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Pescara, 25/07/2024
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Data: 05/11/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Superati i tremila sfollati. A Teramo 942 senzatetto, segue Montorio con 560. Numeri in continuo aumento

TERAMO Sono oltre tremila gli sfollati in provincia di Teramo. I dati raccolti fino a ieri alle 14 dalla prefettura indicano con chiarezza le proporzioni del danno inflitto a persone e cose dall'ultimo sciame sismico. Si tratta di numeri in continuo aggiornamento, perché riferiti a controlli tuttora in corso nei centri del Teramano più colpiti, e destinati ad aumentare man mano che le verifiche andranno avanti. In cima alla triste graduatoria degli sfollati c'è il capoluogo con 942 persone finora costrette ad abbandonare le loro case. Seguono Montorio, con 560 senzatetto, e Torricella, che si attesta a 263 sgomberati. Anche in questo caso, però, le cifre non si possono considerare definitive: tanti cittadini fuggiti da abitazioni lesionate sono ancora in attesa di accertamenti. Una situazione simile l'hanno vissuta le famiglie delle case popolari di Colleatterrato basso che hanno dormito in macchina per cinque notti senza sapere se potevano rientrare o no nelle case. Sono rimaste in strada, nella terra di nessuno creata da relazioni tecniche non coincidenti sullo stato degli alloggi feriti dal sisma. La svolta è arrivata nella tarda mattinata di ieri, quando il sindaco Maurizio Brucchi ha sancito l'inagibilità temporanea di sei palazzine, quattro in via Giovanni XXIII e due in via Adamoli, disponendo interventi immediati da parte dell'Ater per la loro messa in sicurezza. Per 59 famiglie che occupavano quegli edifici è stato possibile così avviare la procedura per il trasferimento in albergo o la sistemazione in altre abitazioni. Il provvedimento è stato emesso dal primo cittadino al termine di un sopralluogo nel quartiere durante il quale non sono mancati momenti di tensione per la contestuale presenza di una delegazione del Pd guidata dal capogruppo in Comune Gianguido D'Alberto e dal suo omologo in Regione Sandro Mariani. I consiglieri del Partito democratico erano già sul posto quando è arrivato Brucchi. «Non si trattava del mio primo sopralluogo in quella zona», sottolinea D'Alberto, «e avevo portato con me Mariani perché l'Ater fa capo alla Regione e ritenevo opportuno che verificasse di persona la situazione». Il consigliere dem aveva auspicato anche una visita da parte del governatore Luciano D'Alfonso che mercoledì era in città per un aggiornamento sui danni provocati dall'ultimo sciame sismico, ma non è stata possibile. «Le famiglie erano molto nervose per la mancanza di chiarezza», fa notare D'Alberto, «dovuta a valutazioni divergenti, ma non formalizzate, sulle condizioni delle palazzine». L'iniziativa del Pd, insomma, aveva lo scopo di sollecitare anche la "competenza regionale" a cui fa capo l'Ater per sbloccare la situazione. «Non avevamo alcun intento polemico o di strumentalizzazione», tiene a precisare D'Alberto, «anche perché finora abbiamo sempre riportato tutte le segnalazioni al centro di coordinamento comunale». Sta di fatto che Brucchi è arrivato a Colleatterrato basso proprio in quel momento e dopo un confronto con i cittadini e con i rappresentanti del Pd ha deciso per l'inagibilità temporanea delle palazzine. «Già la sera prima avevo disposto ulteriori accertamenti tecnici proprio perché c'erano indicazioni non coincidenti», evidenzia Brucchi, «in momenti come questo non è il caso di fare polemiche, bisogna stare tutti dalla stessa parte». Il suo arrivo a Colleatterrato basso non è stata una coincidenza, ma il sindaco nega le tensioni con la delegazione dem. «L'importante è che sia stata risolta la situazione», osserva e D'Alberto è dello stesso avviso. «E' stato messo un punto da cui partire», conclude, «per superare l'inaccettabile stato di abbandono in cui si trovavano quelle famiglie a causa dell'emergenza».

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