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Pescara, 25/07/2024
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Data: 10/11/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
I dissidenti della Regione «Garanzie o andiamo via»

PESCARA Dieci giorni per rispondere su dieci questioni aperte all'interno della maggioranza: collegialità nelle scelte amministrative, sanità, aree interne, turismo, cultura, società partecipate, agricoltura, edilizia, disabilità, ottimizzazione delle risorse naturali, politiche del lavoro. Se non è un vero e proprio ultimatum ci va molto vicino la piattaforma programmatica che due assessori della giunta D'Alfonso, Donato Di Matteo (Pd) e Andrea Gerosolimo (Abruzzo civico) hanno messo sul tavolo del governatore della Regione. Il documento è firmato anche da Mario Olivieri, presidente della commissione Sanità del consiglio regionale, anche lui di Abruzzo civico. E siamo a tre, tre esponenti della maggioranza che si dicono pronti a portare lo scontro sino alle estreme conseguenze. Eloquenti le parole di Di Matteo: «Spero di non essere costretto a fare un gesto che sarebbe incoerente con il mio percorso politico. Non siamo contro qualcuno, ma alcune cose andavano chiarite».
IL PUNTO
Il punto è soprattutto la gestione personalissima del territorio e della macchina amministrativa attribuita a D'Alfonso. Ancora Di Matteo: «Non siamo yes man. Tutte le scelte sono state subìte». La piattaforma rivendicativa dei tre parte da una verifica sugli enti inutili, la ridefinizione del ruolo del consiglio regionale, delle commissioni, degli assessori: «Qual è l'autonomia reale di questi organismi?». Di Matteo punta anche sugli obiettivi della legge elettorale: «Deve garantire rappresentatività ai territori». L'assessore fa poi riferimento alla sua attività professionale di medico di base per venire ai nodi della sanità: «Per uno come me la non partecipazione e la non condivisione delle scelte è stata l'esperienza più dolorosa. Ma la cosa più grave - aggiunge - è l'assenza di un progetto. Non sappiamo ancora se si farà una sola Asl, se ne faremo due o tre. Intanto si sopprimano i presidi ospedalieri periferici, si sottraggono 12milioni dall'edilizia sanitaria per rimpinguare i bilanci della Saga, senza che queste scelte siano in alcun modo condivise. Su questo punto, che riguarda anche il riequilibrio tra le aree interne e la costa, faremo una battaglia a oltranza».
Gerosolimo parte dalle emozioni della notte: «La vittoria di Trump ci dice che il mondo sta cambiando. E'la rottura di tutti gli schemi. Noi vogliamo essere interpreti di queste difficoltà che oggi investono soprattutto le fasce più deboli, anche in Abruzzo».
ABBANDONO
L'assessore al lavoro torna sull'abbandono delle aree interne: «Se una parte della Regione resta indietro, non ci può essere sviluppo omogeneo e noi vogliamo essere da stimolo affinché si cambi verso». Così tra le proposte c'è anche quella di indirizzare i fondi strutturali europei verso le zone più in difficoltà, non solo i poli di attrazione, anche per ciò che riguarda il comparto turistico. Gerosolimo chiede una legge sulle infrastrutture immateriali: «Bisogna avere il coraggio di finanziare solo le manifestazioni che generano prodotto interno lordo, che producono ricchezza, e non quelle che da sempre servono soltanto ad accontentare qualcuno». Così per le politiche del lavoro: «Basta con gli interventi che non generano occupazione stabile».
Mario Olivieri appare il più allergico di tutti alla mediazione: «E' vero, non siamo contro qualcuno, ma non siamo neanche con D'Alfonso, questa è una premessa che va fatta. La verità è che i problemi sul tavolo sono tanti. Il più caldo è quello della sanità, perché entra in tutte le case». Ed ecco l'affondo diretto al presidente della Regione: «La verità - incalza Gersolimo - è che D'Alfonso è così bravo da annullare chiunque. In due anni abbiamo fatto solo tre riunioni di maggioranza. Non sappiamo cosa ci sia dietro il progetto di finanza per i nuovi ospedali, mentre occorre riequilibrare i servizi sul territorio con un modello integrato della medicina di primo livello e riorganizzando la rete di emergenza urgenza. Oggi - osserva l'esponente di Abruzzo civico - in alcuni grandi ospedali ci sono attese anche di 15 ore dopo la chiusura dei pronto soccorso di periferia. Nel piano sanitario ci siamo dimenticati dei disabili. E poi l'elevato budget alle cliniche, oltre 8milioni di euro: stiamo offrendo al privato la sanità pubblica».
La replica D'Alfonso è pesata in ogni sillaba: «Leggerò parola per parola ciò che è stato detto, per capirne il reale significato e la direzione di marcia da prendere. Dopodiché attiverò un ultimo, esigente ascolto per poi decidere di conseguenza, consapevole che collegialità evoca quantità di dedizione adeguata». E già qui siamo a una sorta di ultimatum capovolto, quando il presidente della Regione parla di ultimo esigente ascolto. Poi aggiunge: «Sono anche consapevole di essere impegnato da mesi a cercare di ridurre il mio impegno quotidiano per aumentare quello di coloro i quali si rendono disponibili. Sul lavoro fa fare e da condividere sono un albero pieno di frutti. Sul resto - conclude il governatore - entra in campo il mio carattere che centinaia di migliaia di persone conoscono e hanno deciso di sostenere».

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