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Pescara, 25/07/2024
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Data: 11/11/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Renzi, ok a 1,7 miliardi di lavori «Ora tocca a sindaci e Regione». Il presidente: porta a porta per il Sì

PESCARA «Un metodo di lavoro nuovo». Questo chiede Matteo Renzi all'Abruzzo. Una visione dell'amministrazione pubblica che si lasci alle spalle le incrostazioni del Novecento per coniugare l'azione con la velocità: «Le chiacchiere da bar sport sono una cosa - dice il premier -, poi c'è un momento in cui ci tocca scegliere, anche a costo di sbagliare e di correggersi. E' il momento dell'azione, di andare ai fatti». Nella cornice dell'Aurum di Pescara, il mondo imprenditoriale della regione, i sindaci, le parti sociali, la classe dirigente, incassa il messaggio offrendo una prima apertura di credito al presidente del Consiglio: la sottoscrizione delle 77 convenzioni operative con gli enti pubblici e i soggetti attuatori del Masterplan.

IL PIANO Nel piano per il Sud del governo, l'Abruzzo si gioca il futuro (1,7 miliardi da spendere) e una buona fetta di credibilità. Ma i tempi sono quelli che sono. Per trasformare in opere infrastrutturali gli 80 progetti messi in fila dalla Regione bisognerà correre come una lepre: bandi pubblici entro il 2017, primi tagli del nastro nel 2018. Così il Masterplan diventa una palla che rimbalza dal governo alla Regione, dalla Regione ai Comuni e alle Province. Non a caso nel suo discorso di ieri Renzi si è rivolto soprattutto ai sindaci: «Dovete essere consapevoli che portando ogni giorno un piccolo tassello nel vostro comune, si fa più bello il mondo». Passaggio forse un po' troppo retorico che il premier arricchisce di un'altra battuta: «Mi hanno detto che proprio qui è cresciuto Gabriele D'Annunzio. Vi dico la verità, io avrei scelto Ennio Flaiano, uno che su twitter avrebbe scritto: siamo in una fase di transizione, come sempre del resto».
Metafora tutta abruzzese per dire che l'alibi della provvisorietà non vale più in un mondo in continuo movimento. E chi meglio di Luciano D'Alfonso poteva cogliere l'assist. Al punto che il governatore, dopo aver lasciato spazio, in silenzio, agli uomini di punta che governano i processi più importanti del territorio: dal commissario dell'Arap, Giancarlo Leombroni, al rettore dell'università di Teramo e presidente di Tua, Luciano D'Amico; al presidente della Saga, Nicola Mattoscio, scatta in piedi quando sul palco arriva il sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso: «Perdonatemi, ma questa è una persona straordinaria, un sindaco che lavora tutti i giorni a petto scoperto per portare a casa dei risultati, non come certi sindaci pneumologi che vedono polveri ovunque».
Il tema è quello della Fondo Valle Sangro, la bretella al servizio della Sevel e delle altre realtà produttive che ha già incassato un finanziamento di 190milioni da parte del governo. Ma nella terza regione dell'acqua, come l'ha definita il presidente della Regione, c'è anche tanto da fare per dare soluzione ai problemi del ciclo idrico e alle ricadute sull'inquinamento. I progetti del Masterplan parlano soprattutto di questo: nuovi depuratori, sistema di connessione degli impianti, bonifica dei siti industriali dismessi, come quello di Bussi, dragaggio profondo del porto di Ortona, modifiche strutturali su quello di Pescara per dare soluzione all'antica questione del fiume che trascina le sue cloache lungo la costa. C'è poi l'intervento strutturale sull'aeroporto, per l'allungamento della pista, la velocizzazione della rete ferroviaria, le nuove infrastrutture viarie a servizio delle aree produttive, la banda ultra larga, per far correre l'Abruzzo anche sul web.

