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Data: 06/11/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Inagibili la Savini e la San Giuseppe. Il cuore della città perde due scuole storiche, i 921 alunni saranno trasferiti tra la D’Alessandro e la Molinari. Brucchi: quelle due scuole le chiudiamo per sempre. Intanto ieri sono state sgomberate 16 famiglie da immobili nelle vie Pigliacelli e Delfico e da una palazzina Ater a Frondarola

Intanto ieri sono state sgomberate 16 famiglie da immobili nelle vie Pigliacelli e Delfico e da una palazzina Ater a Frondarola. Restano da smaltire 2.100 verifiche

TERAMO Il cuore della città perde due scuole storiche. Gli edifici che ospitano la media Savini e l'elementare San Giuseppe, in cui c’è anche una materna, non hanno retto alla violenta scossa di una settimana fa. Le verifiche avviate dai tecnici della Direzione centrale della Protezione civile hanno evidenziato lesioni per le quali le due strutture sono state classificate di categoria C, parzialmente inagibili. Il responso è arrivato ieri mattina sul tavolo del sindaco Maurizio Brucchi e in teoria impone lavori di messa in sicurezza che consentirebbero il rientro in classe degli studenti. Il primo cittadino però ha optato per una soluzione più radicale. Dopo un sopralluogo nell'ex scuola media Molinari, di recente lasciata libera dell'università, ha disposto la chiusura di entrambe le strutture: i 921 studenti che occupavano i due edifici saranno trasferiti altrove. Gli alunni di elementare e media, 831 in tutto, troveranno spazio alla Molinari. I tecnici della Protezione civile devono controllare anche questo edificio, che si trova in piazza Moro, ma non dovrebbero riscontrare problemi. «C'è da sistemare qualche intonaco, ma nulla di più», sottolinea il primo cittadino, "«a struttura ha più uscite, tutte dotate di porte antipanico e di impianti a norma». Servirà un po' di tempo per l'adeguamento degli spazi e la collocazione delle attrezzature necessarie e dunque la scuola non sarà operativa entro giovedì. «I lavori partiranno domani (oggi, ndr)», assicura Brucchi, «ma non riusciremo a concluderli in quattro giorni». Le vacanze forzate, insomma, proseguiranno per gli studenti di Savini e San Giuseppe, ma lo stesso discorso potrebbe valere anche per altri. «Valuteremo la situazione man mano che i controlli vanno avanti», osserva il sindaco, «prevediamo una riapertura modulare di tutte le scuole». A seconda dei riscontri dei tecnici della Protezione civile, che finora hanno controllato sette dei 31 edifici scolastici cittadini, il sindaco valuterà quando far riprendere le lezioni. Per gli 87 alunni della scuola materna San Giuseppe, invece, è stata scelta la destinazione della D'Alessandro, che oltre alla media già accoglie una struttura dello stesso tipo. Anche in questo caso sarà necessaria qualche ulteriore verifica, riferita in particolare al rischio di sovraffollamento dei locali a ridosso del lungofiume, ma l'orientamento è definito. Da domani saranno rafforzate le squadre impegnate nei controlli sulle scuole, con l'arrivo di altri tecnici messi a disposizione dalla Protezione civile nazionale e regionale, per cui le verifiche dovrebbero essere completate a stretto giro. Dai controlli potrebbero emergere ulteriori inagibilità e conseguenti chiusure di edifici scolastici. Per questo Brucchi ha già attivato le procedure che consentirebbero al Comune di acquisire tre tensostrutture in deposito all'Aquila da utilizzare in caso di necessità. Proseguono anche i controlli su edifici privati. Le ordinanze di sgombero firmate ieri dal primo cittadino hanno coinvolto 16 famiglie, per un totale di 35 persone. Gli immobili interessati si trovano in via Pigliacelli e via Delfico e in una palazzina Ater di Frondarola. Da smaltire nel territorio comunale ci sono ancora 2.100 richieste di verifiche tra quelle arrivate ai vigili del fuoco e quelle al Centro di coordinamento comunale.

