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Pescara, 25/07/2024
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Data: 16/11/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Berghella sospeso dall’attività di medico. Il gip dispone l’interdizione temporanea per l’ex politico di Forza Italia. L’accusa: soldi dai pazienti in cambio del certificato per la pensione d’invalidità

PESCARA Si stringe il cerchio attorno a Vincenzo Berghella: da una settimana non può esercitare la professione medica perché si sarebbe fatto dare o promettere da diversi pazienti «rilevanti somme di danaro» necessarie all'ottenimento della pensione di invalidità. La misura, disposta temporaneamente dal gip Gianluca Sarandrea, arriva sei mesi dopo il blitz della Guardia di Finanza nello studio medico e nell'abitazione dell'ex consigliere di Forza Italia. Pesanti i reati ipotizzati a carico di Berghella: corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità e millantato credito. L'inchiesta, coordinata dal pm Anna Rita Mantini, ha preso il via dalla denuncia di un paziente, che il 15 luglio del 2015 tentò di accoltellare nello studio di via Regina Margherita il medico di base pescarese. Una decina gli assistiti che avrebbero pagato o si sarebbero impegnati a pagare, cifre oscillanti tra i 700 e i 7mila in euro, talvolta anche in più tranches. Pazienti pure loro finiti nel registro degli indagati per corruzione. Secondo l'accusa, il medico avrebbe ottenuto «indebitamente dai pazienti la promessa e materiale corresponsione di utilità patrimoniali non dovute, dissimulate sotto forma di asseriti pagamenti di emolumenti di proprie prestazioni professionali necessarie all'ottenimento di misure patrimoniali di sostegno alla disabilità». Le somme erano percepite «per la propria attività di certificazione “favorevole” da emettersi ai fini dell'ottenimento della pensione di invalidità civile». Nel provvedimento il gip, però, evidenzia che «il costo delle certificazioni che il medico di base deve rilasciare nell'ambito della procedura volta al riconoscimento dell'invalidità, ammonta a circa 90 euro» e che le somme di denaro ottenute da Berghella «non possono essere considerate il corrispettivo per l'attività professionale comunque svolta», considerata l'entità «degli importi richiesti sproporzionatamente superiori ai parametri tariffari previsti per analoghe prestazioni». Il medico deve anche difendersi dall'accusa di aver rappresentato «ai pazienti di dover destinare parte delle somme richieste a vari medici di strutture pubbliche e ai medici delle commissioni Asl per poter garantire il buon esito delle procedure». Il gip però non ha dubbi ed esclude "il coinvolgimento illecito da parte di altri professionisti che hanno avuto modo di partecipare alle procedure di riconoscimento dell'invalidità. Secondo Sarandrea, è «evidente come l'indagato abbia millantato l'esistenza di rapporti privilegiati con i componenti delle commissioni». «Tale vanteria», scrive il gip, serviva in realtà a ottenere somme di maggiori consistenza dai propri pazienti». Contro il medico ci sarebbero delle intercettazioni telefoniche e anche delle riprese video effettuale all'interno del suo studio. Non depone a suo favore neanche il rinvenimento durante le perquisizioni di un foglio manoscritto che «si ritiene indicasse un resoconto del denaro ricevuto dai suoi assistiti». Stesso discorso per i 1.700 euro trovati nell'abitazione, soldi che «Berghella ha ricondotto al proprio stipendio e all'emissione di alcune ricevute relative alla propria prestazione professionale, delle quali tuttavia non è stato appurata la sussistenza e che risulta invece corrispondere alle somme ricevute da Berghella nella giornata precedente i controlli». In un caso, Berghella avrebbe ottenuto 5.000 euro in cambio di una raccomandazione del figlio di una sua paziente finalizzata al superamento del concorso per entrare in Marina. Il pm aveva chiesto gli arresti domiciliari e in alternativa la sospensione dall'esercizio della professione. Questa mattina, l'ex politico comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari per raccontare la sua versione. Un interrogatorio previsto dalla normativa sull’interdizione. Lo scorso maggio, dopo il blitz della finanza, Berghella raccontò al Centro la sua versione dei fatti respingendo ogni accusa: «Ho schivato una coltellata per un centimetro e ora sott’accusa sono io», si rammaricò, «l’importante è che si chiarisca tutto presto»

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