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Pescara, 25/07/2024
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Data: 16/11/2016
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Fallisce il chiarimento con D'Alfonso. Riunione con i tre ribelli rimandata a sabato. Fallisce il chiarimento con D'Alfonso. Riunione con i tre ribelli rimandata a sabato. D'Alessandro, «Io falco? Fantasie»

L'AQUILA - La faccia scura e contrariata del consigliere di Abruzzo civico Mario Olivieri, uscito infuriato da un incontro durato pochi minuti con il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, a margine del Consiglio regionale di oggi, assieme agli altri due "ribelli" della maggioranza, gli assessori Andrea Gerosolimo (Abruzzo civico) e Donato Di Matteo (Partito democratico), non è certo un buon auspicio per la maggioranza di centrosinistra, che ha rimandato il chiarimento a sabato prossimo, e che affronta anche la seduta del Consiglio di oggi senza la certezza dei numeri.

Il Movimento 5 stelle è pronto a dare battaglia con centinaia di emendamenti ostruzionistici ad alcune proposte di legge contestate. E se la maggioranza riuscirà a portare qualcosa di pesante a casa, come il piano regolatore del porto di Pescara, approvato, e la variazione in bilancio per dare fondi a pioggia per associazioni per eventi e istituzioni culturali, sarà grazie al centrodestra, che è d'accordo con questi provvedimenti.

Osservato speciale anche il consigliere regionale del Nuovo centro destra Giorgio D'Ignazio, che ad AbruzzoWeb nega di voler passare in maggioranza, parlando solo di "opposizione responsabile". D'Ignazio è dato da alcuni rumors pronto a entrare nel centrosinistra, occupando anche un posto in Giunta, operazione che sarebbe benedetta dal governatore e dai suoi, proprio per conquistare una pedina a questo punto indispensabile, nell'ipotesi dovessero uscire i tre ribelli.

Secondo insistenti voci, ci sarebbero poi nella maggioranza i "falchi" come il capogruppo dem, Sandro Mariani, e l’ex assessore e coordinatore politico della maggioranza, Camillo D’Alessandro, e anche Luciano Monticelli, Pd, che vorrebbero cacciare i tre ribelli senza troppi complimenti, con D'Alessandro che sarebbe pronto a rientrare in Giunta, dove si liberebbero a quel punto due posti.

Un disegno smentito duramente sulla sua bacheca Facebook dallo stesso D'Alessandro. Interviene anche il consigliere di Centro democratico e presidente del Centro democratico Maurizio Di Nicola, che prende le distanze dall'atteggiamento ben poco costruttivo dei tre ribelli, rivolgendosi in particolare quelli di Abruzzo civico, con cui Centro democratico è federato.

INFRUTTUOSI CHIARIMENTI
Che l'aria per la maggioranza non fosse delle migliori lo si è capito dalla prima mattina: il Consiglio è cominciato, infatti, come al solito in ritardo rispetto all'ora convenuta, le 11, ma questa volta non per le concomitanti commissioni consiliari dell'ultim'ora, ma proprio in attesa dell'incontro chiarificatore tra D'Alfonso e i tre ribelli, che chiedono un deciso cambio di passo all'azione della maggioranza dove si sentono emarginati e ininfluenti.

La riunione è però saltata ed è stata convocata alle 12.30, quando già la seduta era cominciata senza Di Matteo e Olivieri in aula. C'era solo Gerosolimo nello scranno da assessore, ma solo in attesa di incontrare il governatore.

L'incontro, tuttavia, come detto è durato una manciata di minuti e Olivieri è andato via coi i nervi a fior di pelle. Muti come sfingi, all'uscita dall'ufficio del presidente, anche i due assessori che non hanno proferito parola. Gerosolimo, tra l'altro, è andato cercare Olivieri per calmarlo.

D'Alfonso invece è tornato in aula, commentando in modo telegrafico: "Si sono politicizzati i termini del confronto", e annunciando un nuovo incontro chiarificatore per sabato prossimo.

Poi i "ribelli" Di Matteo, Gerosolimo e Olivieri sono tornati in aula, ma senza dare l'idea di voler disseppellire l'ascia di guerra.

"Aspettiamo sabato, sarà quella riunione eventualmente il punto di ripartenza - ha commentato Olivieri a questo giornale prima di sedersi al suo posto - Del resto, finora di riunioni di maggioranza in tre anni ne abbiamo fatte appena tre!".

Alla scontata domanda dei cronisti se oggi i rivoltosi voteranno compatti con la maggioranza, Olivieri è stato tranchant: "Vedremo, nulla è scontato. Certo ci sono passaggi importanti e la maggioranza ha numeri risicati, ma questo non ci scompone, noi vogliamo che questa maggioranza si scuota, quelli che ci stanno a cuore non sono problemi nostri, ma degli abruzzesi, riguardano la sanità e le politiche sociali. La verità - ha aggiunto - è che la maggioranza di D'Alfonso vola alto, ma spesso perde il contatto con tutto quello che sta in basso".

