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Data: 16/11/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
D'Alfonso-dissidenti, redde rationem rimandato a sabato

L'AQUILA L'appuntamento, forse decisivo, è per sabato, quando andrà in scena, per dirla con il presidente Luciano D'Alfonso, un «esigente approfondimento programmatico». Vanno avanti incessanti, infatti, i tentativi di ricucitura con i dissidenti Donato Di Matteo, Mario Olivieri e Andrea Gerosolimo. La sensazione è di essere, ormai al redde rationem. Tra quest'ultimo e il governatore, in particolare, ieri in aula si sono visti grandi sorrisi a margine dei lavori del Consiglio. Che cosa sta accadendo? E' andato in scena un mini-vertice, di pochi minuti, con il quale si è deciso di rimandare tutto al confronto di sabato. Sul tavolo c'è la piattaforma di dieci punti che, nella sostanza politica, è diventata un ultimatum al governatore. Un documento che, tra le altre cose, chiede maggiore collegialità nelle scelte, la definizione dei ruoli di alcuni assessori, attenzione per le aree interne, tagli alle spese, abbattimento delle barriere architettoniche. «Quando un collega della maggioranza manifesta un disagio- ha detto D'Alfonso- mi sento convocato». Gerosolimo, dal canto suo, si è detto «soddisfatto a parole, ora servono i fatti». E il governatore, su questo, lo ha rassicurato: «Abbiamo politicizzato il merito del colloquio. Si farà una discussione esigente sabato». Filtra un certo ottimismo sulla chiusura positiva della querelle, anche se Mario Olivieri è parso molto meno soddisfatto di Gerosolimo, mentre Di Matteo ha scelto un profilo basso.
LA MINORANZADi possibili nuovi assetti di maggioranza si discute anche alla luce della posizione del consigliere Giorgio D'Ignazio, che nei giorni scorsi ha annunciato la volontà di sostenere il piano ospedali proposto dall'assessore Silvio Paolucci. Questo ha fatto scattare suggestive ipotesi, l'ultima delle quali addirittura di un possibile ingresso in giunta. Ieri, con fare piuttosto polemico, lo stesso D'Ignazio, nei giorni scorsi sollecitato a un chiarimento da parte di Sospiri (Fi), è intervenuto in aula sulla questione: «Io mi sono candidato nel centrodestra, resto all'opposizione, ho delle idee diverse rispetto ad alcuni colleghi, sia di Forza Italia sia del Movimento Cinque Stelle. Appartengo a un partito che voterà sì al referendum, che farà i suoi percorsi, che si vedrà, valuterà. Al momento questa è la realtà, se ci saranno scomposizioni dopo il referendum si vedrà. La mia posizione è chiara, così come lo è sull'ospedale unico. Resto agli argomenti, così come resto agli argomenti quando la mia provincia viene colpita da un sisma che merita grande attenzione. Con Paolucci c'è un rapporto di stima e affetto, credo che lui in certe occasioni si è reso disponibile nei confronti del nostro territorio, anche tra le difficoltà. C'è una convergenza di opinioni. Sono stufo di questa situazione, non ne risponderò più».
Sospiri, dal canto suo, non ha risparmiato una frecciata, dai toni ironici, ma anche molto fermi, nel suo intervento: «Prendo atto con soddisfazione che, per il momento, D'Ignazio resta in minoranza. Certo, una delle riforme più attese resta quella del senza vincolo di mandato. Chi è eletto in opposizione dovrebbe restare in opposizione».

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