di 20.766 persone che sono fuori casa nella sola provincia di Macerata, 1.898 in quella di Fermo, 2.247 ad Ascoli e 526 ad Ancona. Un numero destinato fatalmente ad aumentare. Le "zone rosse" sono 218, la maggior parte, 162, in provincia di Macerata (a Fermo 17, Ascoli 33, Ancona 4). Oltre un centinaio gli edifici con crolli e danni gravissimi; 7.000 i posti letto (di cui 5.000 brandine) allestiti nelle strutture comunali di prima assistenza.
“Contentissimo”, dunque, il presidente delle Marche, della decisione di passare per la fase intermedia dei container, sul modello del terremoto di Marche e Umbria del '97. “Una bella opportunità - commenta - per riportare la gente sul posto prima che arrivino le casette. Saltare questa fase sarebbe stato possibile con i numeri iniziali, ma ormai il numero delle persone da assistere si è enormemente dilatato".
“Un accordo sulle risorse ci sarà sicuramente, la risposta del governo è stata bella e in questo modo si è data una risposta utile alle attese dei terremotati, tra l'altro con una forte coesione con i Sindaci delle località colpite dal terremoto” ha aggiunto, al termine del consiglio dei ministri il presidente delle Marche.
"Ho apprezzato molto che nella riunione a palazzo Chigi il governo ci abbia dato delle garanzie assolute sulle risorse necessarie per l'emergenza e la ricostruzione”, ha detto al termine dell'incontro con il Governo sul terremoto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. “Ora è presto per dire la proporzione degli stanziamenti – ha aggiunto - ma l'impegno che ci è stato ribadito poco fa dal presidente Renzi ci tranquillizza”.
A “poche ore dalla terza violentissima scossa di terremoto, che ha colpito non solo il Lazio, e il governo sta proficuamente continuando il suo lavoro. In ogni caso è bene che si sappia che ricostruiremo tutto e mi piace sottolineare come in questo momento drammatico
tutto il Paese sia presente al nostro fianco": lo ha affermato Zingaretti. “Vorrei ricordare - ha aggiunto - che in poco più di 60 giorni 4 grandi territori italiani sono stati colpiti. Ci saranno costi importanti ma voglio dire con chiarezza che a situazione straordinaria corrisponderà una risposta straordinaria. Del resto dal 24 agosto stiamo lavorando duro e così continueremo a fare”. Ora, ha detto ancora Zingaretti, "sono molti i comuni che chiedono che vangano fatte delle verifiche. Nel Reatino sono tante le realtà che hanno subito danni, anche se nella scossa di ieri ci sono stati più danni nelle Marche e in Umbria. Credo che più in là - ha spiegato ancora Zingaretti - prenderemo coscienza della vastità delle zone colpite". Il governatore ha fatto anche riferimento agli aiuti internazionali: "in realtà un aiuto da altri Paesi è già stato avviato ai tempi del terremoto di agosto, ma è fondamentale - ha concluso - che tutti coloro che vogliono dare una mano facciano riferimento alla protezione civile”.
Il presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso a Pescara, al termine della riunione di Protezione Civile per la verifica dei danni subiti in Abruzzo per il terremoto, da consegnare poi al Governo, sottolinea che “La macchina dei soccorsi in Abruzzo ha funzionato. Mi pare ci sia stata una perfetta adesione alle richieste di aiuto e di soccorso. C'è una capacità ormai in Abruzzo da parte delle autorità comunali, delle organizzazioni di volontariato e della macchina regionale e centrale di Protezione Civile di rispondere ad una emergenza. Abbiamo reagito - ha aggiunto - sia dislocando posti letto e materassi per la necessità del momento, ma anche stipulando convenzioni con alberghi e strutture per coloro i quali volevano una collocazione più confortevole. Noi incentiviamo questo tipo di ricovero alberghiero perché presenta le caratteristiche della massima sicurezza. Abbiamo cominciato a raccogliere tutte le segnalazioni per iniziare a razionalizzare questo quadro che mi permetterà oggi di rappresentare al Consiglio dei Ministri e al Presidente Renzi la situazione dell'Abruzzo, sul piano del patrimonio privato abitativo, del patrimonio pubblico, infrastrutturale e di quello religioso. Rappresenterò anche il numero degli sfollati e di quelli che hanno dovuto trovare una soluzione di emergenza dopo un terremoto così spaventoso, e permettermi di esprimere la mia solidarietà nei confronti delle Regioni Marche e Umbria, ed esprimo riconoscimento nei confronti dei Comuni abruzzesi che hanno saputo reagire, nonostante la differenza di intensità del danno. Quello che voglio rendere certo - ha concluso il presidente della Regione - è che ci sarà copertura finanziaria e normativa per ogni danno che si è verificato. Sia per il patrimonio abitativo privato che quello pubblico, che religioso. Farò una disamina molto puntuale e continueremo a seguire e monitorare quello che accade nei diversi territori”.