Gerosolimo a sua volta ha ribadito che "serve un 'tagliando' della maggioranza, dobbiamo fermarci un attimo, vedere che cosa è stato fatto e sopratutto che cosa non è stato fatto, la rotta va modificata".

E quello che non è stato fatto, ha sottolineato Gerosolimo, è, per esempio, introdurre una diversa politica culturale, visto che proprio oggi è prevista la solita distribuzione alquanto discrezionale dei fondi a decine di associazioni, senza criteri certi e rigorosi."Siamo contrari ai fondi a pioggia, una pioggia che bagna solo alcuni, e basta dare fondi a quelle manifestazioni che non portano nulla", ha commentato l'assessore alle Aree interne.

Pacata tiratina di orecchio ai tre ribelli suoi alleati in Consilgio da parte di Di Nicola.

"Non credo che questo sia il metodo giusto per confrontarsi dentro una maggioranza - spiega il consigliere - è fisiologico che ci siano punti di vista diversi, non è una patologia. Ma così non va bene. Anche io ho avuto ed ho tuttora motivi di confronto e anche attrito su questioni di merito, con i miei colleghi, ma lo faccio con loro, e non lo vado a raccontare ai quattro venti, e ai giornalisti"

ORDINE DEL GIORNO IN BILICO
Dopo una serie di ultimi Consigli regionali molto "scarni" e conclusi da un nulla di fatto, l'ordine del giorno è ricco di provvedimenti pesanti: i fondi alla cultura, agganciati alla variazione di bilancio per i centri di ricerca regionali in crisi profonda e dove i dipendenti non percepiscono anche da oltre un anno lo stipendio, e fondi per una ventina di comuni in dissesto idrogeologico.

E ancora il piano regolatore del porto di Pescara atteso da una ventina d'anni e approvato, il progetto di legge a firma del consigliere del Pd Pierpaolo Pietrucci, e osteggiato proprio da Di Matteo, che si è sentito scavalcato sulla delega alla Montagna, su "Strutture ricettive e istituzione rete escursionistica alpinistica speleologica torrentistica Abruzzo", il "Contributo straordinario all'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia", che consentirà di mantenere la sede nel capoluogo di Regione.

Infine, l'"Istituzione del premio di studio in memoria dei 77 studenti deceduti durante il terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009", a firma di Leandro Bracco di Sinistra italiana, le nuove "Norme per l'impiego della pet therapy nel sistema sanitario regionale", e sulle "Strutture ricettive e stabilimenti balneari: prezzi, classifica, statistica, vigilanza e sanzioni. Normativa organica".

La maggioranza può, però, contare questa volta sull'appoggio del centrodestra, sicuramente sulla variazione di bilancio e sul piano regolatore del Porto.

Già in mattinata Mauro Febbo di Forza Italia, si è detto favorevole ai provvedimenti e ha avuto un violentissimo scontro con Domenico Pettinari, M5s, che annuncia appunto ostruzionismo.

Emilio Iampieri di Forza Italia ha confermato l'appoggio e ha aggiunto sornione: "Del resto con questi numeri la maggioranza può portare in aula sono provvedimenti che noi condividiamo e siamo disposti a votare".

D'ALESSANDRO, ''IO FALCO E POI ASSESSORE, FANTASIE!"
Secca smentita poi da parte di Camillo D'Alessandro, sul suo ingresso in Giunta, dopo essere stato già sottosegretario alla Presidenza, ipotizzata da questa testata sulla base di quanto trapela nei corridoi della politica.

"Leggo da AbruzzoWeb, senza essere stato sentito, che addirittura figurerei tra i "falchi" per la cacciata dalla maggioranza di tre colleghi - scrive il consigliere del Pd sul suo profilo Facebook - Peggio, che il mio interesse sarebbe così di creare lo spazio per una poltrona per me. Io sono quello, l'unico, che alla terza legislatura non ha esitato un istante a lasciare l'incarico di sottosegretario (mio) per salvaguardare la maggioranza, cosa che ha consentito ad altri di accomodarsi ed assumere responsabilità", ovvero il ribelle della prima ora Gerosolimo.

"Sono quello - aggiunge D'Alessandro - che da sempre, e in queste settimane basta chiedere al mio collega Di Matteo o allo stesso Gerosolimo, che lavora all'unità della maggioranza perché insieme abbiamo vinto le elezioni e insieme abbiamo dovere di governare. Sono quello che sostiene che nessuno ha il diritto al ricatto, ma alla partecipazione alle decisioni".

