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Pescara, 25/07/2024
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Data: 17/11/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Arriva lo sgravio totale per le assunzioni al Sud. L’agevolazione vale per i contratti stabili di under 24 e dei senza impiego da 6 mesi

ROMA Decontribuzione: si torna alla versione piena con lo sconto totale, quella che lo scorso anno ha fatto lievitare le assunzioni a tempo indeterminato, ma stavolta sarà selettiva. Come anticipato da Il Messaggero il 30 ottobre scorso, infatti, ne potranno usufruire solo i datori di lavoro privati che assumeranno nel Sud giovani under 24 o lavoratori disoccupati da almeno sei mesi. A fare l’annuncio ufficiale è direttamente il premier. «Le aziende che scelgono di assumere al Sud hanno la decontribuzione totale come il primo anno del Jobs act. È una importantissima scelta che abbiamo fatto per il 2017» dice Renzi. La misura non fa parte della manovra all’esame del Parlamento, ma sarà varata dall’Anpal, la nuova Agenzia nazionale per le politiche attive, guidata da Maurizio del Conte, e dispone di una copertura finanziaria (fondi europei) di 730 milioni di euro. «Nei prossimi giorni - spiega il ministro del Welfare, Giuliano Poletti - verranno definiti gli atti amministrativi per assicurare l’operatività di questa misura dal 1° gennaio. Se l’Unione Europea, come auspichiamo, rifinanzierà la Garanzia Giovani, intendiamo estenderla a chi, su tutto il territorio nazionale, assumerà i giovani iscritti al programma».
LO SCONTO Lo sconto totale dei contributi (con un tetto a 8.060 euro per lavoratore) varrà per le assunzioni private a tempo indeterminato, anche di somministrazione o apprendista, nelle regioni “meno sviluppate” (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia) o “in transizione” (Sardegna, Abruzzo, Molise) effettuate nel 2017 e durerà 12 mesi. Sono esclusi dall’incentivo i contratti di collaborazione domestica e il lavoro ripartito e accessorio. L’incentivo sarà cumulabile con altre eventuali agevolazioni . In presenza di sconti “selettivi” potrà essere applicato nei limiti del 50 per cento dei costi salariali. Sarà così, ad esempio, nel caso di assunzione di un lavoratore con più di 50 anni di età, per i quali è già previsto unosgravio del 50%.
LA RETROMARCIA Un nuovo potente stimolo alle assunzioni, d’altronde, sembra indispensabile per mettere un freno (almeno nelle zone più deboli) alla retromarcia del lavoro stabile innestata dall’inizio dell’anno e al boom dei voucher che nei primi 9 mesi di quest’anno hanno sfiorato i 110 milioni di tagliandi (+34,6% rispetto allo stesso periodo del 2015). Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio sul precariato Inps, da gennaio a settembre di quest’anno le assunzioni a tempo indeterminato nel settore privato sono state 925.825, un calo del 32,3% rispetto allo stesso periodo del 2015 (1.368.405). In pratica ci sono state 442.580 assunzioni stabili in meno. Secondo l’Inps il motivo sta soprattutto nel taglio dell’agevolazione contributiva che è passata dal 100% del 2015 (per tre anni) al 40% per due anni. La cosa davvero preoccupante però è che il dato risulta inferiore anche alle assunzioni stabili effettuate tra gennaio e settembre di due anni fa (furono 990.376) quando non c’era nessuno sconto contributivo. Risultano in calo pure le trasformazioni dei rapporti a termine in contratti stabili (-34,4% rispetto al 2015, -14,8% rispetto al 2014). In totale le nuove assunzioni sono state 4 milioni e 314.326 (comprese quelle a termine, in apprendistato e stagionali), il 7,7% in meno sul periodo gennaio-settembre 2015. Il saldo tra assunzioni e cessazioni (pensionamenti, licenziamenti, dimissioni, mancati rinnovi) resta comunque ancora positivo: 522.260 sul totale, un numero che si assottiglia a 47.455 se si guardano solo quelle stabili. L’Osservatorio Inps rileva infine un aumento dei licenziamenti complessivi (+4%) con un boom per quelli disciplinari (+28%), in particolare nelle imprese con più di 15 dipendenti (+32%).

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