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Pescara, 25/07/2024
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Data: 03/11/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Raggi: «O Marra o me ne vado» Il sindaco sfida M5S: «Accettate Marra o andiamo tutti a casa»

ROMA «Se proprio dovete sindacare tutte le mie scelte, sapete che c'è? Che io mollo e vado a casa, e con me anche voi». Questo in sintesi il ragionamento che Virginia Raggi ha consegnato ai suoi consiglieri di maggioranza. Dieci su ventinove, infatti, non riescono proprio a digerire il super dirigente Raffaele Marra, il suo rapporto di fiducia privilegiato con la sindaca e il potere che ne deriva. E ieri sera i mal di pancia trattenuti a lungo sono scappati fuori nella seconda riunione tra Raggi e la maggioranza.
Ricapitoliamo: lunedì c'è stata una telefonata tra Beppe Grillo e Raggi. Il capo politico dopo aver letto l'inchiesta del settimanale L'Espresso ha voluto capire con la sindaca come stanno realmente le cose e aveva messo in agenda anche un blitz nella Capitale per parlare a quattr'occhi e ripeterle a voce le preoccupazioni espresse già questa estate.

IMBARAZZO Il caso Marra imbarazza il M5S: alcuni parlamentari lo hanno detto senza mezzi termini a Grillo: «Uno che ha avuto incarichi apicali fiduciari da due amministrazioni, Alemanno e Polverini, che abbiamo sempre combattuto come può trasformarsi in un paladino della lotta ai poteri forti?». Argine contro i poteri forti è la definizione che la sindaca ha dato di Raffaele di Marra. Dentro il Campidoglio descrivono Raggi come abbastanza irritata: «É l'ennesima guerra intestina». Sono quasi cinque mesi che l'amministrazione si è insediata e di tutte le nomine ufficializzate, quella di Marra è senza dubbio la più controversa, quella che ha creato uno scisma nel M5S, e non tanto tra ortodossi e pragmatici ma tra pro Virginia e contro.
Cosa è successo dopo quella telefonata che doveva essere chiarificatrice? Raggi ha radunato la maggioranza e ha minacciato le dimissioni se qualcuno dovesse intromettersi ancora e inquinare i rapporti già poco fluidi con Grillo. Le conseguenze sarebbero lampanti: l'avventura amministrativa arriverebbe al capolinea e a casa finirebbero sindaca, consiglieri, anche i malpancisti. L'aut aut quindi non è tanto quello di Grillo ma c'è piuttosto un ultimatum di Raggi ai consiglieri.
Ecco perché la guerra dei sospetti contro Marra si è ritrovata le armi spuntate quando Grillo ha chiamato i consiglieri di maggioranza per sondarli su quanto conta davvero il caso Marra per il proseguimento dell'amministrazione. Molti, infatti, hanno risposto che va tutto bene, che c'è tanto da lavorare e che le nomine della sindaca non sono un tema in cima alle loro preoccupazioni. Tutto rumore per nulla insomma: «Le inchieste giornalistiche? commenta una consigliera - Secondo me certi articoli lasciano il tempo che trovano».

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