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Pescara, 25/07/2024
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Data: 03/11/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Emergenza smog - Città preda del traffico ma nessuno interviene. Tutte bloccate le misure per la viabilità, realizzate solo poche piste ciclabili. Ogni giorno circolano sulle strade di Pescara oltre 100mila veicoli. L’Arta cancella i dati sull’inquinamento «Ora l’aria è pulita»

PESCARA Ogni giorno si muovono nelle strade di Pescara oltre 100mila veicoli a motore. Un dato allarmante se si considera quanto inquinamento producono gli scarichi delle macchine, dei camion e dei pullman. Le centraline dell’Arta, dopo un’estate con l’aria più o meno respirabile, hanno cominciato a segnalare il ritorno dello smog. Il 26 ottobre scorso è stata registrata un’impennata delle famigerate micropolveri oltre i limiti di legge. E gli esperti già preannunciano un peggioramento con il ritorno del freddo. Ma la città resta ferma e gli interventi per cercare di rendere più fluida la viabilità sono bloccati da anni. L’anno scorso con 50 superamenti dei limiti delle polveri a fine anno sono state prese misure temporanee, come targhe alterne e domeniche a piedi. L’amministrazione comunale, in realtà, non può fare nulla, perché il Piano traffico, l’unico realizzato a Pescara, è scaduto nel 2007, cioè da quasi dieci anni. Ora è stata affidato l’incarico per realizzarne uno nuovo, ma i tempi non saranno brevi. Quello che è stato fatto finora riguarda solo le due ruote. Sono stati realizzati nuovi tratti di pista ciclabile. Ma anche quel Piano, varato nel 2005 e rimasto in vigore per legge solo due anni, di fatto non è servito a granché. Le sole misure adottate dall’allora assessore al traffico Armando Mancini furono delle modifiche ai sensi unici di marcia tra piazza della Marina e via Bardet. Modifiche che scatenarono un vespaio di polemiche e proteste dei residenti. Un’altra misura realizzata nel 2007 fu la chiusura della rampa di uscita dell’Asse attrezzato di piazza Italia, poi subito riaperta l’8 luglio del 2009 dall’ex sindaco Luigi Albore Mascia, subentrato alla precedente amministrazione di centrosinistra, con tanto di cerimonia in pompa magna. Le altre misure previste nel vecchio Piano traffico, considerate rivoluzionarie, sono rimaste tutte sulla carta. Dalla trasformazione di corso Vittorio a senso unico di marcia, al cambio di direzione di via Fabrizi, fino ai sensi unici ad anello nelle strade del centro per eliminare gli incroci e fluidificare la circolazione. In compenso, un intervento molto discusso per il traffico fu realizzato sempre da Mascia durante la sua consiliatura. L’ex primo cittadino di Forza Italia riqualificò un tratto dell’arteria di corso Vittorio, dove ci transitano circa 7mila auto al giorno e lo pedonalizzò trasferendo il traffico su una stradina by pass realizzata apposta nelle aree di risulta. Fu assalito dalle polemiche e la prima cosa che ha fatto l’attuale amministrazione, appena insediata nel 2014, è stata la riapertura al traffico in un solo senso di marcia del corso chiuso. Ora le auto circolano solo in direzione sud-nord, perché non è possibile ripristinare il vecchio doppio senso di marcia, in quanto la carreggiata è stata notevolmente ridotta con i lavori di riqualificazione e di pedonalizzazione. Ieri, in proposito, l’ex vice sindaco dell’amministrazione Mascia, all’epoca anche assessore al traffico Berardino Fiorilli, è intervenuto su questa questione riaprendo una polemica che sembrava ormai sopita. «La scellerata decisione del sindaco Marco Alessandrini di riaprire alle auto corso Vittorio», ha affermato, «gli ha fruttato un doppio risultato: il ritorno delle polveri e la distruzione di un asse viario, la cui riqualificazione è costata un milione 400mila euro ai cittadini». Che non fosse facile intervenire sul traffico di Pescara lo si era già capito nel 1995, quando l’allora assessore alla mobilità Carlo Masci, appartenenente all’ex amministrazione Pace rischiò il suo posto per aver provato a trasformare a senso unico il doppio senso di marcia di viale Bovio, altra arteria fortemente trafficata dove si sono registrati più volte picchi di inquinamento al di sopra dei limiti di legge.


L’Arta cancella i dati sull’inquinamento «Ora l’aria è pulita» Sono spariti i valori delle micropolveri superiori ai limiti pubblicati sul sito dell’Agenzia. Insorgono gli ambientalisti