Brucchi: quelle due scuole le chiudiamo per sempre «Questo sisma c’impone di cambiare, inutile spendere soldi se non si ottiene il massimo della sicurezza. Meglio un nuovo polo tra Molinari e San Berardo»

TERAMO «Il sisma c'impone un cambio di strategia, a cominciare dalla gestione del patrimonio scolastico». A poche ore dalla chiusura di due delle più antiche scuole cittadine, la materna ed elementare San Giuseppe e la media Savini, dove sono cresciute intere generazioni di teramani, il sindaco Maurizio Brucchi racconta com'è approdato a questa scelta. I controlli da parte dei tecnici della Direzione centrale della Protezione civile, che hanno classificato i due immobili in pieno centro storico come di categoria C, dunque parzialmente inagibili, fanno ritenere scontato il provvedimento adottato ieri mattina. In realtà non è così. «Avremmo anche potuto adempiere alle prescrizioni che ci sono state dettate al termine dei sopralluoghi», osserva il primo cittadino, «fare i lavori necessari e riaprire entrambi i plessi». Brucchi spiega che la chiusura e il relativo trasferimento dei 921 studenti, che dalle due scuole nei prossimi giorni saranno sistemati nell'ex media Molinari e nel complesso scolastico della D'Alessandro, che ha già al suo interno una materna operativa, è stata una sua decisione. «Non emotiva, perché chi amministra una città non può abbandonarsi all'emotività che pure c'è», precisa, «ma strategica». A dettare il cambio di passo è stato proprio l'ultimo violento sciame sismico che, a differenza dei precedenti, in città ha lasciato ferite evidenti. «Non possiamo più andare avanti con interventi su tutto il patrimonio edilizio esistente», sottolinea, «ma dobbiamo puntare sulla creazione di poli scolatici e sul consolidamento delle strutture che danno maggiori garanzie e già sappiamo quali sono». Una strategia che comporterà il necessario ridimensionamento del numero delle scuole, rispetto alle trentuno attualmente di competenza del Comune, e la riscrittura della mappa dei servizi didattici attivi sul territorio. Il nuovo approccio, necessitato dal sisma, è iniziato ieri con la scelta di chiudere i due edifici scolastici storici nel cuore della città. «Dopo le prime verifiche fatte dai tecnici comunali è stata stilata una graduatoria delle priorità da approfondire», fa rilevare Brucchi, «e la Savini e la San Giuseppe erano al primo posto». Non caso, insomma, gli accertamenti da parte degli esperti della Protezione civile nazionale, che Brucchi sottolinea di aver richiesto con insistenza nei giorni successivi alla violenta scossa di domenica, sono partiti proprio da quelle due strutture. «Ci aspettavamo un responso di questo tipo», osserva il primo cittadino, «e acquisito il risultato delle verifiche abbiamo rivisto la strategia: se dobbiamo spendere soldi per strutture che pur migliorando non avranno arriveranno a un grado massimo di sicurezza, meglio investire su qualcosa di nuovo». La chiusura della San Giuseppe e della Savini, dunque, è più un addio che un arrivederci. «Ormai hanno esaurito il loro ruolo», conferma Brucchi, «tra la Molinari e la vicina San Berardo, invece, può nascere un primo polo scolastico naturale». Il sindaco tiene a ringraziare tutte le forze in campo, a cominciare dai vigili del fuoco e dalla Protezione civile, impegnate nelle verifiche strutturali. Il lavoro è appena all'inizio: gli approfondimenti finora hanno riguardato sette edifici scolastici e nei prossimi giorni potrebbero emergere altre inagibilità. «Useremo lo stesso metro anche per altre scuole, soprattutto per quelle di piccole dimensioni», conclude Brucchi, «che non dovessero dare le garanzie che ci aspettiamo».

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