LA FILOSOFIA In realtà c'è soprattutto una filosofia nuova, almeno nelle intenzioni: liberarsi dello sguardo basso sul territorio, sul particulare, che tante fortune dispensa in termini di consensi ma che fa perdere spesso la visione dell'orizzonte. In un'ottica di efficientismo sì, dice il governatore, ma in cui tutti controllano tutti.
«I porti - dice D'Alfonso - vanno connessi con tutte le altre azioni di mobilità, strade, ferrovia, aeroporto». Ma è soprattutto quella mancanza di cultura della programmazione su cui il governo di Matteo Renzi e la Regione di Luciano D'Alfonso hanno insistito durante le varie tappe della vista del premier per cambiare registro. I progetti del Masterplan adesso sono lì, nero su bianco: «Si attivi - ribadisce il governatore - l'atteggiamento della responsabilità, non del rinvio». Ma adesso parte la corsa contro il tempo. Una prova durissima anche per la struttura tecnico-amministrativa della Regione e degli enti locali. Il sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli, ci prova a convincere il capo del governo che tutto filerà liscio: «Vedi Matteo, tu porti la cura per le nostre ferite, ma come diceva un vecchio imprenditore, il problema non sono i soldi ma la coccia, che nel nostro dialetto è la testa. Ti dimostreremo di avere le persone adatte per farli correre questi progetti».

«Si governa con le idee» - AL CIRCUS

PESCARA Davanti alle mille personedel teatro Circus il premier Matteo Renzi si è concesso per un'ora e mezza a Luca Sofri che lo ha intervistato per la serata inaugurale del Festival delle Letterature. Una chiacchierata a tutto campo a briglia sciolta, con qualche aneddoto e la battuta che fa scattare l'applauso. Un colpo ai giornali che danno troppo spazio alla politica, «che un segretario di partito alzi il sopracciglio non interessa a nessuno», e un altro ai sondaggisti che non ci azzeccano più, «la realtà è altrove e non se ne accorgono». Salvo quando indicano il Pd come primo partito. Un augurio di buon lavoro al neo presidente Usa, Donald Trump, «ho seguito la diretta elettorale sonnecchiando e scambiando sms, è andata come la Brexit. Complimenti a lui, lavoreremo insieme». Ma grande affetto per Barack Obama «che invitandoci a Washington per l'ultima iniziativa da presidente ha dimostrato una forte amicizia per l'Italia. Incontrarlo è stata una delle cose più belle per me e la sconfitta non cambia il mio giudizio». Ed ancora passaggi sui social e sul web «che trasformano una protesta di piazza con poche persone in una grande contestazione». Social che prendono abbagli e li moltiplicano a colpi di clic come nel caso del falso Umberto Eco che invita a votare No al referendum. Renzi ha elogiato l'Italia dei musei che sta cambiando passo, «a Pompei abbiamo fatto tre milioni di visitatori, dobbiamo far vivere esperienze!». Poi la politica. Vivace la sua stoccata al Berlusconismo «che ha fatto danni» perché ha alimentato lo scontro a scapito delle proposte: «Per anni la minoranza di sinistra si è tenuta insieme sull'odio per Berlusconi, era lui il collante. Oggi D'Alema e Grillo non li vedo insieme nelle istituzioni, li tiene insieme il fatto di essere contro. Io ho stravolto quel modo di pensare perché contano le idee, non si può essere contro qualcuno: è qui la differenza tra chi vota sì e chi vota no» si fa scappare Renzi, cedendo così alla tentazione del frutto proibito. «Referendum è una parola proibita, mi pare di giocare a Taboo, ma come fai a non pronunciarla? Chi vota no dica quali idee migliori ha da proporre» ha detto davanti a un Sofri zuccheroso. Poi la virata sulle amministrazioni comunali a guida cinquestelle e nel mirino inquadra la Raggi: «Auguri di buon lavoro. Ma non puoi dire no a tutto se poi non hai una proposta. Il complotto dei frigoriferi abbandonati? A Roma avevano dimenticato di fare l'appalto per la raccolta degli ingombranti». L'ultima: «So di stare sulla scatole a un bel po' di gente ma è meglio provare a cambiare che non fare niente». Applauso.

