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Pescara, 25/07/2024
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Data: 16/11/2016
Testata giornalistica: Mapero'
Scrutatori un po’ per uno di Lilli Mandara

E non è neppure la prima volta che devono chiedere scusa. Scusate, dice il vicesindaco di Pescara Enzo Del Vecchio, scusate tanto se gli scrutatori per il referendum del 4 dicembre non li sorteggiamo ma li scegliamo noi, scusate se ci ho messo mia figlia e pure una sua amica, scusate se usiamo queste nomine come oboli per i nostri amici.

Era successo già con l’ordinanza del mare sporco rimasta chiusa nel cassetto, tanto loro e i loro figli lo sapevano e il bagno certo non se lo sono fatto, scusate tanto.

E’ un quadro squallido e grottesco quello che emerge dall’inchiesta del Centro, protagonisti sempre gli stessi: vice sindaco (ma tutti gli altri, consiglieri e assessori?), presidente di Regione che chiede di metterci una pezza, ma la frittata è fatta (cit. Del Vecchio), gente che chiede e la mailing list degli amici da accontentare.
Scrutatori nominati dal Comune a chiamata diretta, cento euro da elargire alla lista di amici di riferimento, e non più a sorteggio come vorrebbe il buon senso. Il meccanismo si inceppa però quando uno degli amici non viene chiamato, e scopre che al suo posto c’è la figlia del suo politico di riferimento, quello sul quale aveva potuto contare da vent’anni a questa parte. E’ l’apriti cielo: la donna denuncia tutto e tutti e strilla ai quattro venti l’ingiustizia subita.

Nell’elenco dei 518 scrutatori di Pescara, scelti tra gli 8.800 iscritti all’albo, c’è il nome della figlia del vice sindaco. Ma mica è l’unico: ogni assessore ne segnala otto o nove, dice candidamente l’assessore Laura Di Pietro. Ma sono le parole di Del Vecchio quelle che fanno riflettere:

“Ho segnalato all’ufficio elettorale otto persone, tre disoccupati e cinque studenti tra cui, purtroppo, anche mia figlia e una sua amica. Ho commesso una leggerezza: quando mia figlia mi ha chiamato dall’Aquila, dove studia, chiedendomi di fare la scrutatrice, non ci ho trovato nulla di male. Da padre ho pensato che fosse una buona esperienza. Ora mi rendo conto che non era opportuno”.

Ora. E quindi Del Vecchio dopo che lo scandalo è esploso, chiede alla figlia di rinunciare.

“Io ho fatto il presidente di seggio per 15 anni e sinceramente la prima cosa che ho pensato è che sarebbe stato un modo per averla a casa, visto che mia figlia è sempre all’Aquila. Poi lei non ha bisogno dei 100 euro “.

E il bello è che lo ha chiamato pure D’Alfonso, evidentemente contattato dalla donna:

“Mi ha detto sistemami ‘sta cosa, e io gli ho risposto che non potevo sistemarla perchè la frittata era già fatta”.

Favori, clientele, spartizioni, prebende interamente gestiti dalla politica. Che rischiano di influenzare anche l’esito del voto, secondo l’avvocato esperto in questioni elettorali Gianluigi Pellegrino.

ps1: la pezza messa da Del Vecchio è peggiore del buco.

ps2: un quadro desolante. Ma forse questa volta le scuse non bastano (e non solo quelle di Del Vecchio, però).

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