"In Abruzzo ci sono 45 Comuni interessati dal sisma, con 2000 sfollati e danni al patrimonio pubblico, privato e religioso”, ha detto poi il presidente della Regione Luciano D'Alfonso, al suo ingresso a Palazzo Chigi dove ha preso parte alla riunione del Consiglio dei ministri per l'estensione dello stato di emergenza in conseguenza del terremoto. A chi gli domanda se sia già stata fatta una quantificazione dei danni dopo le scosse di ieri, D'Alfonso risponde: "Non ancora ma c'è una quantificazione degli elementi immobiliari danneggiati. Tra di essi anche luoghi molto importanti come il complesso dell'Annunziata a Sulmona e il centro storico diCivitella del Tronto”.
“Siamo stati operativi nell'immediato e devo dire molto concreti"". Così la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, a Udine, a margine della cerimonia di ringraziamento per i 70 moduli abitativi donati dal Gruppo Danieli alle famiglie di allevatori di Amatrice ed Accumoli, installati dalla Coldiretti e dalla Protezione Civile. ""Da subito si era evidenziato un'esigenza in quanto vi erano allevatori e agricoltori che non potevano allontanarsi dalla loro terra e dal loro bestiame e vivevano sostanzialmente in macchina - ha continuato Serracchiani -. Grazie ai moduli che ci ha messo a disposizione la Danieli e all'aiuto della Coldiretti, siamo riusciti a portarne nei luoghi del terremoto dell'Italia centrale oltre 70. In questo modo, agricoltori e allevatori che ovviamente si trovano in condizioni difficili, almeno hanno un tetto ed un luogo dove c'è del caldo”.
“Il futuro non crolla”. È un messaggio positivo e di speranza quello lanciato dal presidente della Regione Molise, Paolo Frattura, nel suo intervento in Consiglio regionale per la commemorazione delle vittime del terremoto di San Guliano di Puglia (Campobasso) in occasione della 'Giornata della memoria' istituita con legge regionale.
Sicurezza, prevenzione, solidarietà: sono le parole che si sono ripetute più volte nell'Aula in una sorta di drammatico e straziante filo rosso che lega il Molise alle popolazioni dell'Italia centrale colpite dal terremoto. "Oggi il pensiero del Molise - ha detto il Governatore - va anche alle migliaia di persone dell'Appennino ferito, nostri concittadini che in queste ore stanno vivendo il terrore del terremoto. Per noi oggi è la giornata del lutto e della commemorazione dei 27 bambini e della loro maestra morti nel crollo della scuola a San Giuliano di Puglia. C'è bisogno - ha aggiunto - di conoscenza e consapevolezza di ciò che c'è intorno a noi: territorio, case, rischio. Un futuro dove prevenzione e cura siano prassi consolidata e non più le dovute intenzioni a tragedia avvenuta”.
Poi, ancora un riferimento al terremoto nell'Italia centrale. “Nessuno va lasciato solo - ha sottolineato Paolo Di Laura Frattura – per questo oggi, ricordando le vittime di San Giuliano - offriamo la nostra vicinanza alle popolazioni del Centro Italia che nelle pietre, nelle macerie, nei loro borghi, riconoscono la morte e non sanno più immaginare la vita. Diamo loro coraggio, come loro lo hanno dato a noi 14 anni fa, di guardare avanti. I nostri paesi rinasceranno, da San Giuliano, ad Amatrice, Accumoli, Norcia, Arquata, Castelsantangelo sul Nera e in tutti i comuni straziati dal sisma”.
Immediata la disponibilità del Veneto. “Le regioni colpite dal sisma sappiano che il Veneto è pronto a mettere a disposizione tutte le forze possibili, anche economiche, per aiutare le popolazioni che ormai da mesi devono convivere con la terra che trema, con una calamità naturale che sta provocando morte, devastazione e paura”. Lo afferma il presidente della Regione, Luca Zaia, che così manifesta la propria vicinanza alle comunità del centro Italia che hanno vissuto un’altra giornata di terrore e angoscia a causa del terremoto. “Il Veneto ha conosciuto da vicino situazioni tragiche, non ultima l’alluvione del 2010 – sottolinea Zaia – e non possiamo che ricambiare i gesti di solidarietà che abbiamo ricevuto anche in quell’occasione. Forniremo tutto l’aiuto possibile, a cominciare dalla disponibilità a intervenire della nostra organizzazione di protezione civile, cercando di alleviare le sofferenze di tante persone che possono contare su di noi”.

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