IMPRENDITORI E SINDACATI

PESCARA Proseguire il confronto anche sugli altri temi confluiti nel Patto per lo sviluppo firmato lo scorso luglio con il governo. Questo chiedono le parti sociali in un documento congiunto consegnato ieri a Matteo Renzi e firmato da Confapi, Cia, Cna, Coldiretti, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Cgil, Cisl, Uil e Ugl Abruzzo. Uno dei temi caldi segnalato ieri nel suo intervento dal segretario regionale della Cisl, Maurizio Spina, è quello della Sanità. La richiesta è di completare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale con il potenziamento della rete territoriale. L'altra questione aperta per i sindacati è quella della politica fiscale, con la proposta di un annullamento graduale ma strutturale della fiscalità di svantaggio a beneficio di cittadini e imprese. Nello stesso tempo si chiede la stabilità del welfare regionale e di servizi pubblici di qualità a garanzia dei diritti sociali. Per quel che riguarda il trasporto pubblico, si sottolinea la nascita dell'azienda unica (Tua) che ha comportato tuttavia sacrifici da parte dei lavoratori: la rinuncia a una parte della retribuzione per centrare l'obiettivo.
FABBISOGNOIl fabbisogno della regione, osservano le parti sociali - è di 23milioni, mentre si registra un taglio di 10milioni nei trasferimenti dallo Stato. Come dire: a cosa è servita la riforma se regioni meno virtuose nei processi di riordino delle società di trasporto non hanno subito gli stessi tagli? Il documento sollecita anche il tema delle risorse nella interlocuzione tra il governo e le Regioni del Sud che beneficeranno del Masterplan, per far sì che gli stanziamenti europei tornino ad essere integrativi e non sostitutivi di quelli ordinari. Al presidente del Consiglio si segnala poi un altro aspetto: la collocazione dell'Abruzzo tra le regioni in transizione (né ricche né povere per l'Europa), non avrebbe comportato un corretto trattamento sul versante delle risorse assegnate. Così, a fronte di un taglio dei fondi europei di oltre 320milioni, non si è ancora concretizzato - osservano le parti sociali - l'impegno del governo a riconoscere un parziale indennizzo a valere sui fondi Fsc. L'altra questione aperta per le rappresentanze sindacali e di categoria è quella del terremoto, il nuovo sisma che ha scosso il Centro-Italia: la richiesta è quella di allargare il decreto del commissario Errani anche a quelle aree dell'Abruzzo che ne sono rimaste fuori, per consentire una omogeneità delle misure messe in campo dal governo. Apprezzamento viene tuttavia espresso sui temi del sisma e della messa in sicurezza del territorio per il metodo di confronto avviato, sia in tema di ricostruzione che nel progetto di Casa Italia.

Il presidente: porta a porta per il Sì

PESCARA «C'è chi fischia e c'è chi rischia: a noi piace rischiare per fare qualcosa mentre chi fischia non ha fatto nulla fino ad oggi per cambiare le cose». Per Matteo Renzi non è più tempo di scherzare e lo ha fatto capire a chiare note alla folla di simpatizzanti che lo ha osannato ieri sera in aula consiliare al Comune, nell'ultimo appuntamento della sua giornata pescarese. Folla anche in piazza Italia, dove tanti hanno seguito il suo intervento sul maxischermo. «Andate casa per casa, porta a porta, convincete tutti a votare sì» ha detto Renzi a una platea entusiasta. Più che tenere un comizio sul referendum, Renzi ha voluto lanciare un segnale di incoraggiamento, soprattutto agli uomini del suo Pd, per vincere la sfida del 4 dicembre. «Chi vota no non ha proposte, non so come le tante anime diverse del fronte del no possano stare insieme» ha detto, ripetendo parole pronunciate poco prima al Circus. Ancora su Di Maio, pentastellato vice presidente della Camera: «E' vero che lui restituisce metà dello stipendio da parlamentare, ma ha solo un 37 per cento di presenze in aula, dunque alla fine non regala granché» ha detto il premier strappando l'applauso della sala. «Il 25 marzo o c'è un governo forte o l'Italia non gioca la partita che può giocare. A maggio poi c'è il G7, appuntamento molto importante perché si decide il futuro» ha aggiunto, chiedendo a tutti il massimo sostegno. Renzi ha scelto di parlare da solo sul grande palco montato in un'aula rivoltata dal presidente del consiglio comunale Antonio Blasioli. «Lui qui dirige una specie di Senato» ha detto D'Alfonso presentandolo a Renzi. Prima del comizio, il premier si è intrattenuto con il sindaco Marco Alessandrini ed è stato molto coriale con i dipendenti della segreteria e gli agenti della polizia municipale, stringendo la mano a tutti e scambiando qualche parola. Ha chiesto una Coca Cola ma non ha toccato cibo, neppure i cioccolatini fatti preparare apposta per lui. Il sindaco lo ha omaggiato con tre doni importanti: una selezione di vini abruzzesi, una copia del Diario Notturno di Ennio Flaiano (autore da lui più volte citato nel comizio) e un Dizionario delle Collocazioni, edito da Zanichelli, che gli è stato consegnato dall'autrice, la pescarese Paola Tiberii. Un testo diffuso tra gli stranieri che studiano l'italiano e presentato in oltre cento conferenze all'estero.


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