Il sistema cambierà, ma non prima della prossima elettorale. Se non si arriverà, finalmente, al sorteggio come chiede Rifondazione che approfitta per rilanciare la sua storica battaglia, la soluzione sarà probabilmente un'autocertificazione della condizione di reddito e di occupazione degli aspiranti scrutatori: mediamente ottomila candidati per un massimo di 518 posti. Ma per ora la frittata è fatta, come ammette candidamente il vice sindaco Enzo Del Vecchio, autore del pasticcio delle nomine lottizzate per aver sostituito con sua figlia il nome di una scrutatrice in passato puntualmente sostenuta nella corsa all'incarico. Talmente ingarbugliata la situazione, e così peggiori le pezze del buco, così candide le ammissioni di destra e sinistra di una gestione clientelare della materia, anche se formalmente rispettosa della legge, che è legittimo dubitare della buona volontà dell'assessore all'anagrafe Laura Di Pietro, che annuncia l'adozione del sistema Vasto corretto con l'incrocio tra autocertificazioni e dati dei centri per l'impiego. A far scoppiare il caso una scrutatrice di lungo corso che l'altra mattina ha interrotto la riunione della commissione grandi infrastrutture rivelando di essere stata esclusa, quest'anno, a vantaggio della figlia di Enzo Del Vecchio. Il quale non ha avuto difficoltà ad ammettere di aver fatto una leggerezza, allargando le braccia persino di fronte al diktat di Luciano D'Alfonso: «La frittata è fatta», ha replicato all'invito di trovare una soluzione indolore. Ma gli argomenti sembrano addirittura peggiorare le cose: «Mia figlia ha subito rinunciato, lei non ha bisogno di cento euro». Nell'imbarazzo generale, soltanto Rifondazione ha titolo per andare all'attacco: «Ricordo che - dice Maurizio Acerbo - che finché siamo stati presenti in consiglio comunale a Pescara abbiamo sempre presentato mozioni e ordini del giorno per chiedere che gli scrutatori fossero estratti a sorte tra disoccupati e persone con problemi economici».