PESCARA Udienza lampo ieri al tribunale civile di Pescara, dove dinanzi al giudice Marco Bortone è andata in scena una nuova puntata della causa da 200 mila euro intentata dal presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, contro il consigliere regionale del M5S, Domenico Pettinari, per una presunta diffamazione legata alla vicenda di un immobile acquistato dalla Asl per quasi tre milioni di euro. I due protagonisti ieri non si sono incontrati: il governatore non c'era perché impegnato all'Aquila. Presente invece il consigliere pentastellato con una trentina di supporter al seguito. La storia è nota: D'Alfonso ritiene di essere stato diffamato a mezzo stampa, mentre Pettinari sostiene di «non avere diffamato nessuno». L'avvocato del presidente, Carla Tiboni, ha spiegato che nel 2007 D'Alfonso «non ricoprendo i ruoli di consigliere o di assessore regionale, dal punto di vista amministrativo non ha potuto neanche interferire sul bando». Circostanza confermata ieri dai dirigenti regionali Paolo Costanzi e Walter Garani, chiamati a testimoniare su due certificazioni nelle quali si attesta appunto che, all’epoca dei fatti, D'Alfonso non era consigliere regionale e non rivestiva il ruolo di assessore regionale. Ascoltato anche l'ex sindaco di Chieti, Francesco Ricci, che si è soffermato sulla reputazione del governatore, sottolineando che «il presidente D'Alfonso ha svolto un’attività intensa e di notevole spessore». Da parte sua, l'avvocato di Pettinari, Donatella Rossi, ha detto di «non avere mai contestato, in fase di ammissione delle prove, i certificati che sono stati oggetto delle testimonianze» e ha sostenuto che «i capitoli sullo spessore di D'Alfonso appartengono a una dimensione valutativa e dunque non sono oggetto di giudizio». Prossimo round il 6 dicembre: per D'Alfonso scenderanno in campo l'assessore Silvio Paolucci, l'ex senatore Tommaso Coletti, l'ex direttore all’edilizia sanitaria Pasqualino De Flaviis, il deputato Gianni Melilla e il presidente della Saga Nicola Mattoscio.