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Data: 04/11/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atac, no grillino al commissario «Chiudere Roma Metropolitane»

Ieri il «no» a qualsiasi ipotesi di cedere partecipazioni di Atac o a eventuali commissariamenti da parte del governo. Oggi il «sì» alla liquidazione di Roma Metropolitane, la partecipata del Campidoglio nata nel 2005 per progettare e realizzare le nuove linee metro. L'aula Giulio Cesare ha votato con 26 voti favorevoli una mozione del M5S con cui, ha spiegato l'assessore ai trasporti Linda Meleo, «assicuriamo che Atac non sarà ceduta a qualche altro soggetto, che sia il Governo o i privati». Una risposta, di fatto, all'ordine del giorno bipartisan votato in Senato la settimana scorsa e che proponeva un'amministrazione straordinaria per risanare un'azienda su cui gravano 1,3 miliardi di debiti e con un disperato deficit di manutenzione. Meleo ha parlato delle misure già varate dalle precedenti gestioni (i 150 nuovi bus) e dello sblocco votato ad agosto di 18 milioni sui 58 previsti per rimettere in sesto metro A e metro B. Promettendo poi nuovi interventi sulla bigliettazione e sulle nuove corsie preferenziali (due dovrebbero aprire a dicembre). Bocciata dal M5S invece una mozione di Fdi che chiedeva di «individuare quanto prima il direttore generale» dell'azienda.
LA LIQUIDAZIONE
Oggi l'assemblea discuterà invece la liquidazione di Roma Metropolitane. Già ieri la giunta ha deciso di chiudere la partecipata, «perché non ha fatto il suo lavoro». Operazione complessa, perché alcuni importanti contratti per cui Roma Metropolitane fa da stazione appaltante sono ancora in essere, a partire da quello per terminare la nuova metro C. L'accordo attuativo firmato nel 2013 tra la partecipata e la società che si occupa della realizzazione dell'opera, prevede la risoluzione consensuale del contratto nel caso in cui non venga finanziata, entro il 31 dicembre 2016, la tratta oltre piazza Venezia. Ma fino a quella stazione i lavori devono proseguire comunque, altrimenti il Comune sarebbe costretto a pagare penali milionarie. I contratti in essere, per garantire la continuità dell'attività, potrebbero essere trasferiti a un nuovo soggetto o affidati direttamente al Comune (più verosimilmente a un'agenzia controllata, come l'Agenzia per la mobilità). «Per noi sarebbe meglio che questa liquidazione si faccia al più presto - commenta Franco Cristini, presidente del consorzio Metro C - Oggi noi non abbiamo più interlocutori validi». Più complicato invece il trasferimento dei 200 dipendenti della società in liquidazione. I sindacati sono in allerta, perché potrebbero essere assunti, senza passare da un concorso, soltanto i lavoratori che in precedenza avevano lavorato per il Comune. L'assessore alle Partecipate, Massimo Colomban ha rassicurato: «Tuteleremo i lavoratori».

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