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Pescara, 25/07/2024
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Data: 03/11/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Già stanziati sei miliardi Mattarella tra le macerie: «Tutto sarà come prima»

ROMA «Le risorse» per il terremoto «sono già stanziate nel piano pluriennale di legge di bilancio. Già sul 2017 c'è uno spazio di 3 miliardi, diventano 5 o 6 nel 2018. Non c'è uno stanziamento puntuale perché ancora non si sa quanto servirà. Ci sono spazi di azione. Poi se ci sarà bisogno di ulteriori spazi di deficit, metteremo i denari necessari. Al momento non ve n'è la necessità». La carota, per i terremotati, e il bastone per quelli di Bruxelles che Matteo Renzi minaccia di possibili ulteriori sforamenti al già contestato rapporto-deficit pil contenuto nella legge di Bilancio.
La rassicurazione e l'ammonimento, il presidente del Consiglio lo lancia dai microfoni di Radio24 ricordando che il Parlamento ha dato al governo un mandato sul deficit che arriva al 2,4% mentre «nella nostra bozza è al 2,3%». Un margine dello 0,1% che vale un miliardo e seicentomilioni che per ora il governo non intende sfruttare sia per non irritare ulteriormente la Commissione Juncker, sia perché non c'è ora bisogno di altre risorse, visto che non si sono ancora iniziate a spendere quelle disponibili e che il computo dei danni è ancora tutto da fare.

TUTTO Ciò che interessa a Renzi è quello di ribadire in ogni occasione che nelle zone interessate dal sisma si ricostruirà tutto, sino all'ultima pietra, case, chiese e attività commerciali. Lo ribadirà presto in Parlamento quando illustrerà le misure del governo per le zone colpite dal sisma.
In sostanza Renzi sostiene ciò che poche ore dopo ribadisce il Capo dello Stato Sergio Mattarella che, rientrato da Israele, si precipita in elicottero nelle zone del sisma. Ovviamente il presidente della Repubblica non entra nel merito delle scelte del governo e delle discussioni in atto con Bruxelles, ma prova a rassicurare le popolazioni colpite dal sisma dicendo agli abitanti di Norcia che la città «tornerà come prima. Sarà lunga, ci vorrà tempo» ma comunque «faremo tutto quello che uno Stato può fare» per ricostruire «tutto come era prima». Davanti a quello che resta della basilica di San Benedetto il Presidente, con il capo protetto da un casco dei vigili del fuoco, si commuove. «Prometto lavoro e impegno fino alla fine» dice abbracciando un terremotato.

EDIFICI Nessun problema di soldi, quindi, e per Renzi nessun problema con l'Europa «che deve iniziare a dare un po' di soldi invece che farci la morale». Poi le bordate ad altri paesi come la Francia che «è sopra il 3% e non rispetta neanche Maastricht. L'Europa oltre a che a dire - sostiene - inizi anche un po' a dare all'Italia, visto che ogni anno mettiamo 20 miliardi e ne riceviamo 12» e non riceviamo sostegno degli altri Paesi sull'immigrazione».
A sostenere la linea di palazzo Chigi, sull'ampia disponibilità di risorse, è intervenuto ieri sera anche il ministero dell'Economia secondo il quale «si può stimare che nel 2017 le pubbliche amministrazioni centrali e locali spenderanno per la messa in sicurezza del territorio e di edifici pubblici e per la ricostruzione successiva a eventi sismici circa 6 miliardi di euro». Una cifra record frutto della somma di tutti i capitoli di spesa destinati alle popolazioni colpite dal sisma. Nella nota del Mef si legge che con tre successive delibere sono stati stanziati «130 milioni di euro (50 milioni il 25 agosto, 40 milioni il 27 ottobre, 40 milioni il 31 ottobre)» mentre «nel decreto per la ricostruzione del 17 ottobre sono stati inoltre stanziati 266 milioni per il 2016 e ulteriori 200 per il 2017. Cifre alle quali vanno aggiunte le somme contenute nella legge di Bilancio. Ovvero i «600 milioni per la ricostruzione» dagli eventi sismici del 2016 sotto forma di contributi e credito di imposta».
Nel frattempo a Spoleto la procura ha aperto un'inchiesta per disastro colposo. Un atto dovuto per far luce sui crolli seguiti alle scosse.

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