Attenzione arrivano i controllori sui bus di Roma Capitale ma chi è solito eludere l’acquisto del biglietto può continuare a dormire sonni tranquilli. La rivoluzione, annunciata tambur battente dal sindaco Virginia Raggi, parte in sordina e non senza contraddizioni che destano tra l’utenza persino ilarità. E’ di ieri - decollata con un giorno di ritardo a causa dello sciopero di martedì scorso - la sperimentazione che prevede su cinque linee del trasporto pubblico locale - 046; 047; 106; 107 e 507 - la presenza dei controllori a bordo dei mezzi. Un incentivo per contrastare quelli che in gergo sono chiamati “portoghesi”, coloro cioè che abitualmente utilizzano i mezzi pubblici, siano essi bus, tram o metropolitana, senza pagare il biglietto.
I NUMERI DELL’EVASIONE A Roma, più che in altre città italiane, il fenomeno è spaventoso: ogni giorno circa il 29% degli utenti elude il titolo di viaggio. La percentuale aumenta a seconda delle linee e arriva a toccare punte del 40%. Che tradotto in numeri fa una perdita per l’Atac affatto trascurabile: circa 80 milioni di euro l’anno che vanno letteralmente in fumo. Ecco allora che si rispolvera un’operazione tristemente naufragata anche sotto le precedenti amministrazioni del Campidoglio soprattutto per l’assenza di personale. Il sindaco Raggi l’aveva promesso anche in campagna elettorale e adesso arrivano i primi controllori. Ma rappresentano una goccia nel mare. Anche perchénon è dato sapere in chemodoe secondo quale tempistica - ma soprattutto con quale incremento di personale - l’operazione sarà portata avanti in futuro. La situazione è la seguente: le cinque linee scelte sono linee periferiche ognuna di queste conta in media almeno cinque veicoli volti a coprire le rispettive tratte. Mai controllori da ieri sono saliti a bordo solo di un mezzo per ogni linea. Nello specifico il servizio è stato garantito esclusivamente sulle vetture della serie “Urbanway”, gli autobus acquistati in leasing dal Campidoglio negli anni scorsi. Finora ne sono arrivati 25 e, nello specifico, si parla di 15 controllori per 5 mezzi quando la flotta interna di Atac e le varie linee sono a tre cifre. Ieri pomeriggio al capolinea di Grotta Celoni - da dove partono tre delle cinque linee coinvolte nella sperimentazione (106, 107 e 507) - pareva un giorno come un altro. In attesa sotto alle paline, studenti e moltissimi stranieri. Donne e uomini che salivano sui mezzi al loro arrivano e si preoccupavano soltanto di trovare un posto a sedere. I mezzi in servizio, che hanno transitato nel piazzale per circa un’ora, appartenevano alla vecchia flotta e dunque dei controllori neanche l’ombra.
IL SERVIZIO CHE NON C’È Persino gli autisti stessi non nascondevano delle perplessità: «Sapevo del provvedimento ma oggi non li ho proprio visti - raccontava uno di loro al volante del 107 pronto a partire alle16.32 - che pensa possano fare 15 dipendenti su appena cinque autobus contro questo fenomeno?». Già, cosa possono fare? Fino a ieri sera l’Atac non è riuscita a fornire un numero sulle sanzioni elevate nella prima giornata. E ancora: «I controllori - proseguiva un altro autista del 507 - mica si fanno tutto il percorso, ne parlavamo oggi con alcuni colleghi, scendono prima, insomma il servizio non è costante». A guardarla, questa sperimentazione, con gli occhi di chi usa i bus per spostarsi in città, basterebbe fare attenzione a quale vettura si prende. «Bè se è così - analizzava un’utente, Tiziana Scardamaglia alla fermata del 047 al capolinea Anagnina - mi basta vedere che autobus arriva, se è nuovo e c’è il controllore ma non voglio pagare il biglietto perché reputo il servizio completamente insufficiente, non salgo e aspetto il prossimo». Più facile di così.