PESCARA L’inquinamento non c’è più. Nel giro di 24 ore sul sito Internet dell’Arta è avvenuto un miracolo: i valori oltre i limiti delle micropolveri, registrati il 26 ottobre dalle centraline della città e pubblicati sul portale dell’Agenzia regionale per l’ambiente, sono improvvisamente spariti. Ieri, al posto delle preoccupanti cifre, che indicavano i superamenti dei limiti di sicurezza per la popolazione, sono apparse le iniziali «n.d.», ossia non dichiarati. Tutto ciò è avvenuto all’indomani della pubblicazione di quegli stessi dati, indicati sul sito Arta, sulle pagine del Centro. Al punto che qualche maligno ha pensato a un’operazione non casuale. Niente di tutto questo, ha poi precisato l’Arta, il problema è stato causato dal malfunzionamento del sito. Fatto sta che i cittadini che ieri si sono collegati via Internet al portale dell’Arta si sono tranquillizzati, perché l’inquinamento da micropolveri era improvvisamente sparito. E, oltre ai dati del 26 ottobre, giorno nero per la qualità dell’aria a Pescara, sono spariti anche i valori dei famigerati Pm10 e Pm2,5, ossia le polveri sottili al di sotto di 10 e 2,5 micron, dei giorni precedenti e successivi. Così, nessun utente ha potuto verificare le effettive condizioni dell’inquinamento atmosferico in città. E il giudizio «pessimo» sulla qualità dell’aria indicato sul sito dagli stessi tecnici dell’Agenzia per l’ambiente, ad esempio per via Sacco, si è trasformato in «buono». Di conseguenza, sono scesi da 14 a 13 i giorni, dall’inizio dell’anno, in cui sono stati superati i limiti delle polveri sottili. La vicenda, però, non è passata inosservata. Il Forum dell’acqua l’ha definita sconcertante. «L’Arta deve chiarire immediatamente», ha detto l’esponente del movimento Augusto De Sanctis, «il Pm10 è fondamentale per capire l’impatto sulla salute umana della qualità dell’aria. Ad ogni aumento del dati di polveri sottili corrisponde un aumento della mortalità per malattie cardiovascolari e dell’apparato respiratorio, come certificato dall’Organizzazione mondiale della sanità». Tra l’altro, non è la prima volta che l’Arta si trova al centro di polemiche per alcuni dati pubblicati errati. La scorsa primavera erano state riportate sul sito le analisi dei depuratori. I valori altissimi di colibatteri, indicati in un primo momento, sono stati poi corretti al ribasso il giorno dopo la pubblicazione sui giornali, con tante scuse dell’Agenzia.

i piani per il futuro del mobility manager. Pescara da percorrere in bicicletta: ecco le tre linee della Ciclopolitana

PESCARA Domeniche ecologiche, targhe alterne, rotatorie: di soluzioni per ridurre il traffico in città, e quindi lo smog, se ne sono provate tante e di tutti i tipi negli ultimi anni, ma con i primi freddi e i primi termosifoni accesi il risultato è ancora lo stesso: polveri alle stelle e aria irrespirabile. E allora la domanda è: viste le premesse, e considerato il fallimento di quelle misure, che cosa intende fare il Comune per intervenire definitivamente a difesa della salute dei cittadini e della vivibilità della città? Risponde il vice sindaco Enzo Del Vecchio, fino a un mese fa delegato alla Mobilità, prima di passare il testimone al neo assessore Stefano Civitarese. «È chiaro che le targhe alterne, come le domeniche ecologiche sono dei palliativi, tenendo però conto che nel periodo invernale non è il traffico ad alzare l’inquinamento, ma l’accensione delle caldaie che incide per un buon 60 per cento. Detto questo, considerato pure che ogni mattina, stando a un vecchio studio del 2005, entrano a Pescara circa 100mila macchine, stiamo lavorando su un doppio fronte: la redazione del nuovo piano del traffico che sarà pronto tra un anno, affidato a un’associazione temporanea d’impresa, e la rete delle piste ciclabili con l’incremento dell’utilizzo del trasporto pubblico attraverso il Piano urbano della mobilità sostenibile, il Pums, di cui si occupa direttamente l’assessorato con il dirigente del settore e il nuovo mobility manager». Spiega quest’ultimo, l’architetto Pier Giorgio Pardi, responsabile di mobilità e parcheggi del Comune: «Abbiamo analizzato i flussi di traffico attraverso i laser del Centro monitoraggio della sicurezza stradale. E i dati ci dicono che il traffico si concentra tra le 7,30 e le 9, le 13 e le 14,30, le 17,30 e le 19 per il forte fenomeno del pendolarismo e per comportamenti che si ripetono quotidianamente, come andare a lavoro e portare i figli a scuola. Questo ci dice che dobbiamo studiare strategie per disincentivare l’uso dell’auto privata soprattutto in queste fasce orarie». E il punto di forza di questa azione, oltre al trasporto condiviso su mezzi privati, il cosiddetto car pooling coordinato attraverso un software, ci sono le piste ciclabili. E, più in particolare, la “Ciclopolitana”. «In tanti hanno criticato la pista ciclabile azzurra di via Regina Margherita», spiega Pardi, «ma quel colore sarà quello che caratterizzerà altri tratti, il prossimo in via Muzii ad esempio. Il progetto si propone di creare una vera e propria rete che si sviluppa su cinque assi con tre linee, proprio come quelle della metropolitana. L’azzurra, la gialla e la verde. Per realizzarle, abbiamo messo nel piano triennale delle opere pubbliche 750mila euro. Piste ciclabili che affiancheranno i normali percorsi in auto per andare al lavoro e per muoversi in città: viale Marconi che si collega a corso Vittorio, viale Pepe, dall’università, al mare, dal ponte delle libertà al mercato coperto di Portanuova, e anche viale Bovio e via De Gasperi. Anzi, proprio in via De Gasperi i lavori partiranno a giorni. Tutte piste che», conclude l’architetto Pardi, «si ricollegheranno ai 21 chilometri di piste già esistenti. Ma i risultati di tutta la Ciclopolitana si vedranno tra un anno e mezzo».

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