"L'autorevolezza - conclude D'Alessandro - non viene conferita da un biglietto da visita, da una sedia, ma dal lavoro. Per quanto riguarda le poltrone, mettiamola così, ho ben altri progetti. Infine, ho visto tanti essere eletti la prima volta, pochi la seconda, quasi nessuno alla terza, a me è capitato senza biglietto da visita ma per il lavoro riconosciuto. La competizione sia tra chi lavora di più".

D'IGNAZIO: ''NON ENTRO IN MAGGIORANZA"
All'opposizione di centrodestra, certo, ma un'opposizione come si suol dire "responsabile e costruttiva", pronta a convergere su alcuni temi con la maggioranza di centrosinistra.

Questa la linea ribadita dal consigliere regionale del Nuovo centro destra Giorgio D'Ignazio, che smentisce ad AbruzzoWeb le voci insistenti che lo avrebbero visto a un passo dal trasferirsi armi e bagagli nelle file sempre più risicate della truppa di Luciano D'Alfonso, dove permane la preoccupante rottura con i tre "ribelli" della maggioranza, gli assessori Andrea Gerosolimo (Abruzzo civico) e Donato Di Matteo (Partito democratico) e il consigliere di Ac Mario Olivieri.

Ma non nega nemmeno, D'Ignazio, che le convergenze con il centrosinistra possano esserci eccome. In primis, su tutto quello che riguarda l'emergenza post-sisma nella sua terra, la provincia di Teramo, marcando, così, le differenze dalle altre opposizioni in aula: la sua, quella della coalizione del centrodestra, che oltre al monogruppo Ncd è composta da Forza Italia e Abruzzo futuro, per non dire di quella del Movimento 5 stelle.

D'Ignazio considera, poi, come fantapolitica sia il suo possibile approdo nella Giunta regionale, sia la mozione di sfiducia al presidente del Consiglio, Giuseppe Di Pangrazio, sulla quale, a oggi, a suo dire, "esistono solo chiacchiere".

"Il Nuovo centro destra - spiega nell'intervista D'Ignazio - non è mai stato per il 'no' a prescindere, l'opposizione deve essere e costruttiva, soprattutto ora che la provincia di Teramo e altri territori abruzzesi sono in emergenza post-terremoto. Io sono convintamente in appoggio a chi lavoro per questa emergenza, e constato che D'Alfonso e il sottosegretario Mario Mazzocca si stanno spendendo moltissimo - prosegue - Finché non saranno risolti i problemi io starò con chi è in prima linea a risolverli. Poi sono d'accordo con l'ospedale unico della provincia teramana, bisogna vedere dove farlo, nell'arco di 10 anni, ma è un obiettivo a cui dobbiamo tendere, e su cui sono d'accordo anche altri esponenti di centrodestra".

Insomma per essere ancora più chiaro: "Non c'è nessuna novità, continuerò a fare un'opposizione diversa, e farò quello che riterrò giusto fare, in base ai provvedimenti portati di volta in volta in aula, in base alla mia testa. Io vengo dalla scuola democristiana - sottolinea Di Pangrazio - che per me è un complimento, pur non essendo un nostalgico di quella stagione politica".

Per quanto riguarda l'ipotesi di sfiducia a Di Pangrazio, che riconfigurerebbe gli assetti e la maggioranza in regione, se fosse appoggiata dai tre ribelli Gerosolimo, Olivieri e Di Matteo, D'Ignazio evidenzia che "A oggi esistono solo chiacchiere, non ho mai visto questo documento, e alcuni miei colleghi di opposizione non avrebbero comunque intenzione votare alcunché. Aggiungo che non ne vedo nemmeno le motivazioni politiche - rimarca - Di Pangrazio è stato votato da tutti, compreso il centrodestra, per ricoprire il suo ruolo di presidente del Consiglio. Io mi sono candidato contro D'Alfonso, non contro Di Pangrazio".

Definisce, ancora, ipotesi priva di fondamento quella di un suo eventuale ingresso nella squadra degli assessori. "Sono 3 anni che gira questa voce, assieme all'accusa di fare da sponda alla maggioranza, l'anno scorso mi hanno addirittura attribuito le eventuali deleghe come assessore, alle Politiche sociali, voce che ha suscitato le proteste dell'assessore al sociale Marinella Sclocco. Ma non è accaduto nulla, come ovvio", fa notare.

Nessun ordine di scuderia nemmeno, assicura D'Ignazio, da parte della leader abruzzese di Ncd, la senatrice Federica Chiavaroli, sottosegretario alla Giustizia, che avrebbe affermato che la firma fatidica alla sfiducia si sarebbe potuta apporre, ma solo se gli alfaniani fossero stati i sedicesimi a far fuori Di Pangrazio, non i primi.

"L'unica indicazione da parte della Chiavaroli è per il 'si' al referendum, che mi trova ovviamente d'accordo, la riforma delle istituzioni non può aspettare", conclude, allineato alla posizione nazionale degli alfaniani.

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